Cherasco (Cuneo) – Oltre novanta opere di figure severe nello stesso poetiche per raccontare la pittura di Pietro Morando a quarant’anni della scomparsa

La mostra Palazzo Salmatoris fino al 28 settembre 2022, ingresso libero

Il progetto della rassegna era nato lo scorso anno, per celebrare il  40° anniversario della scomparsa  dell’artista Pietro Morando; venne rimandato a causa della pandemia.

Le sale dello storico Palazzo Settecentesco accoglieranno fino al 28 settembre la  mostra, promossa dalla città di Cherasco e da Cherasco eventi “Pietro Morando . Dal segno al racconto”, curata da Rino Tacchella e Cinzia Tesio , con la direzione di Riccardo Gattolin.

Si potranno apprezzare -  per tutto il periodo estivo, ingresso gratuito-  circa novanta opere dell’alessandrino Pietro Morando  che andranno dagli anni della sua formazione per  concludersi nel dopoguerra, quando Morando individua una sigla espressiva personale e riconoscibile.

“È sempre un’emozione – scrivono nel saluto istituzionale sul catalogo della mostra, il Sindaco della città di Cherasco  Carlo Davico, e l’Assessore alle mostre Claudio Bogettie un onore per noi quando si tratta di inaugurare una nuova mostra qui a Palazzo Salmatoris. L’arte è uno strumento per migliorarsi per sensibilizzarsi, per provare più empatia, in breve per diventare essere umani più migliori”.

La rassegna, con il contributo della Fondazione Cassa Risparmio di Cuneo, avrà come punto di partenza gli esordi divisionisti, sulla sia dei maestri Morbelli e Pelizza anch’essi alessandrini, a cui lo legavano l’interesse per gli umili e i diseredati . Rino Tacchella, curatore della mostra .”La storia di Pietro Morando necessita una lenta lettura per la severità con la quale si è sviluppata e modificata nel tempo attraverso un impegno costante e assiduo sostenuto da una profonda rispondenza tra le ragioni della pittura e i motivi tratti dalle sue non trascurabili esperienze di vita”.

 Le figure severe  con  quei volti aguzzi, quei corpi spigolosi, raccontano vicende di gente semplice, che ha conosciuto la fatica del lavoro, gli stenti della povertà, la tragedia della guerra. Morando tutte quelle esperienze li ha vissute in prima persona, fin da quando si è arruolato nella prima guerra mondiale vivendo le difficoltà i contrasti psicologici, di quei  anni difficili.

Pietro Morando ha trascorso lunghi periodi nelle trincee  nei campi di prigionia realizzando oltre trecento schizzi dal fronte della guerra, alcuni  di questi   disegni, visti oggi fanno molto meditare.  

Dopo questa  sezione, si prosegue con le  opere di  Morando  che ha realizzato quando aderì  al clima “ritorno all’ordine” entrando in dialettica con le opere di Felice Casorati e dell’amico Carlo Carrà, che resterà un suo costante punto di riferimento, come le sculture di Arturo Martini, tutti massimi protagonisti di quella stagione.

Influenzato dal “primitivismo neo giottesco” di Carrà, nella seconda metà degli anni venti del Novecento elaborerà la famosa figura del Viandante, una sorta di figura simbolica, una metafora. Chi guarda questa figura, si interroghererà chi è veramente un vagabondo?

Quali sono i suoi sogni i suoi desideri? Chi è l’uomo mendicante se non colui che i tutti i tempi , in tutte le epoche cerca una risposta al bisogno di significato della propria esistenza? Cinzia Tesio- curatrice della mostra- “Pietro Morando racconta la realtà che lo circonda , la poesia della società fatta di segni, di colori che puntano dritti al cuore”.

 La mostra documenta poi  anche la fase del “primitivismo agreste”, fortemente radicata nella terra  sua d’origine, con le famiglie contadine ritratte nella quiete idilliaca delle pause dal  lavoro e i mercati monferrini del bestiame, o con i possenti contadini al lavoro, dipinti con toni di accorata partecipazione. Infine saranno esposti numerosi esempi della sua pittura del secondo dopoguerra, realizzati  dopo la virata espressionistica e cubista. 

Osservando  le pitture di Pietro Morando, notiamo, non c’è disperazione negli sguardi delle persone, anzi  la mitezza non accenna a una cupa rassegnazione, bensì a  una forma d’animo che dischiude l’orizzonte a nuove speranze. La rassegna è accompagnata da un esauriente catalogo, prodotto dalle Edizioni Città di Cherasco, con saggi dei curatori della mostra Rino Tacchella e Cinzia Tesio, che ripercorrono tutta la carriera di Pietro Morando seguita da una ricca sequenza delle immagini dei capolavori esposti. 

Descrizione immagini:

Foto copertina catalogo della mostra

Foto 1 Pietro  Morando “Paesaggio alpino”,s.d. olio su cartone 45x50 cm, Collezione privata

Foto 2 Pietro Morando “Verso il paese” s.d. olio su tela 55x70cm , Collezione privata

Foto 3 Pietro Morando “La mandriana” s.d. olio su tavola  63x80 cm  Collezione privata

Foto 4 Pietro Morando “Mercato monferrino” s.d. olio su tavola 45x50 cm Collezione privata

Foto 5 Pietro Morando “Famiglia contadina” s.d. olio su tela 77x95 cm Collezione Privata

Foto 6 Pietro Morando “Annunciazione” s.d.  olio su cartone  64x89 cm  Collezione Privata

Foto 7Pietro Morando “L’emigrante” s.d. olio su cartone 121x88,5 cm Collezione Privata

Foto 8 Pietro Morando “Le tappe del viandante” s.d. 120x96 cm  Collezione Privata

Foto 9 Pietro Morando “I pionieri” s.d. olio su tela 120x105 cm Collezione privata

Foto 10 Pietro Morando “La fame” s.d. olio su tela 80x70 cm Collezione privata

Foto 11 Pietro Morando “Riposo del taglialegna s.d. olio su tela 70x90 cm Collezione privata

Foto 12 Pietro Morando “Marina con palma” s.d. olio su tela 60x75 cm Collezione privata

Le immagini sono tratte dal catalogo della mostra:

Pietro Morando. Dal segno al racconto”, a cura di Rino Tacchella
 e Cinzia  Tesio, fino al 28 settembre 2022 ingresso libero, Palazzo Salmatoris (Cherasco – Cuneo)  Via Vittorio Emanuele II 31, Orari: Mercoledì – Giovedì e Venerdì 15.00-19.00; Sabato e Domenica 9,30-12,30 15.00-19.00. Informazioni:0172 427050

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Articolo pubblicato il 14/06/2022