
Storia ed archeologia (di Alessandro Mella)
Passeggiando per Aosta, ad un tratto, si può raggiungere la ex Caserma degli Challant, nel XVII secolo già convento delle Visitandine, un palazzo magnifico, signorile, decorato con immagini dell’Ottocento che, oltre allo stemma della Real Casa di Savoia, riportano i ritratti dei più celebri personaggi della dinastia degli stessi Challant.
Casa che per molto tempo condusse i destini di quei territori con i propri fasti e le proprie gesta.
Fu proprio in questo edificio che si decise di organizzare il Museo Archeologico Valdostano nel quale sono conservati moltissimi reperti provenienti da numerosi scavi cittadini e del territorio regionale:
Un museo nella caserma dei Challant AOSTA - La ex caserma Challant di piazza Roncas (già ex convento) diventerà museo archeologico regionale. Il primo appalto, ha assicurato l’assessore regionale alle Belle Arti Pollicini, sarà probabilmente assegnato entro giugno. I ritardi sinora verificatisi sono da attribuire alle difficoltà incontrate nello sfratto di alcuni inquilini. (1)
Dopo una prima serie di cimeli risalenti alla preistoria ed alla presenza celtica dei Salassi, si passa alla parte romana la quale occupa la gran parte delle collezioni con pezzi davvero pregevoli e con il magnifico dioarama di Augusta Praetoria.
Corredi funerari, materiali rinvenuti negli scavi di edifici cittadini, steli e lapidi, monete ed utensili fino al magnifico busto di Giove Graio a suo tempo rinvenuto presso il Colle del Piccolo San Bernardo.
Colpiscono gli allestimenti vivaci ed originali come la ricostruzione di una locanda, thermopolium, con il vasellame ed i materiali tipici di una cucina o di un ambiente destinato al nutrimento ed al convivio.
Moltissimo è poi il vasellame di ogni genere, brocche e recipienti in vetro azzurro tipico della civiltà romana, anfore per vini e granaglie, lucerne anche con simboli paleocristiani, bronzi ed anelli, fibulae e molto altro ancora.
Notevolissima, poi, è la presenza numismatica con ampia e ricchissima esposizione di monetazione romana molto ben contestualizzata cui si aggiunge la collezione Pautasso con monete che vanno dalla Grecia antica fino all’ascesa dei Savoia.
Molto interessanti sono anche i reperti successivi come la spada longobarda rinvenuta in Sant’Orso ed i molti reperti medievali e rinascimentali scoperti negli scavi della Cattedrale, tra i quali spiccano anelli, crocefissi e medaglie devozionali del XVII e XVIII secolo.
La creazione di questo museo fu a suo tempo un evento di grande importanza e molto sentito:
AOSTA. Viene aperta al pubblico oggi la prima sezione del museo archeologico regionale, allestito nelle sale dell’ex caserma Challant in piazza Roncas, ad Aosta. L’inizio della cerimonia è previsto alle 11,30. Saranno presenti il presidente della giunta regionale Ilario Lanivi e l’assessore al Turismo e Beni Culturali Ugo Voyat.
Per poter vedere un’altra parte del museo bisognerà aspettare la fine di febbraio: in questo periodo, infatti, è stata fissata l’inaugurazione ufficiale di un’ulteriore sezione della struttura.
In quell’occasione, inoltre, sarà allestita anche una sezione dedicata alle monete: verrà esposta l’importante collezione numismatica dal titolo «Andrea Pautasso». Soddisfazione è stata espressa dall’assessore regionale Ugo Voyat, il quale aveva previsto l’apertura della prima parte della struttura proprio a dicembre. La sezione introduttiva, che è stata allestita al piano terra dell’edificio di piazza Roncas, presenta la «Città e i monumenti attraverso i secoli».
È un viaggio a ritroso nel tempo attraverso una copiosa documentazione d’archivio, accanto a manoscritti, a vecchie fotografie, a stampe originali e numerosi oggetti che illustrano le trasformazioni monumentali che nei secoli hanno interessato la città e i grandi edifici pubblici della classicità romana.
Il materiale esposto nel museo che sarà aperto oggi mette in risalto l’enorme e pregevole patrimonio archeologico esistenti nella città: il foro, il teatro, la platea forense e l’arco onorario, elementi sopravvissuti alla caduta dell’Impero Romano.
Ne emerge l’evoluzione del gusto verso i monumenti antichi, a partire dalla ricerca erudita locale del ‘500 e del ‘600 sino alla nascita della ricerca archeologica moderna.
L’apertura di questa prima sezione del museo archeologico è stata preceduta da numerose difficoltà, soprattutto a livello burocratico.
Soltanto qualche giorno fa è stato dato il certificato di agibilità della struttura.
Dopodiché, restauratori e archeologi dell’Ufficio archeologia della soprintendenza sono potuti entrare nell’edificio per cominciare l’allestimento dei pannelli.
In pratica il personale ha lavorato ininterrottamente fino a tarda notte per rispettare la scadenza prevista.
Quindi il materiale esposto nel museo rappresenta un importante «assaggio» in attesa della fine di febbraio, quando potrà essere vista una nuova sezione.
Igor Righetti (2).
Il Museo Archeologico Regionale di Aosta è davvero un luogo pieno di storia, arte ed emozioni.
La visita risulta assai appagante ed i reperti esposti sono così numerosi da stupire il turista e l’appassionato.
Con il valore aggiunto, che personalmente trovo particolarmente apprezzabile, di provenire dal territorio e raccontarne le vicende attraverso un percorso che permette di “cavalcare” secoli e millenni.
Luogo, insomma, da visitare, scoprire, amare e custodire.
Alessandro Mella
NOTE
1) La Stampa,94, Anno CXVII, 22 aprile 1983, p. 39.
2) Ibid., 351, Anno CXXVI, 23 dicembre 1992, p. 67.
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Articolo pubblicato il 22/06/2022