Giovanni Marta: Veterano del Risorgimento e sindaco

di Alessandro Mella

Spesso ci siamo imbattuti nelle vicende di uomini e donne che, dopo aver servito il più alto ideale patriottico ai tempi del Risorgimento, si dedicarono ancora al bene comune attraverso il servizio nei corpi e nelle amministrazioni del nascente stato unitario. Spesso partendo proprio da quelle comunità locali che, in giovinezza, avevano lasciato per andare a combattere per l’indipendenza italiana.

Queste figure furono, in qualche modo, parte dell’ossatura su cui il Regno d’Italia costruì le proprie istituzioni ed il proprio avvenire.

Giovanni Marta, ed esempio, nacque a Calasca, nell’odierna provincia del Verbano Cusio Ossola, nel 1836 figlio di Giuseppe.

Giovanissimo si arruolò nell’esercito e prese parte alla campagna della Bass’Italia del 1860, combattendo contro l’esercito pontificio a Castelfidardo ed all’assedio di Ancona nella quale entrò tra i primi, ma fu presente anche nella campagna per la presa di Roma pugnando nei celebri scontri di Porta Pia del 20 settembre 1870.

Tornato al suo paesello si diede alla vita borghese, ma si lasciò travolgere dal vento della politica, alcuni anni dopo, diventando assessore presso il municipio dal 1889 al 1897. (1)

Fu in quegli anni che apprese i rudimenti necessari a condurre gli affari comunali e quando venne nominato sindaco la sua opera si rivelò così positiva ed apprezzata che la sua persona fu riconfermata ripetutamente nel ruolo:

CALASCA. — A Sindaco di questo Comune venne riconfermato Marta Giovanni fu Giuseppe con votazione unanime. La generale dimostrazione tributatagli dai colleghi del Consiglio sono la miglior prova della fiducia e stima che in tanti anni il Marta seppe conquistarsi reggendo con zelo e imparzialità la importante e difficile carica. (2)

Ed infatti il nostro proseguì per decenni a farsi carico della gestione del comune ottenendo importanti forme di progresso utili alla collettività riuscendo sempre ad armonizzare le molte difficili questioni con le necessità del bilancio di un piccolo comune in perpetue ristrettezze.

La sua saldezza d’animo, il carattere severo ma probo, la rettitudine morale, gli valsero tanto la stima della popolazione tanto quella delle superiori autorità. E questo condusse l’on. Falcioni a perorarne la causa fino ad ottenere dal re Vittorio Emanuele III la nomina del Marta a cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia:

La nomina del Sindaco Marta a Cavaliere. - Un telegramma di S. E. l'on. Falcioni comunicava l'altro ieri al nostro Sindaco sig. Marta Giovanni la nomina a Cavaliere della Corona d'Italia. La distinzione era attesa, perché meritata. Sono non meno d'una trentina d'anni che il Marta presiede l'amministrazione del nostro comune; e noi — suoi amministrati — ed i suoi colleghi della Valle, conosciamo con quale rigidezza abbia sempre difeso gli interessi del comune. E’ un veterano glorioso, reduce da Castelfidardo e Porta Pia: Personalmente poi, è la vera raffigurazione dell'uomo di carattere, che opera senza oziose verbosità ma retto da larghissimo buon senso e da visione limpida e decisa delle cose. Vadano al neo cavaliere le felicitazioni più vive e cordiali dei convalligiani, alle quali uniamo quelle sentitissime dell'Indipendente. (3)

CALASCA. — Il Sindaco, cavaliere. La nomina del nostro Sindaco Marta a Cavaliere ne pare delle più giuste e più indovinate fra quelle che vennero a decorare persone ossolane in questo ultimo scorcio di tempo. S. E. l'on. Falcioni che ha designato il Marta all'onorificenza, ha anche qui dimostrato intuito felicissimo: ha riscontrato in una persona dalle parvenze e dalle esteriori modeste un uomo di merito vero e non comune; e ha dato a questa persona il crisma del cittadino degno e benemerito; e la valle Anzasca ha applaudito e applaude all'atto sovrano.

È una specie di democratizzazione delle insegne onorifiche che si viene per tal modo compiendo: e si passa sopra a vanto può essere prevalentemente lustro esteriore per andare a rintracciare il merito là dove esiste realmente, nella modestia silente ma operosa.

Il Marta è Sindaco di Calasca effettivamente da una trentina d'anni. Durante gli ultimi tempi del sindacato del cav. Belli, chi reggeva l'amministrazione del Comune non era più il Belli, vecchio e infermo, era il Marta. Morto il Belli, il Marta vi successe per designazione quasi naturale e d'allora il Consiglio comunale di Calasca lo confermò sempre suo presidente.

È pure un reduce delle guerre dell'indipendenza, decorato di medaglia al valore militare. Calasca è felicissima della attestazione di stima addimostrata al suo Sindaco e mentre si felicita con lui esprime devota riconoscenza a S. E. Falcioni che lo designò por la onorificenza al Governo del Re. (4)

Fu sicuramente un momento felice per lui che, uomo sensibile anche alle arti ed alla cultura, successivamente si prodigò perché Calasca potesse disporre di una società filarmonica. (5)

Condusse una vita lunga, avventurosa, laboriosa, vide guerre e battaglie, l’Italia nascere e consolidarsi, tre re passare, le ere di Crispi e di Giolitti, Trieste italiana. Vide anche lo stato liberale avviarsi verso la sua crisi irreparabile mentre gli opposti estremismi prendevano forma. La provvidenza gli risparmiò le pagine peggiori che seguirono ed egli si spense nella calda estate del 1922:

CALASCA. - Lutto. - Il Cav. Giovanni Marta non è più. È morto all'età di 85 anni. Era successo nella carica di Sindaco all'On. Cav. Ing. Giovanni Belli, del quale fu a lungo il facente funzione, amico e stimato. Fu consigliere comunale da oltre mezzo secolo, e per circa vent'anni disimpegnò la carica di sindaco con onestà e parsimonia che lo resero stimato sia nel periodo del sindacato sia dopo la reggenza del comune. Non vi è ente o società che non sia stata felice di averlo a consigliere: (…) la Società Operaia, la Musica e gli enti di beneficenza ebbero sempre nel cav. Marta, un benefattore ed anche un amministratore disinteressato. Era un veterano dell'Indipendenza d'Italia ed aveva anche alcune distinzioni (…). (6)

Se ne andò così, in silenzio, il vecchio granatiere di Castelfidardo, il leale e generoso sindaco, l’uomo dell’Ottocento. Si spense come si spegneva la sua stagione storica, posta sotto assedio dai moti feroci della politica.

Giovanni Marta fu un bravo soldato, un capace sindaco, un uomo valoroso. E merita senz’altro di non essere dimenticato dai posteri.

Alessandro Mella

NOTE

1) I sindaci d’Italia nel cinquantenario del Risorgimento nazionale – Omaggio ai Reali d’Italia, Officina Poligrafia Editrice, Roma, 1911, p. 175.

2) L’Ossola, 30, Anno XI, 29 luglio 1905, p. 2.

3) L’Indipendente, 18, Anno XIV, 30 aprile 1913, p. 2.

4) L’Ossola, 19, Anno XIX, 10 maggio 1913, p. 2.

5) CALASCA. - (Mi) - Società filarmonica. - Da qualche tempo è segnalato il successo di questo premiato Corpo musicale Calaschese, costituitosi non senza difficoltà, nei momenti ancora scabrosi che attraversiamo. Colla solerzia della direzione in persona del sig. Marta Giovanni, un buon numero di musicanti hanno rallegrato parecchie feste locali, rammentando con nostalgiche reminiscenze, i bei tempi passati (…). (L’Ossola, 27, Anno XXV, 26 aprile 1919, p. 2).

6) L’Ossola, 28, Anno XXVIII, 15 luglio 1922, pp. 2-3.

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Articolo pubblicato il 19/09/2022