Alla scoperta di vini e produttori, a Torino

Moscato e bollicine nostrane nei locali COMBO di corso Regina Margherita 128

Portare il Moscato a Torino, con tante altre bollicine e vini dolci, può essere una scommessa impegnativa. Siamo lontani dalle colline di Pavese, dai filari esposti al sole del mezzogiorno (i “sorì”) o dalle scabre terre di Lajolo e di Fenoglio; in città il ritmo della vita è più veloce, e si consumano aperitivi, spritz e prosecchi, lontani dal gusto che nasce e si forma su quei declivi.

Lunedì 11 luglio 2022, nei locali COMBO di corso Regina Margherita 128, si è svolta una manifestazione dedicata alla dolcezza, mentre fuori infuria una torrida estate senz’acqua.

Con i suoi oltre 5000 metri quadrati di superficie, COMBO è molto più di un ostello: è un ristorante, una radio, uno shop, spazi pensati per le esigenze e la curiosità di chi viaggia e di chi resta. A tutto questo si aggiunge l'Atlas Room, una ampia sala rilassante e insonorizzata in cui organizzare proiezioni ed eventi, e la Fire Hall (nome scelto non a caso!), un suggestivo spazio espositivo dai soffitti a volta per ospitare mostre, workshop e residenze. Combo è un salotto in cui Torino incontra il mondo.

GO WINE ha lanciato qui la scommessa delle sue degustazioni; negli stessi ambienti dove i vigili del fuoco attendevano le chiamate per gli interventi d’emergenza oggi si respira un clima conviviale. La manifestazione proposta oggi si sviluppa in parte all’esterno (nel cortile attiguo al parcheggio multipiano di corso XI Febbraio, con vini in degustazione nelle enoteche tematiche) e in parte all’interno, accanto a studenti e pensionanti che si aggirano con cuffiette e computer: il mondo di domani accanto alla storia del vino e dei vigneti.

La selezione del Moscato d’Asti vede, ovviamente, la presenza di produttori delle province piemontesi (1 da Alessandria, 6 da Asti, 8 da Cuneo).

I “Moscato d’Italia” hanno accolto etichette di Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino, Veneto, Friuli Venezia - Giulia, Toscana, Lazio, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Sicilia, Sardegna.

Gli spumanti della “speciale enoteca” provengono da Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Trentino, Lazio, Puglia e Sardegna.

Nel locale interno sono stati sistemati, per motivi di spazio, otto banchi d’assaggio, che raccontano le storie dei loro vini e delle cantine che li producono. Noi siamo andati ad ascoltare la voce dei produttori e le loro storie di vita e di cantina, che diventano emozioni mentre si stappa una bottiglia.

Gli otto produttori sono:

Caudrina - Castiglione Tinella (CN)

Ogni vino ha la sua storia e i vini Caudrina, tutti D.O.C., nascono dall’abbinamento di esperienza ed evoluzione. Redento Dogliotti ha avviato la produzione negli Anni Quaranta e il figlio, Romano, ha proseguito. Dal 1989 il Moscato “La Galeisa” è la sua bandiera riconosciuta, nel 1993 è arrivato lo spumante “La Selvatica”.

Criolin – Castagnole delle Lanze (CN)

Il nome rievoca l’antico mestiere di chi si spostava di cascina in cascina per setacciare il frumento con un attrezzo formato da tre legni. Claudio Canavero ha preso in mano l’azienda di famiglia, con la moglie Giovanna (ingegnere ritornata alle vigne). Dieci ettari di terra sono il loro patrimonio: rispetto della tradizione e un progetto di conversione al biologico. Il loro passito nasce dalla pazienza: quattro mesi in ceste di legno nel fienile, con una resa non superiore al 50%.

L’Autin – Barge (CN)

“Autin” erano il vigneto e il frutteto utilizzati per la sussistenza di una famigla. Questa azienda nasce nel 2010, per iniziativa di Mauro Camusso, imprenditore della pietra di Luserna. Mauro riprende in mano le vigne di famiglia, prima affidate a mezzadri, e vi apporta il suo tocco personale. L’etichetta d’affezione è il Verbian, che imbottiglia uve Bian Ver, con un sottile gioco di parole.

La Masera – Settimo Rottaro (TO)

La cantina si trova a Piverone. Cinque amici, nel 2005, hanno dato vita a questa azienda, con il desiderio di far rivivere l’Erbaluce Passito. La tradizione è già nel nome scelto: le “masere” sono i grossi muri di pietra che demarcano confini e proprietà in Canavese. Il loro vino del cuore è “Anima” (Erbaluce 2021); Anima dAnnata del 2019 ha ottenuto il riconoscimento dei Tre Bicchieri del Gambero Rosso.

Stefano Rossotto – Cinzano (TO)

La famiglia produce vino dal 1923, con un occhio di riguardo alla Freisa e alla rarissima Malvasia di Schierano (uva del Peloponneso importata dai Veneziani). Sono gli unici a produrre spumante freisa con metodo classico 100%. Presso la Tenuta La Serra, giovane agriturismo, propongono alimentazione del territorio abbinata a vini esclusivamente aziendali.

Tenuta Il Falchetto – Santo Stefano Belbo (CN)

Qui vive una eredità di quattro generazioni di viticoltori; fanno parte di un gruppo di circa 60 vignaioli, presenti in 18 Comuni, che hanno richiesto la nuova DOCG Moscato. Un progetto sfidante, in quanto chiedono requisiti più severi ai loro vigneti: altitudine minima dei terreni, esposizione al sole, riduzione della produzione per ettaro.

Torrevilla – Torrazza Coste (PV)

La Cantina Torrevilla nasce nel 1907, dalla fusione delle realtà di Torrazza Coste e Codevilla (dove rimane una delle ultime torri vinarie d’Italia). L’attuale cantina ha 200 soci che coltivano 700 ettari della bassa pavese. Una quindicina d’anni fa ha creato il marchio “La Genisia” (con un chiaro riferimento alla Genesi, come una rinascita), scegliendo 20 soci e 70 ettari di vigneti. Il logo prescelto si ispira alla scala e alle spirali della torre storica, nel segno della tradizione e della continuità.                                                                                                                                                                                                                                                                     

Vigneti Aliberti - Canelli (AT)

Carlo Aliberti ha scelto la fresatura a file alterne in primavera e la “rippatura” in autunno, per permettere al terreno di ricevere meglio l’acqua; il diradamento dei grappoli nel mese di luglio rinforza la qualità delle uve, in posizione elevata e soleggiata fra Canelli e Calosso. Il suo territorio è entrato a far parte, dal 22 giugno 2014, dei “Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe Roero e Monferrato” riconosciuti dall’UNESCO.

Otto produttori hanno incontrato esperti del settore, giornalisti ed appassionati, raccontando le loro aziende e aprendo i loro cuori alla curiosità e alle domande, prima ancora che alla degustazione dei vini. Le cascine e i produttori desiderano ricevere visitatori: amanti del vino, cicloturisti, appassionati della storia e della cultura del paesaggio.

La filosofia della associazione GO WINE, in fin dei conti, è il vino inteso non solo come prodotto di qualità ed espressione della cultura agro-alimentare di un luogo, ma un prodotto che fa viaggiare e muove le persone alla ricerca di un gusto, alla riscoperta dei piaceri della vita. Go Wine si rivolge a che ama viaggiare per il vino, per conoscere i luoghi della produzione e i produttori. In poche parole, è l’esperienza che abbiamo vissuto oggi alla manifestazione Bollicine italiane e Moscato Wine Festival.

Si ringrazia il Presidente, l’avvocato Massimo Corrado, per la disponibilità e la gentilezza che dimostra ad ogni occasione.

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Articolo pubblicato il 16/07/2022