
Diapositive di quelle meravigliose estati anni 60 a due passi dalla grande città
Anni 60, tempo di vacanze. Noi giovani studenti di Torino non sentivamo il bisogno di andare lontano. Le valli che si diramano come dita di una mano e penetrano tra i monti che circondano la città, offrivano storiche mete di villeggiatura a meno di un’ora da casa.
Tra queste, le valli di Lanzo erano molto frequentate e Ceres, graziosa località dalle tradizioni alpine, da luglio a fine settembre si animava, abituale punto di approdo per folte famiglie di villeggianti.
Noi ragazzi si aspettava quel momento tutto l’anno. Ceres e dintorni erano la nostra America e i giovani del posto ci accoglievano cordiali. I ragazzi di città e quelli di paese si ritrovavano in un unico gruppo amalgamato dall’età e da un ambiente amichevole e sereno che rispecchiava gli animi di quel tempo. Specchio di un’epoca priva di tensioni sociali, dove lavoro e convivialità rendevano il vivere allegro e rilassante. Anni in cui si sentiva cantare nelle piazze e nelle vie, mentre dai cortili della grande città si sentivano rumori di macchinari al lavoro, voci e poi, odori di biscotti, di olio, di vernici e di tutti i materiali.
Anni 60, non tutte le famiglie avevano una vettura e per raggiungere i luoghi di vacanza, erano in molti a muoversi in corriera, e dove c’era, anche col treno. Anche per questo, Ceres era un luogo ideale, storico traguardo della leggendaria ferrovia che, partendo da corso Giulio Cesare, passando per Venaria e poi Caselle e Lanzo, proseguiva risalendo il torrente Stura, facendo sosta nelle aggraziate stazioni che servivano anche il più modesto villaggio, per giungere infine a Ceres; terminal della pittoresca tratta.
Le carrozze che odoravano di legno attraversavano un paesaggio variegato e naturale, trainate da solidi locomotori anneriti dall’età, rotolando su quel binario unico che infine, dopo ponti e gallerie, raggiungeva la meta.
Un’estate a Ceres: tre mesi per crescere, per imparare a ballare un lento al suono del juke-box nel retro del bar Bianco. Momenti della sera, poche ore per trovare il coraggio di baciare una ragazza prima del coprifuoco alle undici di sera. Amori, batticuori, confidenze, delusioni, lacrime e poi, nuove esperienze. Un mangiadischi il nostro impianto stereo e la sera, un gazebo… una balera
Settembre non avrebbe dovuto arrivare mai.
Anno dopo anno si diventava un po’ più grandi nelle notti di una Ceres che non perdeva né di fascino né di moda. Mancava un ritrovo vero, quella discoteca che nell’estate del 69 ergemmo tutti insieme in un’ala abbandonata dello storico albergo Miravalle, destinata a diventare leggenda.
Mentre intanto qualcuno arrivava in motorino o con la 500, ci si ritrovava sempre noi, sempre gli stessi. Decine di amici che si spostavano tra i paesi della valle, da Cantoira ad Ala di Stura e anche più in là.
Amicizie durature e solide, senza distinzioni tra classi sociali, livello d’istruzione e neppure età. Punto di ritrovo: il mitico bar Bianco oppure il muretto in pietra sulla piazza della chiesa, vista sul campo di calcio e sui boschi della vallata.
Le montagne erano una palestra che non passava mai di moda. Fin dall’adolescenza, l’endemica confidenza con i boschi e le vette, per i ragazzi di Ceres e dintorni è sempre stato un rendez-vous, dal significato ancestrale e mistico.
Si partiva all’alba, l’obiettivo era un’aspra vetta, dormire in quel rifugio per poi ripartire, salire più in alto: rapaci, marmotte, cerbiatti. Souvenir di quella notte di un cielo tempestato di stelle e i profili delle vette nere più della paura. E noi piccoli nel silenzio irreale rotto dal saltellare dei ruscelli e dal respiro di una ragazza accanto, la più bella del mondo.
Giornate di nebbia, nevi perenni, temporali d’agosto, funghi, un fuoco a Santa Cristina, scatolette e acqua di fonte, sempre noi, con qualcuno di meno perché l'estate andava avanti sempre più in fretta.
Settembre non avrebbe dovuto arrivare mai.
Il giorno di partenza era un triste momento. Il treno odore ruggine e legno vecchio attendeva alla stazione per un melanconico viaggio all’indietro. Nove mesi ancora per la prossima estate, i 16 anni e il Motobi 125: moto e libertà. Ceres di colpo più vicina, stessi amici, altre storie nella memoria, mentre il treno continuava il suo tragitto. Altri ragazzi tra la città e la località montana. Nuove generazioni, ma sempre meno gli adolescenti sulla piazza della chiesa.
La ferrovia Torino Ceres, 43 km di storia
La ferrovia Torino Ceres fu iniziata nel 1868 e partiva da ponte Mosca, in borgo Dora, toccando Venaria e Caselle. Giunse a Ciriè nel 1869 e quindi fino a Lanzo torinese nel 1876. Quindi, la tratta del percorso montano che includeva pendenze del 35% e molte gallerie, fu terminata nel 1916.
La Torino Ceres è una ferrovia che detiene molti primati, tra cui il progetto di trazione elettrica iniziata nel 1918 allo scopo di tagliare i costi del carbone. Dunque, la Torino Ceres fu la prima ferrovia al mondo ad adottare la corrente continua ad alta tensione con gli storici locomotori Bò Bò, mentre in Italia, all’epoca le ferrovie utilizzavano ancora la trazione trifase.
Molto suggestiva la serie di otto stazioni della tratta montana, costruite tra il 1913 e il 1917, ispirate a quelle di una ferrovia alpina svizzera. Eleganti e accoglienti reperti di tempi più coerenti. Altro elemento ardito è il viadotto che attraversa la stura con un’unica campata prima di giungere a Ceres.
Da segnalare inoltre i numerosi raccordi della linea, da cui si raggiungevano i più importanti insediamenti industriali della città. Raccordi che proseguivano lungo tutta la tratta, zona di numerose manifatture della carta, dell’ amianto e altre miniere.
Oggi i binari sono solcati da moderni locomotori e il futuro della Torino Ceres ancora non è scritto, ma per chi ha vissuto quegli odori di ferro e legno antico, le immagini conservate nei ricordi, sono legate al fascino insostituibile di quegli antichi convogli e a quegli anni spensierati.
Immagini SATTI e tratte dal catalogo delle foto ferroviarie italiane di Hansjürg Rohrer
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Articolo pubblicato il 08/08/2022