
Intervista a Gianpiero Alaimo
Gianpiero Alaimo è un gioviale organizzatore di una delle prime manifestazioni in piazza dal significativo titolo “No paura day”: un uomo che in effetti non ha avuto e non ha paura di esporsi nella contestazione dei mezzi usati dal sistema per ridurre un’intera popolazione allo stato amebico.
Nell’ambito lavorativo ha subito la penalizzazione dei decreti e delle malversazioni che a tutt’oggi si sono rivelate assolutamente inutili quando non nocive per tutti noi.
Ha organizzato a Torino, assieme ad alcuni gruppi e al Coordinamento Piemonte, il Festival di Resistenza Costituzionale in Piazza D'Armi nel week-end del 9-10 luglio 2022 una manifestazione che ha avuto notevole successo e che ha visto la presenza di simpatizzanti e combattenti oltre a personaggi come Barbara Balanzoni, Sara Cunial, Silvana De Mari, Riccardo Rocchesso, Enrica Perucchietti, Maurizio Giordano; in collegamento streaming Alessandro Meluzzi, Pedro Morago, Enrico Montesano e molti altri…
È convinto che la protesta pacifica non sia mai superflua e che in Torino risieda un nucleo molto attivo in grado di portare avanti la contestazione al sistema con la sua cifra, cioè senza violenza e con determinazione: l’essere ignorati dal governo e dal main stream non significa essere invisibili a chi finalmente ha capito l’inganno e vuole ritrovare una propria libertà, oltre che dignità.
Come è nata l’idea e da chi?
Il gruppo No Paura Day nasce a Cesena oltre due anni fa da un’iniziativa del nostro vate Paolo Sensini, scrittore esperto oltretutto di geopolitica, il quale intuisce che bisogna portare a conoscenza della popolazione quelle informazioni che il main stream nasconde. Ed è così che, iniziando dalla sua città, pervicacemente, porta in piazza tutti i sabati quelle persone, quegli intellettuali, quegli esperti che possano veicolare le risposte a tutte le domande che emergono durante il periodo pandemico. Da lì a diventare un fenomeno nazionale il passo è stato breve.
Eroe? Saggio? Sacerdote? Combattente? Veggente? Chi sei?
Mi piacerebbe essere un po’ tutte queste cose ma ritengo semplicemente di essere una persona che non sopporta di essere presa in giro dal sistema e che ha visto una lenta ma inesorabile erosione di tutte quelle conquiste sociali ed economiche conquistate dai nostri predecessori. Si imponeva una scelta di campo.
A Roma sminuiti i numeri, ma in realtà quanti eravate?
Eravamo tanti. Chi vi ha partecipato ha stimato da 200,000 a 250,000 persone ma si sa che non si può scrivere sui giornali. Sarebbero numeri preoccupanti.
Cosa non abbiamo saputo, noi che non c’eravamo, di importante.
Chi non era presente non ha percepito, perché abilmente mascherata, che quella piazza era pacifica ma determinata. Andava stigmatizzata subito in modo che non si creasse un effetto domino che potesse coinvolgere masse superiori. Da qui l’etichettatura di piazza violenta e politicizzata.
Torino una piazza difficile eppure riuscitissima… soddisfatto?
Più che una piazza difficile la chiamerei una piazza esigente ed attenta. Ed è per questo, quando le motivazioni sono sentite, che le partecipazioni sono numerose ed incisive. Aggiungerei una moderata soddisfazione in considerazione del fatto che il periodo non è certo favorevole per via delle temperature e delle vacanze. Da considerare anche che questa piazza non ha mai mollato e comincia ad essere stremata, ma non domata, da questa lunga perseveranza.
Perché non una riunione con forze altrettanto contestatrici come Toscano, Rizzo ecc.
Debbo dire che si è intrapreso più volte un percorso di avvicinamento con questi gruppi che però, fino ad oggi, non ha sortito gli effetti sperati per motivi spesso legati alla volontà di correre da soli o con altri compagni di viaggio.
C’è una ricetta per affrontare le cosiddette “prime donne”?
Purtroppo no e debbo dire che i palchi ed i microfoni hanno spesso un effetto deleterio su chi li frequenta.
È difficile per molti restare equilibrati e non farsi assalire dalla foga di intervenire ad ogni piè sospinto anche fosse solo la sagra del paese, spesso anche senza contenuti.
Quali caratteristiche cerchi nei tuoi collaboratori?
Un’etica quanto più ineccepibile che porti anche a non utilizzare quanto si fa per scopi personali. Aggiungiamo una certa abnegazione in quanto spesso si deve sottrarre tempo e forze a quelle che sono attività lavorative e familiari.
Musica e parole: ti colpisce prima il suono della voce o il contenuto?
È sicuramente il contenuto quello che fa la differenza fermo restando che un buon narratore può far apprezzare meglio quanto espresso.
Con la bacchetta magica: esprimi un desiderio in positivo e uno in negativo.
Fermo restando che considero sempre positivo un desiderio ma definirei negativa solo una possibile aspettativa, quello che mi farebbe piacere sarebbe la, finalmente, presa di coscienza dell’italiano medio di far parte del paese più, e lo dico senza tema di smentite, importante del mondo per posizionamento geografico, ricchezza culturale, capacità umane e bontà d’animo. Quello invece che non mi auspico è che riesca il piano di spoliazione sia culturale che economica di questo paese.
Un augurio per le prossime manifestazioni…
Sì, buona vita a tutti e “Ad maiora”
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Articolo pubblicato il 15/07/2022