Uno storico complesso alpestre

Il Santuario della Bassa, a Rubiana (Torino) (di Alessandro Mella)

Passato il Colle del Lys se si arriva da Viù (TO), o risalendo da Almese e Rubiana se si arriva dal lato di Susa, si giunge al bivio che conduce verso il Santuario della Madonna della Bassa. Giunti alla frazione ci si trova di fronte alla strada sterrata che sale verso il colle ove il complesso sorge:

AVIGLIANA - Alla presenza di rappresentanti della Provincia, del vescovo di Susa e dei sindaci di Almese e Rubiana, è stata inaugurata ieri la strada carrozzabile larga cinque metri e lunga tre chilometri che collega la borgata Mompellato di Rubiana all'antica cappella votiva della Madonna della Bassa. (1)

Questa è percorribile con mezzi a motore solo adeguati quali, fuoristrada o simili, poiché sconnessa e costellata di pietre, buche e piccoli ma scomodi ostacoli. Tuttavia, se si ha la fortuna di poter camminare e se si beneficia delle giuste energie, è doveroso consigliare di risalirla a piedi.

Le persone con difficoltà nella deambulazione o un poco avanti con gli anni la troveranno indiscutibilmente lunga e faticosa e dovranno dedicarci del tempo ma chiunque sia in buona salute non riterrà eccessivamente impegnativo il bel percorso che si dilunga tra i boschi e permette di godere di magnifici panorami sulla Valle di Susa e sulla piana di Avigliana con i suoi caratteristici laghi. Secondo le stagioni sono possibili anche interessanti avvistamenti di fauna come capitò, alcuni anni fa, a noi quando la strada fu attraversata, in giugno, da un camoscio in livrea estiva.

Giunti a circa 1100 metri di altitudine ecco il Santuario che si scorge dalla mulattiera, da basso, appena percorsa.

La sacralità del luogo ha radici antiche ed una leggenda ne ricostruisce le vicende. Correva l’anno 1713, quello, per intenderci, del Trattato di Utrecht con cui i Savoia ottennero il titolo reale attraverso la corona di Sicilia dopo la guerra di successione spagnola. Una tappa fondamentale nella storia dell’antico Ducato sabaudo che diventava finalmente regno.

Il 18 agosto un alpigiano di Mompellato, tale Lorenzo Nicol, rientrava dai boschi ove si era caricato di legna nei faggeti. Ai tempi l’uso del legname non era limitato solo all’edilizia ed al mobilio ma aveva ampio uso per alimentare i fuochi con cui si cucinava e nella stagione fredda ci si scaldava oppure con i quali si alimentavano le fucine. Improvvisamente, forse reso instabile dal suo carico, il Nicol scivolò lungo un sentiero e si procurò una brutta frattura ad una gamba trovandosi dolorante ed immobilizzato lontano da casa e da chiunque potesse udirne le invocazioni d’aiuto.

Disperato ed in preda alla più profonda angoscia il nostro Lorenzo chiese aiuto alla Madonna promettendole di erigere una cappelletta se lei l’avesse aiutato ad uscire da quella spaventevole situazione.

La celeste signora ne udì il disperato lamento e, dopo essergli apparsa in visione, guarì la sua gamba permettendogli di ritornare alla sua baita sano e salvo. Ma il Nicol, confortato dall’ottenuta salvezza, non tenne fede ai patti dimenticando la promessa finché, un anno dopo, si ritrovò nuovamente nello stesso luogo con la medesima lesione, alla stessa gamba e dopo un identico ruzzolone.

Mortificato e consapevole della sua mancanza gli parve davvero imbarazzante invocare nuovamente l’aiuto della vergine Maria ma, dopo aver implorato il suo perdono, chiese ancora il suo soccorso e fu generosamente accontentato.

Desideroso di non mancare più verso colei che ben due volte l’aveva salvato ed a cui aveva riservato la prima volta un’incresciosa ingratitudine, il 21 agosto 1714 si avventurò dove gli incidenti si erano verificati e con l’aiuto di altri valligiani costruì un pilone votivo per concretizzare la sua gratitudine. (2)

Nel giro di poco tempo il mito della grazia ottenuta dalla Madonna della Bassa si diffuse tra la Val Susa e la Val di Viù ed i pellegrini, cui volentieri il plurimiracolato Nicol raccontava la propria vicenda per divulgare il culto della sua salvatrice, presero a frequentare il sito. Tale divenne l’afflusso di devoti che già nel 1721 il pilone venne sostituito da una prima cappelletta alla cui costruzione Lorenzo Nicol, scomparso poi nel 1765, senz’altro concorse.

Un ulteriore ampliamento fu realizzato molti anni dopo, nel 1845, ed importanti interventi di restauro e salvaguardia vennero effettuati alla fine degli anni ’90 del Novecento.

Fu anche edificata una foresteria posta di fronte alla chiesetta a tre navate di cui due collocate sul territorio del comune di Rubiana ed una curiosamente su quello di Val della Torre.

Di particolare interesse la navata a sinistra cioè la cappella originaria del 1721 di cui il resto costituisce l’ampliamento ottocentesco.

Tra gli affreschi di questa parte più antica spicca quello che rappresenta il miracolo del Nicol. I magnifici decori furono realizzati dagli artisti locali Francesco Tabusso e Germana Albertone.

La lunga storia del santuario vide anche la guerra passarle accanto quando la lotta partigiana si svolse nella zona con molti episodi di grande importanza. Come quando vi fu portato, moribondo, il partigiano Cesare Mondon ferito dai tedeschi:

I tedeschi presero a calci i corpi dei partigiani ammazzati; medesima sorte toccò a Cesare Mondon, che rimase semisventrato. «Fui salvato dai montanari e nascosto nell'ospizio di don Cortese - racconta «Rino» -, poi mi portarono al Santuario della Bassa. Un calvario. Sono credente, e davanti al tempio dissi agli altri partigiani: non ce la faccio più, uccidetemi. Si rifiutarono e pregammo». La pattuglia portò Mondon da un medico di Valdellatorre che lo riempì di morfina: «Quando mi svegliai c'era Osvaldo Negarville che sorrideva». Ma i tedeschi cercavano «Rino». Venne inscenato un funerale per portarlo all'ospedale di Rivoli. (3)

Oggi il santuario sorge ancora ove venne costruito secoli fa, così pieno di storia, custode di tanti ex voto simbolo della devozione dei montanari che abitarono questa valle. (4) Nonché scrigno anche di un importante cimelio:

Ma il fiore all’occhiello del lavoro instancabile di don Luciano e della gratitudine della diocesi di Susa alla “Madonna della Bassa” è venuto dal suo vescovo, Mons. Bernardetto, il quale ha disposto che fosse collocato all’interno del Santuario “l’Altare del Papa”: quello cioè su cui celebrò la Messa Papa Giovanni Paolo II, nella sua Visita Pastorale del 14 luglio 1991, a Susa. (5)

D’estate, nelle celebrazioni, la cappella viene aperta ed ancora oggi i pellegrini vi si recano per fede, amore, passione o semplice curiosità. E la memoria del Nicol e delle sue disavventure sopravvive nel tempo così come quella degli eventi miracolosi che gli diedero leggendaria salvezza.

Alessandro Mella

NOTE

1) La Stampa, 179, Anno C, 12 agosto 1968, p. 7.

2) Secondo quanto se ne sa, la versione del Nicol fu da questi raccontata al parroco di S. Ambrogio, il teologo Giuseppe Bertelo, che la trascrisse. In seguito, fu riportata da don Cornelio Cantore nel suo volume del 1914. (Corriere di Saluzzo, 2, Anno LXXXI, 8 gennaio 1993, p. 7).

3) La Stampa, 94, Anno CXXIV, 25 aprile 1990, p. 38.

4) Purtroppo, anche questo santuario fu vittima delle ondate dei furti d’arte sacra del dopoguerra: “Al Santuario della Madonna della Bassa, presso Mompellato, i ladri hanno rubato il portone principale dell'edificio” (Ibid., 257, Anno CXI,11 novembre 1977, p. 6).

5) Corriere di Saluzzo, 2, Anno LXXXI, 8 gennaio 1993, p. 7.

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Articolo pubblicato il 13/07/2022