Chi sposta l’asse terrestre?

Indagini sul riscaldamento globale, alla ricerca di cause alternative all’attività umana

Consultare un mappamondo più vecchio di noi, rivela che i confini politici di molti stati sono diversi e alcuni di essi non esistono più. Ma un occhio diligente noterà che le terre emerse sono sempre le stesse, che il Pianeta era già rotondo, e che girava intorno a un asse già a quel tempo, fortuna dell’andar delle stagioni, e della vita stessa.

Infatti, oltre al campo magnetico, è proprio l’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al piano della ellittica sul quale orbita la Terra intorno al Sole, che permette l’alternanza del clima alle varie latitudini della nostra casa vivente che ruota nell’infinito.

Ma queste sono cose che si sanno già dai banchi di scuola. Per casuale dinamica celeste o per sfizio divino, ci siamo ritrovati a gestire ed essere gestiti da rapporti matematici e fisici che paiono fatti apposta per far germogliare tutte le meraviglie della vita in un’unica sfera che, inclinata a cospetto della sua stella, ne gestisce al meglio: luce, calore ed energia.

L’asse terrestre però non ha un angolo fisso, nel corso del tempo muta l’inclinazione. Ogni 41.000 anni l’inclinazione passa da 22° e 30’ a 24° e 30’. Una variazione del 10% a cui si può addebitare l’alternanza delle ere aride e di quelle glaciali. Un fenomeno lento e progressivo. Inoltre, la Terra ruota intorno all’asse disegnando una eclittica che traccia ipotetici coni (a Nord e a Sud) rispetto alla normale dei raggi del sole, compiendo il giro completo ogni 25.000 anni.

Tempi troppo lunghi per variazioni repentine in grado di causare l’attuale riscaldamento globale, percepito ed aumentato troppo in fretta.

Però, nel 1979 l’inclinazione dell’asse terrestre era di 23° & 44’, mentre nel 2022 è di 23° & 27’. Una differenza di percentuale intorno all’1,19%, a prima vista neppure trascurabile visto il breve lasso di tempo. Dunque la curiosità spinge a indagare su chi è stato.

I forti terremoti di recente data hanno avuto un effetto “tangente” sulla rotazione della “Globosfera”. Il terremoto del Tonkiu, di magnitudo 9 sulla scala Richter, avvenuto al largo del Giappone nel 2011, sembra abbia spostato l’asse terrestre di 10 cm dilatando la rotazione della Terra e accorciando il giorno di 1,6 microsecondi. Il terremoto del 2010, al largo delle coste cilene, di magnitudo 8.8 ha spostato l’asse terrestre di 8 cm, rallentando la rotazione del pianeta di 1,2 microsecondi.

Il terremoto del 2004, con epicentro al largo dell’isola di Sumatra, che ha causato 300.000 morti era di magnitudo 9.1 e ha spostato l’asse terrestre di 7 cm, accorciando il giorno di 6,8 microsecondi. Il terremoto più forte risale al 1960, sempre al largo del Cile, di 9.5 su scala Richter, un altro nel 1964, in Alaska, magnitudo 9.3. Non vi sono rilievi certi su effetti all’asse terrestre.

In ogni caso, vagliando in modo empirico i dati, per assioma si può affermare che alcuni effetti ne possono contrastare altri, e pur trattandosi di enormi forze in gioco, hanno interagito in modo irrilevante sulla enorme massa della Terra e la sua poderosa inerzia di rotazione.

Restano tutte le esplosioni da esperimenti nucleari (oltre 2000) applicate ora qua, ora là sulla corteccia della Terra, dal 1945 al 1998. Una somma di martellate violente, ma incapaci di scalfire la rotazione del pianeta. Un esempio rubato: “è come voler fermare un’auto in corsa con un insetto che la colpisce sul vetro”.

Spostandoci sull’aumento del clima guardando alla stella: sulla attività solare le notizie sono contrastanti. Nel 2018 l’Ansa comunicava che nei prossimi 50 anni il Sole avrebbe scaldato un po’ meno, mentre altri enti che studiano la luminosità del Sole, ipotizzano il contrario, ma la verità è lontana da un risultato certo.   

Il Foro Intergovernativo sul Cambiamento Climatico ICPP, fondato dall’Onu nel 1988, nel 2010 ha attribuito l’aumento del calore sulla Terra, per il 92,5% ai gas serra da attività umane (soprattutto CO2) e per il 7,5% all’attività del Sole. Non si parla molto del minor spessore della ozonosfera, filtro per i raggi UV, intaccata da cloro-fluoro-carburi (CFC).

Dunque, si può confermare che il riscaldamento globale è dovuto agli eccessi del nostro sviluppo demenziale e che non vi sia correlazione umana con il -1,19% dell’angolo dell’asse terrestre avvenuto in poco più di 40 anni. Invece, sorprendentemente, è peggio di così.

La rotazione della Terra, dai tempi di Pangea, ha sistemato i pesi di mari e continenti, radunando i ghiacci ai rispettivi poli Nord e Sud. Il riscaldamento sta sciogliendo i ghiacci in modo repentino, cambiando la ripartizione dell’acqua sul pianeta e la confluenza del peso alle due estremità.

Si tratta del trasloco di enormi masse che ha colto gli equilibri della Terra impreparati. L’effetto è ben spiegato da Vincent Humphrey, climatologo dell’Università di Zurigo: “la Terra gira attorno al suo asse come una trottola. Se cambiamo il peso sulla parte superiore di una trottola, questa comincerà a oscillare. Lo stesso accade alla Terra se si spostano i pesi che si è auto distribuita per millenni sulla sua superficie”.

Spiegazione semplice e concisa che soddisfa la curiosità su quel 1,9% di temperatura, stuzzicata all'inizio di questa indagine. È il serpente dell’inquinamento che si morde la coda e moltiplica se stesso. In poco più di due secoli di rivoluzione industriale, la razza umana è riuscita in un’impresa cosmica. Fermarsi non basta più. Occorre riportare l’ecosistema allo stato originale. Il pianeta ha perfezionato il suo funzionamento in milioni di anni. Scienziati e premi Nobel che emettono teorie elaborate studiando fotoni e neutrini, faranno più in fretta?

Ricerche dal Web, studio e proiezioni: ICPP, Arch. Mattiuzzza e Sartoris,  calcoli Ing.Griffa.

Foto di copertina esclusiva dell'autore e del giornale 

 

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Articolo pubblicato il 30/07/2022