23 settembre 1865: nasce in Ungheria Emma Orczy

Scrittrice britannica d’adozione, autrice dell’epopea letteraria della “Primula rossa”, ha inventato il personaggio del “detective in poltrona”

Emma Orczy nasce il 23 settembre 1865 a Tarnaörs, nella provincia di Heves in Ungheria, figlia della contessa Emma Wass e del barone Felix Orczy. Questi sogna di trasformare la sua tenuta di Tisza-Abad in azienda modello, ma si scontra con l’aggressivo misoneismo di contadini e braccianti tanto da doverla abbandonare e trasferirsi con la famiglia a Budapest.

L’esperienza negativa lo segna profondamente e ne induce un peggioramento nel carattere, aggravato dalla morte della figlia Madeleine nel 1873. Gli Orczy si trasferiscono a Bruxelles e, in seguito a Parigi. Nel 1880, raggiungono Londra. Emma si ambienta progressivamente in Inghilterra che giudica “amabile e ospitale” fino a considerarla sua patria d’adozione. Anche il padre trova infine apprezzamento per le sue doti artistiche musicali.

L’adolescente Emma prova un certo fastidio verso gli incontri mondani, ma ricorda con gioia di aver danzato la csardas con l’Arciduca Rodolfo, erede dell’imperatore Francesco Giuseppe.

Emma, poco avvenente, non sa se dedicarsi allo studio della musica, della pittura, della letteratura e infine si iscrive alla West London School of Art, come allieva di pittura. Anche se alcuni suoi quadri sono esposti alla Royal Academy a Londra, non raggiunge il successo, ma gli studi d’arte figurativa le permettono di evocare un’immagine visiva di scene e personaggi nati nella sua immaginazione, aiutandola a trascriverli sulla carta.

Nel 1894 Emma sposa il pittore Montague Barstow (1864 - 1943) verso il quale si è sentita subito attratta. Il loro matrimonio porta a un legame stabile e duraturo ed è il marito che caldeggia l’attività letteraria di Emma e la pubblicazione delle sue opere.

Il 25 febbraio 1899 nasce il loro figlio, John Montague Orczy-Barstow, che sarà uno scrittore col nome de plume di John Blakeney.

Nello stesso anno, Emma esordisce col romanzo I lampadari dell’imperatore (The Emperor’s Candlesticks). Segue una serie di racconti polizieschi pubblicati sul Royal Magazine, sulla scia della vasta popolarità delle storie di Sherlock Holmes, che sono accolti con favore e danno inizio alla sua celebrità.

È apprezzato il suo romanzo del 1901 In Mary’s Reign e, dal 1905, giunge un grande successo, con La primula rossa (The Scarlet Pimpernel), che inizia un ciclo di romanzi ambientati in Francia nel periodo del Terrore della Rivoluzione Francese. Protagonista un misterioso personaggio, capo di una lega che intende aiutare i nobili decaduti in pericolo perché accusati e imprigionati come «nemici della repubblica». L’eroe, che si fa beffe dei nuovi crudeli governanti della Francia, firma le sue spericolate e strabilianti imprese con lo stemma di una primula rossa. Emma stabilisce un legame con la sua patria d’adozione perché l’ardito eroe chiamato Primula Rossa è in realtà un nobile inglese: sir Percy Blakeney, che nasconde la sua identità di giustiziere sotto l’aspetto di un lezioso damerino amico del Principe di Galles. Una situazione di doppia identità che sarà ripresa nelle storie di Zorro e di molti supereroi dei fumetti.

Il ciclo letterario della Primula Rossa è imponente, si prolunga dal 1905 al 1940, in Italia è presto tradotto e proposto dal Corriere della Sera e da editori popolari come Salani e Sonzogno. Nel 1964 la RAI lancia la serie televisiva Biblioteca di Studio Uno che propone la parodia di celebri opere letterarie ad opera del Quartetto Cetra, affiancato da noti attori. Oltre al Conte di Montecristo, I Tre Moschettieri, Via col vento, Odissea vi è anche La Primula rossa. Ricordo ancora l’isterico Robespierre impersonato da Renato Rascel...

Ancora apprezzato nel mondo anglosassone, questo ciclo letterario lo è assai meno in Italia dove però il termine di Primula Rossa, ampiamente sopravvissuto alla fama del personaggio romanzesco, viene ancor oggi impiegato per indicare personaggi imprendibili, ad esempio il capo di “Cosa Nostra”, Matteo Messina Denaro.

Tra il 1905 e il 1909 Emma pubblica in volume raccolte di suoi racconti polizieschi già apparsi in riviste a inizio Novecento, che hanno due protagonisti fortemente innovativi: il primo è quello dell’investigatore in poltrona (armchair detective) proposto nei libri Il caso di Miss Eliott (1905) e  The Old Man in the Corner (1908). Il secondo è l’investigatrice Lady Molly of Scotland Yard (1910).

Prima di addentrarci nell’esame di questa parte della produzione di Emma, concludiamo in breve la sua biografia.

Emma amava viaggiare. Col marito, acquista a Monte Carlo la Villa Bijou, dove trascorrere il periodo invernale. In seguito, scopre Lerici e decide di acquistarvi un terreno per far costruire una villa (La Padula), con annesso giardino. Qui, dal 1927 al 1933, i coniugi trascorrono il periodo autunnale e primaverile per vivere in estate in Inghilterra e la restante parte dell’anno a Monte Carlo. Vendono La Padula, con decisione sofferta, nel 1933 perché non sopportano il clima autoritario che si è instaurato in Italia col consolidarsi del regime fascista.

Dopo la morte del marito, nel 1943, Emma vive in permanenza a Montecarlo, ancora per quattro anni. Muore al Brown’s Hotel di Londra l’11 novembre 1947.

Prendiamo ora in esame il personaggio dell’investigatore in poltrona (armchair detective), creato per la prima volta da Emma e che ha poi assunto un suo spazio nel mondo della letteratura poliziesca: si tratta di un individuo che risolve i misteri senza alzarsi dalla sedia. Emma descrive un vecchio antipatico, anonimo e insignificante, con un vistoso abito a quadretti, che se ne sta seduto in un angolo di una sala da tè dove sorbisce bicchieri di latte e sgranocchia fette di torta al formaggio: da questo deriva il titolo The Old Man in the Corner.

Il vecchietto conversa con una anonima giornalista e le espone la soluzione di oscuri enigmi criminosi, avvenuti sia a Londra che nelle grandi città delle Isole Britanniche, che hanno colpito il suo gusto estetizzante e tronfio di risentimento, in particolare nei confronti della polizia.

Nessun colpevole viene mai assicurato alla giustizia e il vecchietto disdegna di informare le autorità. Emerge quindi una soluzione teorica, priva di riscontro pratico, ma l’abilità della scrittrice è quella di farla percepire come l’unica possibile, condividendo la sorpresa e lo stupore della giornalista.

I racconti hanno una scenografia fissa e riguardano una gamma limitata di crimini, classici del poliziesco inglese edoardiano, spesso motivati da avidità come omicidi per eredità, furti clamorosi e ricatti, avvenuti in ambienti aristocratici e alto borghesi. La bravura di Emma emerge dal fatto che tutto questo non fa perdere il gusto per l’inaspettata soluzione che ci viene proposta dal vecchietto, il quale, mentre parla, ha l’abitudine di tenere fra le dita una cordicella con cui intreccia nodi particolarmente elaborati.

Emma ha il merito di aver scritto soltanto racconti polizieschi, che personalmente ritengo la vera dimensione di questo tipo di letteratura perché detesto i romanzi, carichi di particolari inutili e, spesso, fastidiosi. A parte queste mie opinabilissime opinioni, va detto che le storie del Vecchio nell’angolo sono apparse per la prima volta nel 1901 su The Royal Magazine. Emma ha ricevuto l’ingente compenso di 60 sterline, i suoi racconti sono diventati subito popolari e richiesti dal pubblico.

La raccolta in volume delle storie non ne ha seguito l’ordine cronologico.

Le prime dodici storie apparse sono pubblicate nel 1908, nel libro The Old Man in the Corner che contiene: Il mistero di Fenchurch Street; La rapina a Phillimore Terrace; Il mistero di York; La misteriosa morte sulla metropolitana; Il mistero di Liverpool; Il mistero di Edimburgo; Il furto alla banca di provvidenza inglese; Il mistero di Dublino; Un oltraggio senza precedenti (Il mistero di Brighton); L’omicidio di Regent’s Park; Il mistero di Birmingham; La misteriosa morte in Percy Street. In questo libro la giornalista prende il nome di Polly Burton dell’Evening Observer.

Viene omessa la pubblicazione de Il mistero di Glasgow per un motivo che a noi può apparire bizzarro: quando il racconto è apparso su The Royal Magazine ha provocato centinaia di lettere di lettori scozzesi arrabbiati perché vi è descritta l’indagine condotta dalla giuria di un coroner, che in Scozia non esiste, perché la legge scozzese, in gran parte basata sul vecchio sistema legale romano, è diversa da quella inglese. Emma non era a conoscenza di questa particolarità delle isole britanniche e gli editori non se ne sono accorti!

Questa omissione è un peccato, poiché la storia contiene una soluzione molto intelligente.

È questo l’unico volume di questa serie di racconti che sia stato tradotto in Italia, edito nel 1996 da Sellerio Editore Palermo col titolo Il vecchio nell’angolo.

Le storie pubblicate su The Royal Magazine nel 1904 e nel 1905 sono raccolte nel libro The Case of Miss Elliott, apparso nel 1905, prima cioè di The Old Man in the Corner. Compaiono: Il caso della signorina Elliott (che dà il titolo al libro); L’inganno della sigaretta; La tragedia a Dartmoor Terrace; Chi ha rubato i diamanti neri?; L’omicidio della signorina Pebmarsh; Il mistero di Lisson Grove; Il caso Tremarn; Il destino dell’Artemide; La scomparsa del conte Collini; Il mistero di Ayrsham; L’affare al teatro della novità; La tragedia di Barnsdale Manor.

I casi includono clamorosi e complessi enigmi investigativi, come l’omicidio (Il caso Tremarn), il ricatto (L’omicidio della signorina Pebmarsh), l’alibi perfetto (Il caso della signorina Elliott) e i furti (L’affare al teatro della novità).

Unraveled Knots (Nodi sciolti), apparso nel 1925, contiene tredici racconti su questo tema.

Una donna, presumibilmente Polly Burton, fa visita a una sala da tè dopo un’assenza di vent’anni per trovare il Vecchio nell’angolo. È degna di nota l’evoluzione del personaggio: in precedenza esaltava il genio del criminale che aveva ingannato la polizia, senza alzare un dito per la sua cattura, qui raccomanda talora alla sua ascoltatrice di pubblicare i suoi scritti - purché non vi sia il pericolo di una causa per diffamazione - o riferimenti utili per la polizia. Sono: Il mistero della tunica cachi; Il mistero del capolavoro di Ingres; Il mistero della collana di perle; Il mistero del principe russo; La misteriosa tragedia in Bishop’s Road; Il mistero della scogliera del dente di cane; Il caso Tytherton; Il mistero di Brudenell Court; Il mistero del garofano bianco; Il mistero del cappello di Montmartre; L’avaro di Maida Vale; Il mistero dei giardini di Fulton; Una tragedia nella brughiera. Sette di queste storie sono apparse originariamente sul London Magazine (1923 -1924) e cinque su Hutchinson’s Magazine (1924 - 1925).

Stiamo parlando di storie poliziesche e il fornire ulteriori particolari potrebbe configurare uno spoiler… per aiutare i Lettori nella scoperta di questo personaggio, segnaliamo che nel canale YouTube GLI AUDIORACCONTI by Damy si possono ascoltare alcuni dei racconti del libro Il vecchio nell’angolo.

Scarse informazioni sulla pubblicazione in Italia delle 12 storie di Lady Molly of Scotland Yard sono contenute nel blog Assassini e Gentiluomini.

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Articolo pubblicato il 23/09/2022