Gino Ceccarini: Un eroe giunto da lontano

Di Alessandro Mella

Le traversie della guerra condussero, spesso, le persone lontano dalla propria casa, dagli affetti e dai principali riferimenti della propria vita. E nelle turbolenze della storia talvolta uomini e donne si trovarono in situazioni estreme a dover decidere da che parte stare, per quale causa sacrificare i propri sogni e le proprie speranze.

Furono migliaia coloro i quali si ritrovarono a dover far fronte alle tragedie seguite all’armistizio dell’8 settembre 1943 senza prospettiva di potersi riavvicinare, almeno nell’immediato, alle proprie radici.

Non furono pochi, quindi, quelli che si ritrovarono a scegliere di militare in formazioni partigiane combattenti in luoghi per loro inconsueti.

E ciò accadde anche al giovane Gino Ceccarini nato a Livorno il 29 agosto del 1917, figlio di Enrico, nei giorni drammatici di un’altra guerra. (1)

Arruolatosi nel Regio Esercito Italiano, il nostro era stato promosso tenente della Guardia alla Frontiera nel 1940. (2) Forse proprio per questo aveva posto la sua residenza a San Germano Chisone, in Piemonte, nei pressi del settore GAF cui era stato assegnato. (3)

Qui aveva anche trovato moglie prendendo in sposa la giovane Rina Malan nativa del vicino comune di Porte. (4)

Dopo i fatti dell’armistizio anche lui finì per sbandarsi ma, poco dopo, riprese a combattere convinto di fare il proprio dovere, di uomo e di ufficiale, militando nella 45ª divisione “Sergio Toja” delle formazioni partigiane di Giustizia e Libertà alle quali si avvicinò nel giugno del 1944.

Dinamico, capace, dotato di carattere e preparazione, gli fu conferito l’incarico comandante di distaccamento dal successivo mese di luglio fino al gennaio del 1945 quando, meritevole e capace, venne ulteriormente “promosso” a comandante di brigata.

E fu in questa fase che maturarono le situazioni che lo condussero al martirio quando i reparti della Repubblica Sociale Italiana, ormai al loro disperato crepuscolo, decisero di scatenare una serie di rastrellamenti finalizzati ad allontanare o sgominare le bande partigiane operanti nell’astigiano, ove Ceccarini si era portato ed operava, per liberarsi la via nel caso fosse pervenuto l’ordine di ripiegamento verso il fantomatico Ridotto Alpino Repubblicano nell’alta Lombardia.

Il 15 marzo 1945, in località Madonna di Serra presso San Paolo Solbrito, il comandante Ceccarini fu sorpreso ed incalzato dal nemico in avanzata, il quale gli intimò la resa che egli rifiutò sdegnosamente con le parole: “No, il partigiano non si arrende: sparate, vigliacchi!”.

Non ebbe scampo e nello scontro a fuoco perse la vita, a poche settimane dalla sospirata vittoria, cadendo eroicamente di fronte alla preponderanza di un nemico giunto in gran numero e bene armato oltre che disperato ed accanito.

Solo dopo la guerra, passate le peggiori bufere della storia, le istituzioni poterono onorarne il coraggio con una medaglia di bronzo, alla memoria, al valor militare. Decorazione che giunse, tardiva, solo nel 1972 con la seguente motivazione:

Comandante di brigata partigiana, veniva accerchiato da preponderanti forze nemiche durante una rischiosissima azione di collegamento in territorio occupato dall’avversario.

Anziché arrendersi, ingaggiava arditamente l’impari combattimento finché, colpito a morte, cadeva per la libertà della Patria. San Paolo Solbrito (Asti), 15 marzo 1945. (5)

Oggi un piazzale, nel comune di Porte (Torino), lo ricorda e ne perpetua la memoria tra le genti del posto. Così che non si perda nell’oblio il nome di quel giovane toscano giunto nelle valli piemontesi e caduto per la libertà loro e dell’Italia. Un eroe da ricordare, da custodire nel cuore. Lui, quel Gino Ceccarini che nacque in Toscana ed in Piemonte trovò casa, amore, martirio ed eroica fine. Un eroe vero.

Alessandro Mella

NOTE

1) Secondo altre fonti invece nacque a Fornaci di Barga nei pressi di Lucca.

2) Bollettino Ufficiale, Ministero della Guerra, Dispensa 43, 15 agosto 1940, p. 4547.

3) Commissione Regionale Piemontese per l’accertamento delle qualifiche partigiane, scheda Gino Ceccarini, tramite il portale Partigiani d’Italia.

4) L’Eco Mese, 10, Anno XXI, novembre 2008, p. 90.

5) Archivio dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Decorati al Valor Militare.

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Articolo pubblicato il 12/09/2022