Busto Arsizio (Varese) - Il genio femminile di Sofonisba Anguissola

Una mostra, un’ esauriente pubblicazione delle edizioni Nomos per esplorare la pittura dell’artista, e per comprendere l’evoluzione della medievale icona della Madonna dell’Odigitria, a quella moderna dell’Itria

Sofonisba Anguissola, cremonese di nascita  una delle  più intriganti pittrici del Rinascimento italiano, le viene dedicata un’importante mostra che ha come obbiettivo di indagare sulla pittura eseguita dall’artista negli anni trascorsi a Paternò. Il percorso espositivo  prende il via da un’opera certa di quel periodo, la pala del dipinto della Madonna dell’Itria.

Il quadro di dimensioni considerevoli, restaurato per l’occasione, riassume e aggiorna le trasformazioni iconografiche della Madonna Ogiditria, modello trasmesso dal mondo bizantino e presto recepito nelle isole e nelle regioni meridionali italiane al seguito delle comunità greche e albanesi giunte dai Balcani. Il percorso espositivo contempla anche affreschi, dipinti su tavola e tela, sculture provenienti da tutta la Sicilia,  ma anche dal Nord Italia, che permettono di seguire l’evoluzione del tema iconografico dall’icona medievale della Madonna Odigitria  a quella moderna della Madonna dell’Itria.

La popolare iconografia che inizialmente propone la Madonna a mezzo busto con in braccio il Bambino Gesù, seduto in atto benedicente e che la Vergine indica con la mano destra, si trasforma a partire dal XVI secolo nella complessa figurazione in cui la Vergine sovrasta una cassa lignea portata a spalla da due monaci basiliani. Essi fanno riferimento alle leggende relative al trafugamento e alla messa in sicurezza, entro una cassa, della miracolosa icona che si vuole sia stata dipinta dallo stesso san Luca e che a lungo era stata considerata una protettrice degli abitanti di Costantinopoli, prima della definitiva catastrofe del 1453.

Per sottrarla alla furia distruttiva degli Ottomani, i  monaci che l’avevano in custodia l’avrebbero affidata ai flutti delle onde,  e così sarebbe giunta sui lidi occidentali. Il culto riservato alla Madonna d’Itria raggiunse pertanto grandissima popolarità, e nel corso del XVI secolo le  vennero intitolate chiese in tutta la Sicilia  e la Madonna dell’Itria  fu poi proclamata Patrona dell’isola.  

La preziosa opera  oggi appartiene alla chiesa dell’Annunziata di Paternò, che Sononisba donò al convento dei Francescani luogo di sepoltura dei Moncada. Sofonisba nel 1573 sposava il nobile siciliano Fabrizio Moncada.  Dopo anni passati a corte a Madrid come dama di compagnia della regina Isabella e tutrice delle infante, la pittrice cremonese veniva accolta nella piccola corte di Paternò, alle falde dell’Etna, dove iniziava una nuova vita.

Qui restò sino al 1579 quando, deceduto il marito nel corso di un attacco di pirati avvenuto nel mare di Capri, decise di tornare a Cremona. In realtà non vi fece mai ritorno, travolta da un fulminante amore per il capitano della nave che la conduceva a Genova, si fermò a lungo nella città ligure prima di tornare ancora una volta in Sicilia, ma questa volta a Palermo, dove morirà quasi centenaria. La sua attività  di reggitrice del feudo di Moncada è ben documentata, mentre quella di pittrice in quegli stessi anni non lo è.

Il bellissimo catalogo, “Sofonisba Anguissola. E la Madonna dell’Itria. Il culto del’Hodighitria in Sicilia dal Medioevo all’Età Moderna” edito dalle Edizioni Nomos,curato da Mario Marubbi che accompagna la mostra di Cremona fino al 21 agosto, dopo questo evento cremonese  il tutto si sposterà al Museo Diocesano di Catania. Il testo riccamente illustrato, accoglie, saggi di Michele Bacci, Laura Stagno, Gioacchino Barbera, Roberta Carchiolo, Mario Marubbi, Giovanni Mandola. Mario Amedeo Lazzari, Carmela Maria Di Blasi.

Le opere riprodotte nel catalogo sono  accompagnate da schede esaustive. Irene Donatella Aprile, Soprintendente per i Beni Culturali ambientali di Catania, “Scopo di questo volume, infine, si traduce dedicando alle future generazioni la conoscenza e la divulgazione delle opere d’arte del nostro territorio offrendo quell’apporto scientifico utile alla storia del nostro patrimonio culturale da Nord a Sud”. “Sofonisba Anguissola e la Madonna dell’Itria” sono un punto di partenza per continuare ad indagare sulla straordinaria vita e produzione della pittrice cremonese.

Descrizione immagini:

Foto copertina libro

Foto 1 Pittore attivo in Sicilia nel XIII secolo “Panaghia Hodighìtria (detta Madonna della Spersa) tempera su pergamena applicata su tavola 144x99 cm Palermo, Museo Diocesano

Foto 2 Pittore attivo in Sicilia  nella seconda metà del XV secolo “Madonna dell’Itria”, affresco staccato

Foto 3 Scultore siciliano della seconda metà del XVI secolo, “Madonna dell’Itria”, 1573 Marmo 54x60cm, Alcamo (Trapani), chiesa di santa Maria Assunta monumento funebre di Giovan Vincenzo Pellegrino

Foto 4 Sofonisba Anguissola, pittore attivo in Sicilia  nella seconda metà del XVI  secolo  “Madonna dell’Itria” 1577-1579, tempera su tavola, 239,5x170 cm Paternò(Catania), chiesa della santissima Annunziata

Foto 5 Sofonisba Anguissola “Madonna dell’Itria” ( particolare)

Foto 6 Benardo Strozzi detto il Cappuccino, “Madonna dell’Itria”1610-1612 Olio su tela, 180x135,5cm , san Mauriziodi Monti(Rapallo), chiesa di san Maurizio

Foto 7 copertina catalogo

Le immagini riportate nel testo sono state tratte dal volume:

“Sofonisba Anguissola. E la Madonna dell’Itria. Il culto dell’Hodighitria in Sicilia dal Medioevo all’Età Moderna”, a cura di Mario Marubbi,  p.157 ll. b/n col. Busto Arsizio, 2022, €29.00
 

 

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Articolo pubblicato il 30/06/2022