Torino - La presenza (virtuale) di Greta Thunberg

Le riflessioni dei Gerardo Di Fonzo

L'iimagine d'apertura è la vecchia OGM di corso Vercelli, mai messa in sicurezza: l'ho fatta volare via perché anche lei a un certo punto si è stancata di stare li e vola via.

In attesa di dare fiducia alla scienza, lei ci sottolinea la realtà contingente. Che sia il sole che fa le bizze o cosa? La scienza avanza delle ipotesi umanamente comprensibili sostenute dalle pubblicazioni fatte da uomini "per antonomasia esseri fallibili".

 

Tempo fa partecipai a una conferenza ad invito, fummo selezionati in 100 a loro dire l'élite tra varie branche della comunità torinese, non vi voglio tediare con i tanti discorsi fatti dai relatori, ma uno di questi è sul pezzo "scienza", questo scienziato di cui non farò il nome, sosteneva che la ricerca deve essere abbondantemente finanziata dalle casse pubbliche e che i cittadini non hanno titolo di pretendere una rendicontazione, in quanto la ricerca scientifica è per antonomasia fallibile.

 

Quindi nella $O$TANZA cacciate i soldoni e zitti. Ecco su questa spiegazione e pretesa scientifica, per via del mio essere romanticone mi coinvolge emotivamente di più ascoltare le parole di una attivista che quelle di uno scienziato.

 

Non fosse altro perché voglio credere che sarà la bellezza della narrazione Greta che metterà i grandi titolati di fronte ai fatti.

La foto allegata è un lavoro che è durato un'anno. Ho acquistato in un supermercato un cavolo brocco romano, tagliato esattamente a metà longitudinalmente e lo ho fotografato nella stessa posizione per un'anno.

 

Al 120° giorno era ancora di forma decente e non ha mai ceduto cattivi odori. Non è passato per la fase della marcilensa ma dopo i 300 giorni si è mineralizzato da solo.

 

Non è un test di valore scientifico, ma un'indagine artistica, però la domanda è come mai?

 

CHE CI METTONO IN QUESTI ORTAGGI?

 

Gerry Di Fonzo

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Articolo pubblicato il 28/07/2022