Perugia – Celebrato il bicentenario della morte dello scultore Antonio Canova con una mostra di oltre cento opere

Ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo, il percorso espositivo in sette sezioni dislocate in due sedi compie un excursus dell’arte in Umbria tra il Sette e l’Ottocento, fino al primo novembre 2022

Come mai  un significativo numero di gessi canoviani si trovano in Umbria? Questa è una domanda che può sorgere al  visitatore che si appresta a visitare l’importante mostra,”Al tempo di Canova. Un itinerario umbro”.

Una risposta la trova visitando l’esposizione, organizzata dalla Fondazione Perugia e Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”  allestita in due prestigiose sedi della città l’Accademia delle Belle Arti  e Palazzo Baldeschi al Corso.

Il percorso espositivo   compie  un excursus dell’arte in Umbria tra il Sette e Ottocento, in un percorso scandito in sette sezioni ciascuna delle quali vengono identificate  tematiche  che intendono raccontare un’epoca artistica  che Antonio Canova coltivò, in quel periodo.

La mostra, viene curata da Stefania Petrillo, docente dell’Università di Perugia, e contempla oltre cento opere scelte che raccontano in un percorso, di sette sezioni, l’arte del grande maestro scultore di Possagno, acclamato da pontefici, sovrani, collezioni e accademie di tutta Europa, il tutto incentrato sul nucleo dei gessi canoviani , conservati al museo dell’Accademia di Perugia tra i quali “Le Tre Grazie” , donate dallo stesso Canova nel 1822.

La mostra valorizza il contesto artistico e culturale entro cui queste opere si inseriscono, raccontando un Umbria iscritta in più ampie dinamiche e in una vivace rete di relazioni.

Nella prima sezione “L’Umbria pontificia”, sono esposte  una selezione ragionata di opere e testi utili a illustrare queste dinamiche di prossimità e scambio tra la regione umbra  e la città eterna, su quei percorsi che nel 1797 porteranno lo stesso Canova in Umbria, come testimoniato da alcuni schizzi tratti dagli affreschi di Assisi.

“La stagione napoleonica”, inizia  con l’insediamento del nuovo governo avvenuto nel 1809 dopo che le truppe napoleoniche entrarono in Roma e arrestarono il Papa Pio VII, nei cinque anni di dominio francese (1809-1814).

Sullo sfondo dei chiaroscuri  del quinquennio napoleonico, le opere e i documenti presenti in questa sezione illustrano le trasformazioni della società e il ruolo dei protagonisti.

La terza sezione della mostra è dedicata al “Paesaggio”, che fissa l’orizzonte ideale, che non fu cornice, di un  territorio crocevia di artisti , viaggiatori, collezionisti” nel tempo di Antonio Canova.

“Canova e l’Accademia di Belle Arti di Perugia”, la quinta sezione “Un'altra linea di bello: verso il purismo”; nella sesta parte “le incisioni”, “L’eredità di Canova”, nel mese di agosto del 1829 l’avvocato perugino Vincenzo Binarelli curiale della Sacra Rota e in amicizia con Giovanni Battista Sartori Canova, comunica all’Accademiadi Belle Arti di Perugia la disponibilità dell’erede di donare alcuni gessi, in segno di «stima verso un Istituto per il quale Canova ha nutrito, vivente, particolare interesse».

Giungono così nella gipsoteca quattro opere esemplificative di momenti diversi della straordinaria attività dello scultore. I bassorilievi con “la morte di Priamo” e la Danza dei figli di Alcinoo, invenzioni che non verranno mai tradotte in marmo e ispirate a episodi tratti rispettivamente dall’Eneide e dall’Odissea.    

«Formano catena e collezione», così spiegava Canova a Napoleone Bonaparte nel 1810 a Fontainebleau  per dissuaderlo del sottrarre altri capolavori all’Italia, sottolineando l’importanza del legame che si stabilisce tra le opere e i luoghi originari.

Mario Rampini, Presidente Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia,”Il bicentenario della morte di Antonio Canova costituisce  un’occasione preziosa per celebrare uno dei più grandi scultori mai esistiti. Ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo tanto da essere sopranominato  « il nuovo Fidia», le sue opere sono esposte in molti dei principali musei europei”.

Celebrare Antonio Canova  nel bicentenario della morte, afferma la Presidente della Fondazione Perugia Cristina Colaiacovo  nella presentazione del catalogo,” è stato un artista che, accanto al suo lavoro, ha sempre avuto attenzione anche per la conservazione e la tutela del patrimonio culturale inteso come bene comune, come eredità da tramandare ne rendere fruibile.

Un’idea  dell’arte anticipatrice e modernissima. Esattamente la stessa la stessa alla base del lavoro di promozione e tutela di una realtà come quella della Fondazione Perugia”.    

Il percorso espositivo, contempla vari artisti  da Giuseppe Valadier, Vincenzo Pacetti, Carlo Labruzzi, Pietro Labruzzi , Cristoforo Unterperger, Abrraham-Louis-Rodolphe Ducros, Stefano Tofanelli, Tommaso Maria Conca,Pietro Benvenuti, Vincenzo Camuccini, Jean –Baptiste Wicar, Tommaso Minardi, Giovanni Sanguinetti, opere e protagonisti di una stagione culminata nel legame influente che Canova ebbe tra il 1812 e il 1822 con l’Accademia di Belle Arti, di cui orientò le scelte appoggiando la nomina di direttori quali Carlo Labruzzi, Tommaso Minardi Giovanni Sanguinetti.

La  mostra annovera poi una delle opere lasciate in eredità all’Accademia dal fratellastro di Canova, la colossale testa del cavallo, modello del monumento equestre a Ferdinando I di Borbone, “riscoperta” in questa occasione, ed è esposta a Palazzo Baldeschi in un inedito confronto con la testa del cavallo del Marco Aurelio, il calco fatto eseguire e preso a modello di Canova,  questo esemplare attualmente è conservato a Ravenna.

L’evento viene accompagnato  da un catalogo edito da ABA Press, la cui realizzazione editoriale è stata affidata alla Fabbri Editore. Il volume riccamente illustrato contiene le presentazioni di Mario Rampini, Cristina Colaiacovo, Stefania Petrillo curatrice della mostra,  e saggi di Giovanna Capitelli, Chiara Coletti, Francesco Mrcatilli, Anna Rebecca Sartore, Emidio De Albentiis, Alessandra Migliorati e Bianca Maria Brumana.

Descrizione immagini:

Foto copertina catalogo

Foto 1  Antonio Canova “Le tre Grazie” gesso, 173x100x60cm. Perugia, Fondazione Accademia di belel Arti “Pietro Vannucci”

Foto 2  Cristoforo Unterperger “San Ponziano risparmiato dai leoni”, 1787 olio su tela 105,5x56,3cm. Montefortino, Pinacoteca civica “Fortunato Duranti

Foto 3  Stefano Tofanelli, “Martirio di San Secondo”, 1796 olio su tela, 245x154cm. Gubbio, chiesa di San Secondo

Foto 4 Carlo Labruzzi “Paesaggio con il ratto di Deianira”, 1813-1817 olio su tela, 43x58,2cm, Perugia, Fondazione Ranieri di Sorbello

Foto 5  Francesco Diofebi “Interno della Basilica inferiore di Assisi”, 1825  circa olio su tela, 63x50cm Collezione Luc Govaert

Foto 6 Vincenzo Chialli, “La Madonna contempla il Bambino immerso nel sonno”, 1826-1829circa olio su tela,120x106cm Città di Castello, Pinacoteca comunale

Foto 7 Giuseppe De Fabris, Bartolomeo Pinelli”Monumento a Canova”, 1824 Acquaforte, Perugia Fondazione Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”

Foto 8 Antonio Canova “Morte di Priamo”,  1787-1790  gesso, 139x268x15cm. Perugia Fondazione Accademia di Belle Arti”Pietro Vannucci”

Foto 9 Antonio Canova, “Danza dei Figli di Alcinoo, 1790-1792, gesso 139x268x15cm. Perugia Fondazione Accademia dei Belle Arti “Pietro Vannucci”

Foto 10 Antonio Canova, Damosseno”, gesso, 206x70x133cm. Perugia Fondazione Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”.

Le immagini che accompagnano il testo sono tratte dal catalogo della mostra:


“Al tempo di Canova. Un itinerario umbro”, curato da Stefania Petrillo, fino al 01 novembre 2022,  Perugia, sedi: Palazzo Baldeschi , Corso Vannucci 66 e MUSA(Museo dell’Accademia di Belle Arti) Piazza San Francesco, Per informazioni Tel. 075 5734760 palazzobaldeschi@fondazionecariperugiaarte.it  e www.fondazioneperugiaarte.it

 

 

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Articolo pubblicato il 12/09/2022