Considerazioni sulla strategia militare, ante Seconda Guerra Mondiale, del Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio

Un lettore espone argomentazioni che ne confermano la competenza e la lungimiranza

Il giudizio storico sul generale Pietro Badoglio (Grazzano Monferrato, 28 settembre 1871 – Grazzano Badoglio, 1° novembre 1956), non è mai stato benevolo e tutto sommato positivo, questo in virtù della complessa personalità e delle vicende che hanno coinvolto in modo tumultuoso questo personaggio.

Il suo “cursus honorum” dagli inizi della carriera militare, fino al coinvolgimento dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale, è stato contrassegnato da una straordinaria abilità nel superare gli incidenti di percorso (Commissione d’inchiesta sul disastro di Caporetto, le difficoltà a entrare nelle simpatie del Fascismo e in particolare di Mussolini, le diffidenze dei Gerarchi più integralisti, ecc.) che lo avrebbero danneggiato e nel contempo da una grande capacità politico-manovriera nella competizione per la scalata ai vertici della gerarchia militare.

Le vicende drammatiche, non previste, durante la guerra d’occupazione della Grecia e il disastro militare che ne seguì, segnò definitivamente l’inizio del suo declino e la temporanea uscita di scena. Infatti, Badoglio presentò le dimissioni da Capo di Stato Maggiore Generale il 26 novembre 1940.

Ritornerà in auge con la caduta di Mussolini il 25 luglio 1943 con la sua nomina a Capo del Governo.

Toccherà al suddetto l’8 settembre 1943, in una situazione di confusione totale e di sgretolamento istituzionale, dare l’annuncio alla radio dell’armistizio con gli Alleati.

Le conseguenze e gli eventi che immediatamente seguirono furono disastrosi, creando i presupposti per la cosiddetta “fuga” del Re Vittorio Emanuele III, con il seguito di generali e funzionari a Brindisi a cui si associò al fine di evitare la cattura da parte dei tedeschi.

I brevissimi governi da lui presieduti, nelle difficili condizioni del tempo, si dimostrarono deboli e senza veri effetti nelle ricadute sociali ed economiche.

La realtà politica della situazione impose la sua uscita definitiva dalle cariche governative (I e II Governo Badoglio) l’8 giugno 1944.

Nel dopoguerra (maggio 1948), inserito nella Lista dei Criminali di Guerra dell’ONU, su richiesta dell’Etiopia per l’uso di armi chimiche su soldati e sulla popolazione civile, non fu mai processato.

La storia ufficiale del Maresciallo Badoglio, figura con tante ombre, indubbie capacità, discutibili meriti e successi, non è mai apparsa positiva e questo giudizio si è consolidato sulla base di una documentazione degli eventi analizzati in un’ottica di neutralità ideologica. Le voci a favore del Maresciallo sono state minoritarie e sempre circoscritte a particolari momenti e vicende storiche del suddetto.

Pertanto, in base alle premesse di cui sopra, appare interessante prendere in considerazione l’articolo “La strategia di Badoglio”, comparso su Storia Illustrata n. 266 a pag. 12 – gennaio 1980 – Mondadori Editore, che offre una visione “poco nota” in merito al pensiero strategico militare del Maresciallo d’Italia, con argomentazioni che hanno una conferma in citazioni di documenti ufficiali.

Conseguentemente, al fine di offrire una lettura alternativa a quanto compare nelle versioni ormai consolidate dal tempo, pubblichiamo integralmente l’articolo suddetto.

 

“… Il brillante articolo di Lucio Ceva «Allo sbaraglio senza piani di guerra» (Storia n. 260) chiarisce che «l’indecisione politica di Mussolini e la sua intramontabile speranza di una soluzione diplomatica del conflitto» costituì la chiave del nostro improvvisato ingresso nel secondo conflitto mondiale, che il capo del governo decise senza dare ai capi militari né un tempo sufficiente di preavviso, né una indicazione degli scopi da conseguire.

Egli diede loro solo l’assicurazione che il conflitto sarebbe stato brevissimo, perché già deciso dalle vittorie terrestri germaniche. In queste condizioni, cui si aggiungeva la nostra impreparazione materiale, era tecnicamente impossibile entrare nel conflitto con solidi e pertinenti piani strategici.

In Italia furono non pochi i cultori di tecniche belliche superate, ma è pur vero e provato che il massimo vertice militare seppe esprimere un pensiero strategico aggiornato. Esso fu disapplicato non solo per la mancanza di mezzi adeguati ma, soprattutto, per le inframmettenze politiche e poi dello stesso alleato tedesco.

Per verificare questa asserzione, basta ricordare le chiare relazioni scritte dal nostro Capo di Stato Maggiore Generale (Badoglio, N.d.R.) nel febbraio e nel giugno 1939 (prima dell’inizio del conflitto) e nell’ottobre 1940. Egli non solo indicò che, specialmente in Libia, si sarebbe svolta una guerra di mezzi corazzati – che noi non avevamo perché erano stati negati tempestivi stanziamenti – ma previde che i validi antidoti ai carri nemici si sarebbero trovati nella adatta artiglieria e nella aviazione opportunamente usata.

Previde inoltre la necessità di numerosi mezzi «fuori strada» per il trasporto delle truppe celeri, così come nell’agosto 1935 aveva illustrato, in una lettera a Mussolini, l’importanza delle portaerei.

Non mancammo quindi di una adeguata mente militare: come sovente capita in Italia, essa non fu apprezzata al momento opportuno e fu denigrata a posteriori …

La difficoltà dei trasporti marittimi, la insufficiente capacità dei porti libici, i massacranti trasporti terrestri verso il fronte, indussero Badoglio a stilare nell’ottobre 1940 (poco prima di dare e dimissioni) un rapporto scritto in cui con acutezza prevedeva l’impossibilità di alimentare una profonda e duratura occupazione dell’Egitto, anche se si fossero usate le sperimentate truppe corazzate tedesche …. né KesserlingRommel, che negli anni seguenti il 1940 operarono in Mediterraneo con forze aereo-terrestri agguerritissime, ebbero eguale chiarezza di concezioni strategiche.     

Ferdinando Rivara, Monza”.

 

La discussione in merito, per quanto sopra riportato, è inevitabilmente aperta e “Civico 20 News” è sempre disponibile a ospitare contributi che possano favorire le conoscenze su questo argomento ancora non sufficientemente esplorato e controverso.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 28/07/2022