MICIO

Io sono Micio, questo è il mio nome. Vi racconto la storia di una delle mie tante vite, che per fortuna sto ancora vivendo.

Tutto è cominciato nel mese di giugno di qualche anno fa. L’anno non lo conosco. Noi gatti viviamo senza tempo. Le nostre giornate sono scandite dal giorno e dalla notte.

Ero nato da pochissime ore. Ricordo poco di quel momento perché ero cieco e non vedevo niente. Sentivo solo il battito del cuore della mia mamma, calda e morbida. Sentivo accanto a me i corpicini dei miei fratellini e udivo forte i loro lamenti.

Il tepore rassicurante, però, fu interrotto bruscamente una mattina all’alba, quando il sole era appena nato e l’aria era piuttosto fredda.

Una mano mi estrasse dalla cuccia e poco dopo fui catapultato dall’abbraccio materno all’interno di in un gelido sacchetto di plastica. 

Finii in un grosso contenitore maleodorante e restai appallottolato in quel sacchetto con la disperazione nel cuore.

Mi addormentai, pensando che mi sarei presto risvegliato nel paradiso felino profumato.

L’aria cominciava a mancarmi e le mie forze venivano meno ogni minuto.

Non so quanto tempo sia passato, forse un giorno, non lo so, ero piccolo, cieco e chiuso al buio.

A un certo punto, quando ormai pensavo di esser passato a miglior vita, fui svegliato da un rumore, un cigolio.

Attraverso le mie palpebre chiuse e umide vidi filtrare una luce e capii che quella era la mia unica possibilità di salvezza.

Cominciai a emettere tutti i suoni che riuscivo.

Non potevo muovermi perché ero senza forze ma la voce, quella sì, funzionava ancora e piuttosto bene. Lo ammetto, ero proprio fiero di me e del mio essere gatto.

L’illusione durò pochi istanti, un tonfo e poi il buio. Il coperchio si richiuse lentamente con quel cigolio che sapeva di morte.

Non potevo rassegnarmi, miagolai più forte, poi più forte ancora.

Sentii dei passi e la luce tornò di nuovo a riportare speranza nel mio piccolo cuoricino di micio abbandonato.

Sentii muoversi i sacchi che mi stavano accanto e finii ancora più giù.

Qualcuno aveva udito i miei lamenti. Mi stava cercando.

Sarò salvo, pensai. Cercai di muovermi per farmi trovare ma l’aria ormai era pochissima all’interno del sacchetto chiuso a dovere per non darmi speranze e mi sentii talmente debole che mi abbandonai al sonno senza poter più combattere.

Mi risvegliai e sentii l’odore fresco di un qualcosa che mi avvolgeva, una copertina morbida.

Pensai di aver raggiunto il paradiso dei gatti, dove ero già stato nelle mie vite precedenti e attendevo, calmo e tranquillo, che il solito gattone bianco venisse a prendermi per condurmi verso la mia nuova vita.

Nessun gattone, ma una dolce mano morbida mi stava accarezzando la testolina mentre una voce suadente mi rincuorava.

“Piccolo, finalmente, ti sei ripreso. Ho temuto fossi morto. Non aver paura, ora ci sono io”.

Mi mise in bocca un biberon e io cominciai a succhiare quel latte tiepido che poco per volta mi ridette le forze che non avevo più. 

Qualche giorno dopo, mentre mi godevo le coccole e il mio biberon, riuscii ad aprire gli occhi.

Che magia quel momento.

Fu lì che vidi per la prima volta il viso della mia amica.

“Micio!”

“Miu” risposi

“Che belli questi occhietti, che bello, ciao micio mio…”

La mia vita trascorse così, avvolto dall’amore di un’amica insostituibile.

Crescevo ogni giorno un po’ e cresceva anche l’amore che provavamo l’uno per l’altra.

In nessuna delle vite che ho passato ho ricevuto così tanto affetto, attenzioni e rispetto.

A volte, mentre dormo ai piedi della mia amica, penso che vorrei che questa vita non finisse mai.

Questa vita, mi sta insegnando che non bisogna mai perdere la speranza, perché anche quando tutto sembra finito, esiste sempre una possibilità che qualcuno chiama miracolo. A me è successo.

Poche ore dopo che fui salvato so che è passato il camion trituratore: mi avrebbe spedito in pochi secondi chissà dove.

Invece ora sono qui.

Mi chiamo Micio, sono un bel gatto dal pelo nero lucido e due occhi verdi che sembrano smeraldi. Ricevo amore e ne do a profusione. 

Un giorno ho ascoltato la mia amica dire: “Micio mi ha salvato la vita. Senza di lui non ce l’avrei mai fatta a sopravvivere”.

Il mio cuore si è riempito di gioia. Ci siamo salvati entrambi, insieme.

Vivremo felici e contenti, fino a quando il gattone bianco lo vorrà ma credo mi darà un bel po’ di tempo ancora.

La magia della vita è questa, incontrarsi per caso, salvarci a vicenda e scambiare l’amore che siamo capaci di dare, ognuno a suo modo.

Sento la porta di casa che si sta aprendo, vi saluto, la mia amica è tornata a casa, ho da fare.

 

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Articolo pubblicato il 30/08/2022