Fisco. Sono in arrivo 15 milioni di cartelle esattoriali

Ma l’Italia non sta affrontando un grave problema economico e sociale?

Se in questo momento dovessimo descrivere le difficoltà economiche ed i timori degli italiani per il bilancio famigliare minato dall’impennata in parte ingiustificata dei prezzi, dall’escalation della spirale energetica, senza previsioni certe per il futuro, dovremo scrivere  pagine struggenti e portare il evidenza drammi umani.

Altro che le farneticazioni di un Conte qualunque che per cazzeggiare sul nulla e dar ascolto alle parole di un vecchio scoreggione sulla sua permanenza  precaria sul piedistallo di un movimento in sfacelo, provoca il rientro anticipato del premier dal G7,  occupa per giorni le prime pagine dei giornali, suscitando nel mondo ancor più l’ilarità per le figuracce dei nostri politicanti di mezza tacca.

Ebbene, alla faccia del buonsenso, in questa seconda repubblica, sempre più incongruente e colabrodo, capitano anche  le situazioni che andremo a descrivere.

Dopo due anni di pandemia e il disastro che ne è seguito in termini di perdite umane,  di inasprite difficoltà economiche per famiglie e imprese, oltre che di conclamati stati confusionali tra la popolazione più debole, i nostri  governanti si sono dimenticati di milioni di famiglie esasperate dai problemi finanziari, ai quali si aggiungono gli esattori del fisco.

Ci si chiede banalmente: se il cittadino, 26 mesi fa non ha avuto la possibilità di pagare il debito allo Stato, potrà farlo oggi, con la tragica situazione che ci lasciamo alle spalle?

Gli esperti stimano in 15 milioni le cartelle esattoriali in arrivo, che riguardano altrettante famiglie; l’equivalente di oltre 45 milioni di abitanti (un italiano su quattro).

Quello fiscale è un grande problema economico e sociale, che il governo presieduto da Mario Draghi, dovrebbe affrontare con decisione, prima che il malessere si diffonda nella popolazione.

Matteo Salvini ha lanciato la proposta di “una pace fiscale” attraverso la rottamazione delle cartelle di piccolo importo, riguardante gli anni 2918-2019.

Per le tasse locali (quelle comunali: Tari e Imu) il termine di prescrizione è di 5 anni; per le imposte erariali (quelle riscosse dallo Stato: Irpef, Iva, imposta di bollo) i termini si raddoppiano (dieci anni).

Quando le cartelle vengono notificate al contribuente, dopo i termini sopra indicati, nulla è dovuto. È bene fare attenzione, una volta pagate le somme non dovute, non è semplice ottenerne la restituzione.

Questo mese, pensionati e lavoratori con reddito inferiore ai 35 mila euro, riceveranno una tantum di 200 euro; meglio di niente; ma l’esiguità della somma risulterà ininfluente sui bilanci familiari.

 Ma qualcuno ha pensato a soluzioni più efficaci per il contribuente e meno gravose per lo Stato?

 

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Articolo pubblicato il 05/07/2022