Torino e il Piemonte debbono ancora puntare sull’automotive.

Le considerazioni di Mino Giachino

Com’è ormai noto, Il Parlamento europeo ha varato il “Fit for 55”, un pacchetto di misure volte ad azzerare progressivamente le emissioni di gas serra. Tra le disposizioni proposte, in funzione del traguardo emissioni zero per il trasporto su strada entro il 2035 con obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni fissati al 55% per le auto e al 50% per i furgoni entro il 2030, c’è lo stop alla vendita di auto e veicoli commerciali leggeri a benzina e diesel a partire dal 2035. Questi automezzi potranno circolare fino alla rottamazione, ma si potranno vendere solo veicoli a idrogeno o interamente elettrica.

Questa misura, presa alla leggera  è stata votata anche dagli europarlamentari piemontesi ed italiani del centro sinistra e dai grillini, senza valutare che il risvolto immediato e drammatico per l’hinterland di Torino, comporterebbe l’azzeramento dell’indotto auto con la perdita di lavoro per oltre 75000 dipendenti che oggi lavorano e vivono nel nostro territorio.

Nessun commento da parte dei partiti alla diffusione della notizia.

L’unico che è sceso in piazza per difendere il lavoro a Torino ed illustrare le possibili alternative che la scienza e la ricerca già stanno mettendo in campo per attenuare l’incidenza dell’inquinamento, è stato Mino Giachino, leader del movimento SI Lavoro, SI TAV.

Venerdì mattina nella nostra città si è tenuto il rapporto dell’Ires, in gran parte concentrato sulle difficoltà che incontreranno le nostre imprese a causa degli elevati costi energetici

La politica locale ha manifesto il pieno disinteresse, ma l’attenta presa di posizione, l’ha espressa Mino Giachino.” Torino e il Piemonte debbono crescere di più. Non puntare più e ancora sull’automotive che vale il 15% del PIL piemontese oltre a grandi ricadute sul commercio, sarebbe un suicidio. Puntare sulla nuova mobilità vuol dire rassegnarsi a un Piemonte che cresce di meno , con più monopattini o biciclette ma…più povero…, sostiene l’ex sottosegretario di Stato Mino Giachino.

Della interessante relazione annuale dell’IRES il Centro Studi di proprietà della Regione le giornaliste si sono soffermate sul calo della popolazione e sul calo delle nascite.

“Aggiungo, s’interroga Giachino,  che la provincia in cui aumentano popolazione e nascite è Bolzano. Che influisca il maggior benessere e il pil procapite maggiore di quella provincia? 

“Torino e il Piemonte, come hanno documentato gli Industriali torinesi,  dal 1996 al 2019 hanno perso 18 punti rispetto a Milano e 8 rispetto alla media nazionale e il nostro pil pro capite si è abbassato notevolmente . L’unica speranza sta nel  Piano di rilancio, sostenuto dai fondi del PNRR e dai fondi europei, predisposto dalla Giunta CIRIO . 

Intanto però non bisogna perdere altri pezzi. Inoltre 2/3 dei fondi del PNRR vanno restituiti quindi occorre ritornare a crescere di più di quanto non siamo cresciuti in questi ultimi 25 anni, almeno 2 punti di PIL all’anno , ribadisce Giachino.

Tutto positivo quanto emerso dalla presentazione del rapporto  Ires?

“Ecco perché non concordo con le conclusioni del Direttore dell’IRES Vittorio Ferrero secondo il quale il Piemonte non dovrebbe più puntare sull’automotive ma bensì sulla mobilità moderna”

“Faccio notare, prosegue Giachino,  che oggi in Piemonte nell’automotive lavorano 737 aziende per un fatturato complessivo di 15,8 miliardi di euro , il 15% del PIL piemontese.  Quanti monopattini e quante biciclette dovremmo costruire ,  per arrivare a 15,8 miliardi?”

La risposta dovrebbero fornircela i trogloditi che si stanno sgolando sulle tematiche ambientali a senso unico.

Giachino non  demorde e sostiene: “CIRIO si impegni con LORUSSO, GIORGETTI e CINGOLANI  in Europa per cambiare l’ultima decisione del Parlamento europeo che ha deciso di puntare tutto sull’auto elettrica.  Per rilanciare il nostro lavoro occorre  battersi in Europa per incentivare la rottamazione dei 200 milioni di auto e TIR precedenti all’euro 5 sostituendole con i diesel euro 6 o con le auto ibride il che rilancerebbe le nostre produzioni e contemporaneamente ridurrebbe l’inquinamento prodotto dal vecchio parco circolante”.

Oltre al massacro occupazionale, sarebbe folle buttare al vento  il risultato costante di ricerche ed innovazioni sviluppate nel corso dei decenni.

Oltretutto,  nei Paesi ove la produzione di auto elettriche è già in stati avanzati, si registrano rilevanti e costose problematiche ambientali per l’eliminazione delle batterie esauste , ancora irrisolte.

Quindi, riflettere e conoscere prima di deliberare!

 

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Articolo pubblicato il 19/06/2022