La guerra in Ucraina: a che punto è l’Esercito italiano?

La NATO si rinforza in Europa, ma l'Italia è pronta per una futura guerra?

Joe Biden ha dettato il passo nello scorso vertice Nato di Madrid. Al suo arrivo, il presidente Usa ha annunciato: “L'articolo 5 è sacrosanto e diciamo sul serio, un attacco a uno di noi è un attacco a tutti noi”, ha precisato prima di dare il benvenuto a Svezia e Finlandia. L’ennesima dichiarazione in “odore” di guerra nucleare.

Dopo aver ricordato che gli Usa hanno già inviato 20.000 uomini in Europa dopo l'invasione dell'Ucraina portando il totale degli effettivi a 100.000, Biden ha letto da un foglietto la nuova lista di rinforzi: due nuovi incrociatori in Spagna, salendo così da quattro a sei; un “quartier generale permanente” in Polonia, nonché un “irrobustimento dell'interoperabilità Nato” in tutto il fianco europeo-orientale; “una brigata di rotazione addizionale” in Romania per un totale di 5.000 uomini; un rafforzamento delle forze di rotazione nei Baltici; “due squadroni” aggiuntivi di F-35 nel Regno Unito; infine il “dislocamento di difese aeree aggiuntive” insieme ad "altre capacità" in Germania e Italia. Nessuna risposta ufficiale, al momento, dal governo italiano. Dura, invece, la presa di posizione di Mosca: “Sappiamo come rispondere all'aumento della presenza Usa in Europa”.

Insomma, un piano ben congeniato quello di Biden. Letto da un foglietto e forse suggerito da qualche amico immaginario. Ma la vera domanda dietro tutte queste dichiarazioni è: l’Europa occidentale è pronta per una guerra contro la Russia? E l’Italia come si sta preparando per un possibile e futuro conflitto?

Cechiamo di rispondere a queste domande in base a ciò che ci dicono i nostri generali e il comparto Difesa.

Se c’è una cosa che ci ha insegnato la guerra in Ucraina, che oramai si combatte senza sosta da più di quattro mesi, è che il concetto di guerra come lo abbiamo sempre inteso è drasticamente cambiato.

Mai ci saremmo aspettati che un conflitto potesse divampare alle porte dell’Europa ed essere potenzialmente deflagrante per gli Stati ad essa appartenenti.

La guerra in Ucraina ci ha fatto capire che i conflitti si giocano sì, sul campo di battaglia, ma anche nello spazio, avvalendosi di sistemi di telecomunicazioni avanzate, droni, mezzi satellitari e cyber. Tutta una serie di strumenti che rendono lo scontro ancora più aspro di quanto già una guerra non lo sia di per sé, dal momento che si gioca con strumenti nuovi, schierando la tecnologia.

Perciò, il soldato italiano del futuro dovrà coniugare il combattimento sul campo con la formazione tecnologica più sofisticata. L’Esercito italiano, attualmente ancora indietro su molti settori di Sicurezza e Difesa, in un prossimo futuro, si doterà “di ingegneri, esperti di telecomunicazioni e di logistica, soldati che sappiano utilizzare sempre meglio attrezzature satellitari e cyber”.

Parola del Generale Pietro Serino, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, il quale ha illustrato al Ministero della Difesa i prossimi passi che verranno compiuti per rendere il personale militare ancora più efficiente ed efficace, facendosi trovare pronto ad ogni evenienza.

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Articolo pubblicato il 08/07/2022