Crisi di governo: Dal Pnrr al fisco, tutti i provvedimenti a rischio

I grandi appetiti della politica possono attendere, ma il vitalizio è salvo!

L’addio di Mario Draghi a palazzo Chigi – anche se vi rimarrà per il disbrigo degli affari correnti, rischia di mettere a rischio alcune riforme e provvedimenti importanti per la vita del Paese e per il raggiungimento degli obiettivi Pnrr – senza i quali l’Ue bloccherebbe le tranches di risorse.

Schiviamo il rumoroso vociare dei politici e, nell’interesse del cittadino, cerchiamo di capire quel che potrà succedere e si annida nell’espressione in burocratese.

"Siamo in una situazione di emergenza", ha detto Mattarella nel discorso in cui ha sciolto le Camere ma allo stesso tempo ha autorizzato Draghi a proseguire il lavoro sui fronti più caldi: l'economia, il Pnrr, la guerra in Ucraina.

 Ma cosa significa, nei fatti, il disbrigo degli affari correnti?

Lo ha spiegato lo stesso Mario Draghi con un comunicato ufficiale. Il governo rimane impegnato nel disbrigo degli affari correnti, nell’attuazione delle leggi e delle determinazioni già assunte dal Parlamento e nell’adozione degli atti urgenti, compresi gli atti legislativi, regolamentari e amministrativi necessari per fronteggiare le emergenze nazionali, le emergenze derivanti dalla crisi internazionale e la situazione epidemiologica da COVID-19.. A questi si aggiunge poi "l’attuazione legislativa, regolamentare e amministrativa del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale per gli investimenti complementari (PNC)

Ecco quelli sono:

IL PNRR. Nel 2022 l’Italia deve conseguire 100 obiettivi per il ‘Pnrr’, di cui 83 Milestone e 17 Target. Di questi, 45 erano da conseguire entro il 30 giugno 2022 e (e sono stati raggiunti), garantendo così la rata da 21 miliardi suddivisi tra 10 di sovvenzioni e 11 di prestiti, e 55 entro il 31 dicembre, necessari per sbloccare 21,83 miliardi. Il parlamento deve approvare entro dicembre la delega al Governo per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, le disposizioni in materia di giustizia e di processo tributari, le modifiche al codice della proprietà industriale, quest’ultimo entro marzo 2023.

DDL CONCORRENZA. Il testo collegato al Pnrr è stato approvato dal Senato e ora è in esame alla Camera. Una soluzione per consentire l’approvazione rapidamente potrebbe essere quella di stralciare la discussa norma sui taxi. Entro dicembre 2022 andranno adottati i decreti attuativi.

LA LEGGE DI BILANCIO. Il governo deve presentare entro il 27 settembre la nota di aggiornamento al Def, che aggiorna il quadro e le previsioni economiche del governo, e inviare entro il 15 ottobre alla commissione Ue il documento programmatico di bilancio, preludio alla bozza di legge di bilancio che deve arrivare alle Camere entro il 30 ottobre ed essere approvata in via definitiva prima che scocchi il nuovo anno.

L’alternativa è l’esercizio provvisorio, con chiari paletti e vincoli di spesa. Uno scenario ben scandito destinato però a ingarbugliarsi senza un governo nel pieno delle sue funzioni. Senza un nuovo esecutivo, il dimissionario dovrà limitarsi alla fotografia dell’esistente con una legge di bilancio ‘vuota’ per assicurare le cosiddette spese indifferibili – che da sole valgono oltre 3 miliardi – affidando poi il resto a un decreto da varare entro fine anno.

CARBURANTI ED ENERGIA. Il taglio delle accise su diesel e benzina è stato confermato fino al 21 agosto. Le misure sulle bollette di luce e gas valgono per tutto il terzo trimestre, quindi fino al 30 settembre. Senza un intervento i prezzi, a scenario invariato, sono destinati a risalire.

AIUTI. La settimana scorsa, incontrando sindacati e Confindustria, il governo aveva annunciato un nuovo decreto aiuti entro fine luglio in cui sarebbero dovuti rientrare il rinnovo del bonus 200 euro, un anticipo del taglio del cuneo fiscale e l’azzeramento dell’Iva sul ‘carrello della spesa’, alimenti e altri beni di prima necessità. E’ possibile che un provvedimento venga comunque portato avanti ma in versione più ‘light’ rispetto a quello ipotizzato, che di fatto anticipava alcune misure della manovra.

LE PENSIONI. La settimana scorsa i sindacati hanno chiesto a gran voce di riaprire il tavolo sulle pensioni: quota 102 scade quest’anno e se non verrà trovata una soluzione diversa si tornerà alla Legge Fornero.

FISCO. La riforma fiscale era nel programma di governo: nel suo discorso di insediamento, Draghi prospettò di studiare “una revisione profonda dell’Irpef con il duplice obiettivo di semplificare e razionalizzare la struttura del prelievo, riducendo gradualmente il carico fiscale e preservando la progressività”. Il tema, dopo l’ok della Camera alla legge delega, si arena ora in commissione al Senato.

DL INFRASTRUTTURE. Il testo è in commissione al Senato, dove era stato presentato anche l’emendamento governativo che contiene tra le altre cose le disposizioni in materia di compiti della Commissione VIA-VAS in ambito progetti PNRR, quelle sul Giubileo di Roma del 2025, nonché le misure volte a semplificare l’attività del Consiglio superiore dei lavori pubblici per opere pubbliche legate a progetti PNRR. Il testo va approvato entro il 15 agosto.

DECRETI ATTUATIVI. Pe rispettare gli obiettivi del Pnrr vanno approvati i decreti attuativi di diverse riforme: codice appalti, processo civile e penale entro dicembre, quelli della legge delega sullo spettacolo entro aprile prossimo, quelli della riforma dell’ordinamento giudiziario entro giugno 2023.

Nei mesi scorsi, inoltre si erano smorzati i toni di coloro che chiedevano di anticipare la chiusura della legislatura e d andare alle elezioni, principalmente per due motivi. Consentire la maturazione dei requisiti pensionistici per i parlamentari, il mitico vitalizio e la spartizione totale delle cariche pubbliche in scadenza, a favore dei i partiti politici in base agli equilibri di forza di questa legislatura, senza spostare la condivisione del bottino a vantaggio della prossima.

Oggi ci giungono le precisazioni.

Il vitalizio è salvo, perché il temine minimo di maturazione cade al 24 settembre.

Per quanto riguarda le nomine, il governo Draghi potrà procedere solo alle designazioni "strettamente necessarie perché vincolate nei tempi da leggi o regolamenti, ovvero derivanti da esigenze funzionali, non procrastinabili oltre i termini di soluzione della crisi, per assicurare pienezza e continuità all’azione amministrativa".

Ci sono anche tavoli finanziari importanti come la cessione di Ita o le reti di telecomunicazioni. In questo caso, fa sapere Palazzo Chigi, il "Ministero dell’economia e delle finanze eserciterà i diritti dell’azionista nelle società partecipate, previo assenso del Presidente del Consiglio".

Per cui, i grandi appetiti dovranno ancora pazientare. Al momento si risarcirà solamente qualche trombato alle elezioni.

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Articolo pubblicato il 23/07/2022