La medaglia ai benemeriti del Principe

Un onore antico (di Alessandro Mella)

Da anni, sotto al magistero del Duca Carlo Saverio, la Real Casa di Borbone Parma ha avviato una serie di intense attività dinastiche tese a custodire al meglio il prezioso retaggio del proprio passato.

Oltre alle concessioni degli ordini dinastici dal 2013 sono ripresi i conferimenti, con grande attenzione, parsimonia e misura, anche di un antico e glorioso onore pieno di storia.

Si tratta dell’antica Medaglia ai Benemeriti del Principe e dello Stato la cui storia merita di essere raccontata.

Essa fu istituita da Maria Luigia, proclamata sovrana in Parma al tempo della Restaurazione, il 2 novembre del 1836 con il Decreto 177. La medaglia era prevista in due metalli, argento ed oro, e con nastro a due pali bianco e rosso. Essa doveva esser conferita: «A quegli che per qualche loro azione di merito non comune Noi riconosceremo esserne indubitabilmente degni». (1)

Sul recto era presente il profilo della sovrana ed al verso la dicitura: AI BENEMERITI DEL PRINCIPE E DELLO STATO. Il nastro avrebbe reso possibile indossarla al petto sul lato sinistro:

Quel sovrano decreto fu emanato nel a Novembre del 1836: in quel giorno stesso un altro ne promulgò la prelodata Sovrana, nel quale premessa avendola lodevolissima considerazione, che i distintivi d’onore, donali a  chi si rende benemerito della patria con utili azioni, sono ad un tempo premio di quelle, ed incitamento nobile ed efficace ad imitarle, istituì una seconda divisa d’onore di Medaglie d’oro e d’argento, coll’impronta della sua effigie da un lato, e dall’altro l’iscrizione Ai benemeriti del Principe e dello Stato. Anche gli insigniti di tal divisa ebbero facoltà di portarla sul lato sinistro del petto, pendente da un nastro bianco e rosso. Ogni qualvolta piace alla Duchessa di premiare con quel fregio un’azione di merito non comune, quell’atto sovrano vien pubblicato, ed affisso poi in tutti i Comuni dello Stato. (2)

I decorati, a maggior titolo d’onore, venivano citati nell’Almanacco di Corte edito ogni anno ed al tempo di Maria Luigia furono concesse 4 medaglie in oro e 28 in argento.

Con la scomparsa della stessa la medaglia passò ai Borbone Parma con tutta l’eredità materiale e morale del regno. La medaglia venne successivamente modificata dal duca Carlo III che volle istituire anche la classe in rame con il decreto 453 del 4 settembre 1849 nonché, con decreto 208 del 17 giugno 1853, mutare il nastro in uno di 42 mm di larghezza con colore dominante blu e pali scarlatti. (3) Coloro i quali, ancora viventi, avevano ricevuto l’onorificenza ai tempi della scomparsa Maria Luigia ebbero facoltà di seguitare al portarla con il nastro originale.

L’Almanacco di Corte del 1858, poco prima dell’unione di Parma al Regno di Sardegna, riportò il totale delle avvenute concessioni: 20 medaglie in oro, 71 in argento e 47 in rame. (4)

Interessante, anche per capire l’importanza di questa medaglia, raccontarne qualcuna secondo le notizie che ci sono pervenute.

Nel 1842 ebbe la medaglia d’argento il podestà di Marore, Giambattista Vighi, in riconoscimento della sua preziosa opera sul territorio. (5)

Invece nel 1849 la medaglia in oro fu conferita al francese Giulio Le Compte Du Camp il quale, nella sua fornace, intervenne per salvare la vita ad un operaio colpito da asfissia esponendosi a grave pericolo. (6)

Nel 1852 Bernardo Gavazzoli, caporale delle Guardie di Polizia di Parma, ebbe le insegne in rame per aver fermato, con epico atto di coraggio, due buoi impazziti sfuggiti al giogo del loro carro e diretti in corsa verso il mercato della Ghiaja. (7) Nello stesso anno l’ebbe in argento tal Antonio Zavattoni, vice caporale delle reali truppe, il quale si era gettato in un torrente portandosi sul fondo per soccorrere un commilitone in pericolo di vita. (8)

La medaglia veniva anche conferita a cittadini esteri come accadde nel 1856 quando l’ebbero in oro il maresciallo d’alloggio Agostino Casinò, d’argento il brigadiere a piedi Luigi Imerisio ed il milite Giovanni Maglione tutti dei Reali Carabinieri del Regno di Sardegna i quali avevano catturato, in Stradella, un bandito fuggito da un penitenziario parmense. (9)

Quando Luisa Maria di Borbone, solo cinque giorni prima di lasciare i ducati, decise gli ultimi conferimenti essa concesse la medaglia d’oro, con decreto 142 del 4 giugno 1859, al figlio Enrico, Conte di Bardi, al Conte Luigi e Albertina Sanvitale, al Conte Massimiliano Marca, al Consigliere Antonio Lombardini, al Cav. Prof. Giuseppe Monici, al Conte Giuseppe Simonetta di Torricella, al Cavaliere Amadio Levi e ad Antonio Marchi. Conferimento voluto per gratificare chi aveva reso possibile, con una preziosa donazione, la realizzazione di “case da fornire abitazioni comode e salutari per popolo”. (10)

Tuttavia, alcune concessioni avvennero anche dopo la partenza della Casa Ducale ad opera del governatore provvisorio Manfredi che, ad esempio, nel mese di agosto conferì la medaglia in rame a Clementino Pinetti, da Sorbolo, il quale aveva salvato la vita a due fanciulli caduti nelle acque dell'Enza. (11)

Per molti anni, poi, le medaglie che ancora si videro furono quelle portate dei veterani dei caduti ducati fino a quando SAR Carlo Saverio, con decreto del 18 agosto 2013, decise di riprendere le concessioni ed oggi “con lo stesso spirito del Suo Avo il Duca Roberto, concede questa onorificenza quale riconoscenza per particolari azioni meritorie nei confronti della Civica Comunità”.

La decorazione si presenta oggi con lo stemma della Reale e Ducale Casa di Borbone Parma al recto. Al verso, secondo le varianti, può comparire la scritta “Benemerenti” oppure l’immagine di tre gigli armoniosamente disposti.

Si tratta di un’onorificenza oggi concessa con grande parsimonia da questa casa, la quale ha da tempo adottato una politica tesa a mantenere il valore ed il prestigio delle proprie decorazioni anche attraverso concessioni effettuate con sobrietà ed attenzione. (12) Una scelta che rende ulteriormente onore a questa dinastia ricca di storia, memoria e sensibilità.

Alessandro Mella

NOTE

1) Gazzetta di Parma, 90, 9 novembre 1836, p. 1.

2) Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia e delle sue isole, Attilio Zuccagni Orlandini, Volume VIII, Firenze, 1839, p. 212.

3) Almanacco di Corte per l’anno 1855, Tipografia Reale, Parma, 1855, p. 23.

4) Le medaglia italiane negli ultimi duecento anni, Alberto Brambilla, Milano, 2012, p. 196.

5) Decreto 224 del 9 dicembre 1842.

6) Ibid. 611 del 4 novembre 1849.

7) Ibid. 30 del 26 gennaio 1852.

8) Ibid. 259 del 29 giugno 1852.

9) Ibid. 448 del 20 dicembre 1856.

10) Il patrimonio araldico della real casa di Borbone Parma – L’Ordine di San Lodovico, Paolo Conforti, Silva Editore, Parma, 1998, pp. 221-222

11) Decreto 372 del 11 agosto 1859.

12) Recentemente l’autore di questo studio ha avuto il privilegio di essere insignito della medaglia in argento con la seguente motivazione: «Il cav. Mella ha realizzato numerosi servizi sulla Real Casa di Borbone Parma pubblicati in riviste specializzate ed è, in particolare, valente collaboratore dell’Annuario della Nobiltà Italiana nel quale ebbe modo di approfondire argomenti di recente attualità come i servizi celebrati per la principesse Maria Teresa e Cecilia di Borbone Parma oltre che per Alessandro Farnese e sua moglie Maria d’Aviz, profondo conoscitore della storia ha saputo trasmettere con i suoi lavori un quadro particolareggiato e preciso della dinastia ducale». Nella stessa occasione, il capitolo degli ordini dinastici del 2 luglio 2022, la medaglia in oro è stata conferita al direttore dell’Annuario della Nobiltà Italiana Andrea Borella con la seguente motivazione: «Andrea Borella svolge da diversi anni il ruolo di direttore dell’Annuario della Nobiltà Italiana nel quale ha dimostrato grande competenza nel complesso settore dell’araldica. Nello specifico è il primo repertorio che riporta, in una sezione specifica, un’ampia disamina sulla Reale e Ducale Casa di Borbone Parma ed i suoi ordini dinastici. In occasione delle cerimonie di tumulazione delle principesse Maria Cecilia oltre che di Alessandro Farnese e di sua moglie Maria d’Aviz ha prestato gratuitamente il suo generoso contributo attivandosi materialmente nella costruzione di dipinti araldici, di strutture ornamentali, oltre che a livello di consulenza storica e dinastica per realizzare, insieme al cerimoniale della Casa di Borbone Parma, degli eventi di elevatissimo livello». Al dott. Borella lo scrivente desidera rivolgere una sentito ringraziamento per alcune informazioni fornite per questo testo.

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Articolo pubblicato il 06/08/2022