La situazione ucraina al netto della propaganda
Il Generalissimo Gerasimov e il Ministro della Difesa russa Shoigu

Sun Tzu diceva che "la Guerra è l'arte dell'inganno". Mai come in quest'epoca risulta veritiero.

“LA GUERRA È L’ARTE DELL’INGANNO”

 

“I missili di precisione sono esauriti. L'esercito di Vladimir Putin è quindi ‘costretto’ ad introdurre i razzi della Guerra Fredda. Missili progettati per trasportare testate nucleari.” Questa l’ultima informazione data dalla propaganda ucraina. La quale, insieme a quella angloamericana, ci ha deliziato in questi mesi con sonore “fake news”. Stando a questa propaganda Putin e suoi generali sarebbero morti già infinite volte. Senza ritegno e privi di senso del ridicolo, i media italiani continuano a diffondere notizie di propaganda a reti unificate.

La guerra vedrebbe le forze armate russe continuamente in perdita dinanzi alla “gloriosa” resistenza ucraina. Fra poco Zelensky marcerà su Mosca e un nuovo Mc Donald’s potrà finalmente riaprire a San Pietroburgo. Questo grossomodo il sogno auspicato dai giornalisti “liberal” nostrani al soldo delle potenze antitaliane.

 

COME STA ANDANDO REALMENTE IL CONFLITTO

 

La conquista di Severodonetsk è al momento l'obiettivo principale delle forze russe. La città è una delle ultime aree della regione di Lugansk ancora sotto il controllo ucraino e la sua caduta, secondo gli esperti, consentirebbe al Cremlino di estendere il suo controllo su tutta la regione che, insieme a quella di Donetsk, compone l’intero Donbass.

La caduta definitiva dell’importante regione mineraria costituirebbe una vittoria tattica fondamentale nell’operazione speciale russa, e garantirebbe alla Forze di Mosca di concentrarsi interamente sul Mar Nero e sulla presa definitiva di Kiev.

 

IL PROBLEMA DEL GRANO

 

Altro grattacapo non indifferente riguarderà la crisi del grano. L’Unione Europea cerca porti sicuri vicino all’Oblast di Odessa per trasportare le riserve sufficienti a scongiurare una futura crisi alimentare. La soluzione potrebbe trovarsi nell’utilizzo dei porti della Romania; Paese Nato che in questi giorni risulta fortemente affidabile per Washington e Bruxelles.

Tuttavia, la “soluzione romena” potrebbe rivelarsi solo un utile espediente temporaneo ad una crisi alimentare più massiccia, che sommata a quella energetica, porterebbe non solo l’Europa in ginocchio, ma intere Nazioni africane, provocando nuove ed intense ondate migratorie verso il Vecchio Continente, o meglio, prima ancora verso l’Italia. Oramai divenuto “porto sicuro” di numerose Ong ‘sorosiane’.

 

LA VISITA DEI MAGGIORI LEADER EUROPEI

 

Come novelli esponenti di un rinnovato “Sacro Romano Impero finanziario”, i premier di Francia, Italia e Germania si sono riuniti in un “viaggio per la speranza” atto ad elemosinare grano in cambio di armi, in modo tale da far contenti gli Alleati Nato e ‘non morire di fame’ al tempo stesso. Insomma, come diceva D’Annunzio: “Marciare e non marcire”, questa volta col treno. I “nunzi apostolici” dell’Alta finanza, di Soros e della NATO si sono così apprestati ad incontrare l’onnipresente premier ucraino. Il risultato, come sempre un nulla di fatto. Discorsi roboanti, pacche sulle spalle e molta retorica europeista e atlantista. Nulla di concreto per i popoli europei. Insomma, l’Europa c’è e parla con una voce sola: quella del suo Padrone.

 

IL PROBLEMA DELLE ARMI INVIATE

 

Da quando è iniziata l’Operazione speciale nella “Piccola Russia”, le nazioni della Nato hanno potenziato l'arsenale ucraino con strumenti sempre più sofisticati, come i sistemi avanzati di lanciamissili da Stati Uniti e Gran Bretagna. Ma addestrare i soldati su come utilizzare l'artiglieria è diventato un ostacolo sempre più complicato da superare. Per questo le truppe ucraine chiedono di essere addestrate.

Il problema non è di poco conto e a segnalarlo spesso nelle ultime settimane sono stati proprio i soldati di Kiev: le armi che i Paesi Nato hanno fornito all'Ucraina sono preziose, ma manca il know-how. Della serie: grazie, ma non sappiamo come usarle. Questo fattore potrebbe essere estremamente vincolante sia per fornire agli ucraini corretti strumenti di dissuasione e di resistenza, sia per chi intende mettere sul tavolo delle trattative le armi in cambio di grano, nazioni europee in testa.

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Articolo pubblicato il 17/06/2022