Ugo Mattei: Tutelare la dignità umana

di Alessandra Gasparini (parte prima)

“Noi vogliamo il diritto di essere contro, di essere lasciati in pace, di poterci informare liberamente per suffragare oppure superare le nostre convinzioni. Vogliamo esercitare la virtù del dubbio. Vogliamo che il potere impari dalle esperienze passate ed eserciti la precauzione.”

Nell’aprile di quest’anno è uscito per l’edizione PIEMME il saggio di Ugo Mattei “DIRITTO DI ESSERE CONTRO. Dissenso e resistenza nella società del controllo”.

L’AUTORE

Ugo Mattei è un noto giurista, Professore Emerito di Diritto internazionale e comparato dell’Università della California, Ordinario di Diritto civile all’Università di Torino. È attivista per la tutela dei beni comuni, è stato fra i redattori dei quesiti referendari inerenti ad essi nel giugno 2011.  Ha pubblicato più di venti libri, tradotti in venti lingue. Attualmente presiede il CLN, Comitato di Liberazione Nazionale, che opera riunendo studiosi di vari ambiti e in particolare quelli sanitario e giuridico, per il ripristino della costituzione italiana.

LOTTARE

La vita è una lotta, ci ricorda nella dedica il professore. Questa lotta la vinceremo, aggiunge.  Mattei afferma essere in atto “una grande trasformazione che sta travolgendo i capisaldi della tradizione giuridica e politica occidentale perché, per la prima volta nella storia, il capitalismo non necessita del diritto. ”(ibid. p.12)

Le minoranze, afferma Mattei, hanno goduto storicamente di una molteplicità di protezioni giuridiche. Sulla base di esse si può misurare il livello di democrazia in una società, passata e presente.

Stiamo vivendo una deriva storica, preparata da tempo, che si fonda sul sostegno allo sviluppo tecnologico e all’asservimento dei governi ai detentori della gestione dei settori informatico, farmaceutico, della produzione e vendita di armi.

 Questi si sono accaparrati il controllo dell’economia mondiale e cercano con esiti già sin d’ora inquietanti, di sottomettere la società globale neoliberista al loro diktat.

Chi dissente dagli obiettivi e dalle modalità adottate per raggiungerli cerca di fare inceppare un ingranaggio potente, che negli ultimi anni ha vissuto, anche grazie alla pandemia, un processo di accelerazione tale da apparire ormai inarrestabile.

Il dissenziente è segnalato come un pericoloso sabotatore, da intimidire, reprimere, punire, rieducare.

LA SOCIETÀ DEL CONTROLLO

La società del controllo ha lo scopo di arricchire senza limiti la decina di multinazionali più potenti al mondo, che controllano il sistema finanziario e politico, sino alle alte magistrature.

Quelle stesse alte magistrature che nelle società del passato avevano e oggi avrebbero il compito di garantire e tutelare i diritti delle minoranze.

Le minoranze sono rappresentate oggi da coloro che non accettano la somministrazione nel proprio corpo si sieri genici o vaccini sperimentali e anche da quelli che dubitano fortemente sia un bene fornire armi all’Ucraina, per fare due esempi sotto gli occhi di tutti. Occhi disattenti, in realtà, ipnotizzati da decenni di manipolazione mediatica.

Per giustificare un sempre maggiore bisogno di controllo sui cittadini si sono usati svariati argomenti.

Dopo l’11 settembre 2001, per esempio, la parola chiave è diventata “sicurezza”. Ed ecco apparire e diffondersi la paura del musulmano, potenzialmente un pericolo sociale.

“Ben prima della dichiarazione sulla pandemia dell’OMS del gennaio del 2020, gli apparati ideologici della sorveglianza globale si erano strutturati in pensiero unico atlantista, determinando tuttavia una crisi della struttura stessa del costituzionalismo liberale di cui la loro stessa ideologia si pasce. La strategia, non nuova, ma progressivamente universalizzatasi e naturalizzatasi è quella di negare ogni agibilità politica e persino soggettività razionale al dissenziente.” (ibid. p.16)

DIRITTO E LEGGE

Fondamentale è la distinzione operata da Mattei tra DIRITTO come ius (etimologicamente legata all’idea del retto, del giusto) e LEGGE, potere di legare, obbligare (“dura lex sed lex”).

La legge è stata nel corso della storia, infinite volte, strumentale al potere.

Al contrario il diritto non è potere ma arte del buono e del giusto (“ars boni et aequi”). Il diritto ha infatti il dovere di difendere ogni individuo dall’uso della coercizione operato dal potere con motivazioni sempre strumentali al mantenimento del potere stesso, all’infinito, nelle mani di chi lo esercita.

IL DIRITTO NELLA COSTITUZIONE DI UNO STATO LIBERALE

“Il diritto costituzionalizzato da uno stato liberale non potrà usargli violenza o ricattarlo in modo da costringerlo a adeguarsi al volere della maggioranza, né potrà tappargli la bocca, espellerlo dal gruppo o ucciderlo perché insiste sul proprio diritto costituzionalmente riconosciuto.” (ibid. p.23)

VERITÀ POLITICA ASSOLUTA

L’aggressività dei governanti italiani verso i propri cittadini che hanno deciso in coscienza di esercitare il proprio diritto di scelta, in una condizione di totale inaffidabilità dei dati scientifici forniti dal Ministero, ha equivalenti solo in regimi autoritari del passato. Lo stesso vale per le forniture di armi all’Ucraina.

Si nega e si vuole tacitare la Storia passata.

Non si ammette che la minoranza, tutelata formalmente da tutte le dichiarazioni di diritti e costituzioni presenti e passate, obietti alla verità assoluta politica, ossia quella della maggioranza, ipnotizzata dai media al servizio del potere (che finanzia e conferisce incarichi) e delle sue strategie intimidatorie.

Improvvisamente il dubbio non ha più spazio, e così anche il principio della precauzione, fondamenti di un processo serio di conoscenza alieno da pregiudizi.

MONDO DIGITALE E DIRITTO

Il capitalismo della sorveglianza è strettamente legato all’affermarsi in maniera sempre più pervasiva del mondo tecnologico-digitale.

Scopo del capitalismo digitale, sempre più potente e diffuso, è mantenere “tanti più abitanti possibili nel nuovo mondo”.

Questo mondo non prevede la tutela di diritti, governa i processi di riproduzione del capitale senza bisogno di essi.

Per esempio: voglio approfondire una notizia trovata in rete? Voglio prenotare un viaggio? Leggere una recensione di cinema? Comprare qualunque cosa in rete? E tanto altro…

Dovrò accettare tutte le condizioni che la piattaforma mi pone. Se no, niente. Circa 4 miliardi di persone sono oggi continuamente collegati in rete. È qui che avvengono i principali “processi di riproduzione capitalistica della nostra epoca.”

Il potere che la piattaforma ha assunto su di noi è totale, e non ha bisogno del diritto.

Ciò avviene in una società in cui il prestigio di avvocati e magistrati è sempre più in declino e il servilismo del ceto accademico rientra in questo processo complessivo di sottomissione del diritto alla logica del potere.

Le principali vittime di questa logica di “antidiritto” sono appunto i dissenzienti.

Il giurista, l’avvocato che eroicamente sceglie di difendere i diritti di tutti diviene marginale, opera al di fuori di prospettive di carriera e di lauto guadagno.

Internet ci ha abituati già da molti anni a sottostare continuamente alla richiesta: accetti o rifiuti?

Dove è obbligatorio accettare, in caso contrario ci si autoemargina sempre più dalla società civile.

Se clicco “sì” perdo una frazione di secondo, se clicco “no” perdo la possibilità di partecipare.

È un gesto ormai automatico, che ripeto molte volte ogni giorno. Sono abituato ad acconsentire. Eccentrico chi non acconsente! La normalità è dire “sì”. Questo meccanismo lo abbiamo già da tempo interiorizzato.

La sottomissione l’abbiamo allenata sulle piattaforme.

IL DIRITTO DI ESSERE CONTRO

La tesi del libro di Mattei è che tale diritto affonda nelle più antiche dichiarazioni di diritti e carte costituzionali.

È il diritto di pensare con la propria testa e di resistere al tentativo del potere di manipolare e sottomettere gli individui per i propri fini.

Ogni costituzione democratica ha il dovere di proteggere la minoranza dissenziente, tale protezione è affermata in ogni carta di diritti esistente.

Per “minoranze” Mattei intende chi oggi si dichiara contro il green pass, contro l’obbligo vaccinale, contro la gestione UE della crisi ucraina e l’espansione della NATO, contro la logica dell’emergenza protratta.

Tale diritto soggettivo di opporsi deve essere garantito dal diritto oggettivo.

IL PENSIERO UNICO

Caduto il muro di Berlino, si celebra la nuova fase giuridica del pensiero unico atlantista e globalista. Come in ogni altro periodo storico “pensiero unico” significa perdita di diritti da parte di chi non è d’accordo o rivela un atteggiamento critico.

Chi difende le minoranze odierne in Italia? Si chiede Mattei. Non certo il capo dello stato, che le offende pubblicamente e con grande zelo. Seguito da tutti gli altri, quelli legati alla poltrona più che alla tutela dei diritti dei cittadini.

IL CAPITALISMO ATLANTISTA E LA FINE DELLA STORIA

La convinzione di Ugo Mattei è che anche una organizzazione sociale, non solo un individuo, possa perdere la coscienza di sé e creare il culto di se stessa come perfetta, annullando ogni spirito di autocritica e lasciando così accadere ciò che è incivile e privo di rispetto per la dignità umana (= dei cittadini).

Questo è avvenuto e sta avvenendo nella società odierna, società del capitalismo atlantista che ci ha convinti, al termine della Guerra Fredda, con la caduta del muro di Berlino, di avere raggiunto in occidente il culmine del liberalismo e della democrazia.

Non c’era quindi più spazio per visioni alternative o critiche, che i poteri forti presentavano e presentano come divisive.

Si attua la costruzione ideologica del neoliberismo

Da cui verranno via via esclusi coloro che avranno commesso la colpa di perseguire una politica estera non del tutto allineata (vedi ad esempio Enrico Mattei, o Aldo Moro…).

Il Partito Comunista Italiano, che aveva coinvolto con Berlinguer, pochi anni prima, un terzo dell’elettorato “si sciolse come neve al sole rinunciando per sempre alla propria carica ideologica” (ibid. p.33).

Per la prima volta un ex comunista, Giorgio Napolitano, divenne Ministro degli Interni, incarico sino allora assegnato alla Democrazia Cristiana.

Presidente del Consiglio diventò Massimo D’Alema e come prova di fede atlantista partecipammo al bombardamento di Belgrado ad opera della NATO, non autorizzato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Mattei la definisce “aggressione umanitaria”, firmata anche da Sergio Mattarella, allora Ministro della Difesa.

Il Trattato di Maastricht (1992) conferma l’oltranzismo atlantista, spingendo verso l’eurosistema con la moneta unica.

L’Italia viene fortemente indebolita da questo processo.

Mattei ci ricorda come anche le basi NATO nel nostro paese comportino un ingente prelievo di risorse pubbliche italiane.

Aggiunge a ciò la presenza di una classe dirigente asservita e molto meno preparata delle precedenti, poco incline a curare l’interesse dei cittadini.

Inizia così una fase di declino economico-politico e di credibilità internazionale del nostro paese.

Ogni ostacolo al processo di asservimento atlantista doveva essere rimosso.

Il sindacato doveva dimostrare il suo senso di responsabilità e privilegiare la concertazione rispetto al conflitto e allo sciopero.

Ereditando un pensiero che poco tempo prima era stato appannaggio della destra più radicale (vedi Guido Carli e Confindustria). Il PENSIERO UNICO, appunto, di cui saranno espressione personaggi come Giuliano Amato, Carlo Azeglio Ciampi, Romano Prodi, Silvio Berlusconi. Con a fianco i rappresentanti delle grandi banche d’affari, come Mario Draghi e Mario Monti.

(prosegue)

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 09/09/2022