Il petto al nemico - Il monumento ai Caduti di Viù (Torino)

Di Alessandro Mella

Al termine della Prima Guerra Mondiale il nostro paese, al netto di ogni celebrazione patriottica, si ritrovò sconcertato e diviso. I problemi sociali ristagnavano, le disparità crescevano di pari passo con la povertà, l’inflazione pesava, le tensioni politiche laceravano imprese e campagne ed il mito della “vittoria mutilata” si sentiva.

Forse anche per rinfrancare un poco gli spiriti e cercare di unire un poco gli animi, sulla scia del grande rito laico nazionale che fu la traslazione a Roma del Milite Ignoto, la maggior parte delle amministrazioni comunali italiane iniziò ad impegnarsi per garantire ai propri caduti un monumento utile a ricordarne le gesta e perpetuarne l’esempio.

Anche Viù, nelle Valli piemontesi di Lanzo, non volle esser da meno e vennero quindi avviate le procedure necessarie con il sostegno dei reduci che da tempo si erano organizzati in sodalizio. Anzi l’associazione che raccoglieva i combattenti sotto le sue insegne costituì un apposito comitato la cui presidenza fu affidata al reduce e mutilato di guerra Francesco Cargnino Masin. (1)

Il monumento fu realizzato dal maestro Borelli il quale immortalò un soldato a petto nudo e dal portamento fiero posto a difesa della bandiera nazionale e fu innalzato su di una base in granito. (2)

La cerimonia di inaugurazione, presente la popolazione, si tenne il 7 ottobre 1923, una domenica, alla presenza del commissario prefettizio avv. Edoardo Barraia, del conte Luigi Cibrario, del generale Enrico Albera celebre ex ufficiale dei Reali Carabinieri in Macedonia e poi podestà di Lemie, del parroco Pietro Emmanuel e di molti reduci, militari e cittadini alpestri:

Viù ai suoi caduti. Viù, 11, notte. Questa ridente cittadina ha voluto onorare con una bella opera d'arte i suoi figli caduti in guerra. Con l'intervento di numerose Autorità la degna cerimonia venne celebrata in cospetto di una numerosissima folla qui convenuta da Torino e da tutti i paesi delle nostre belle vallate. Discorsi pieni di passione patriottica pronunciarono il capitano Cittadini, il colonnello Faracovi, comandante del 3° alpini, il conte Cibrario.

Il monumento ai caduti è l'opera di un giovane, che muovendo i primi passi già prorompe in una manifestazione così gagliarda di vita da meritare che su lui converga una qualche attenzione: Stefano Borelli.

Il monumento, in bronzo, è alto circa sei metri, e mentre ricorderà nobilmente chi diede se alla Patria, segnerà nel giovane artista di Mondovì, che dal Cellini trasse buon nutrimento d'arte, un primo passo, che è buon indizio di un luminoso avvenire. (3)

Dopo la Grande Guerra al monumento furono aggiunti i nomi dei caduti del conflitto mondiale 1940-1945 e della Resistenza.

L’opera restò nella sua posizione originaria in piazza Vittorio Veneto ma quando la piazza subì, tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70, una violenta e sconvolgente rivisitazione urbanistica (che spazzò via senza pietà le reminiscenze del paese) essa fu voltata. Posta così in modo da guardare l’ingresso del paese e non più la piazza. Una scelta discutibile ma in linea con i canoni modernisti del tempo i quali, purtroppo, condussero al vero esercizio di una forma di violenza architettonica su di uno scorcio che oggi vive solo nelle antiche cartoline.

Il passaggio del tempo, l’allontanarsi dei fatti, i mutamenti della sensibilità e della società condussero, negli ultimi anni, il monumento ad un’ulteriore forma d’oblio e di trascuratezza. Al punto che, non bastassero i parcheggi più o meno selvaggi delle auto, la statua divenne bivacco per turisti, motociclisti ed avventori vari.

Tuttavia, l’amministrazione comunale ha deciso di procedere, il prima possibile, ad una riqualificazione dell’area. Operazione che renderà giustizia al monumento ed alla sua storia:

VIÙ Affidata la progettazione degli interventi di riqualificazione dell’area davanti al Monumento. Majrano lavora per cambiare il volto di piazza Vittorio Veneto. L ’Amministrazione vuole cambiare il volto di piazza Vittorio Veneto. Nei giorni scorsi la giunta comunale ha affidato l’incarico per la progettazione degli interventi di riqualificazione dell’area davanti al monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale. (…) «Abbiamo così pensato, visto il successo riscontrato, di portare tutti gli anni alcune novità, e in questo discorso vorremmo inserire anche l’area che si trova sulla piazza, proprio davanti al monumento, attaccata al municipio». Attualmente si tratta di un’area un po’ sacrificata e chiusa dai parcheggi. «Ne elimineremo tre o quattro, liberando lo spazio fino alla fontana situata nel vicino al muro a pietra - prosegue il primo cittadino - Faremo una piccola area di rispetto del monumento che sarà adibita a giardinetto.

Insomma arrivi in piazza e puoi sederti, puoi mandare una mail dal computer o dal telefonino connettendoti al wifi pubblico gratuito, puoi mangiarti un panino, un gelato, riposarti un attimo, aspettare che qualcuno torni da fare la spesa senza entrare per forza in due o tre nel negozio. Un’area di sosta, diciamo, per permettere un attimo di relax».

Saranno posizionate panchine e altri arredi urbani per rendere il “giardinetto” gradevole. La progettazione è stata affidata all’architetto Alpe.

L’opera costerà una cifra di circa 25mila euro totali. Il progetto dovrà chiaramente essere sottoposto alla soprintendenza. In contemporanea, l’Amministrazione sta pensando ad alcuni miglioramenti proprio sul momento. «Ci sono quattro lastre di pietra in cui sono scritti i nomi dei caduti delle due guerre mondiali, ma non sono tutte coperte - aggiunge Majrano -. Vorremo aggiungere anche i nomi dei caduti delle guerre del Risorgimento e di quelle napoleoniche. Il nostro consigliere Alessandro Mella si è già occupato della ricerca storica».

Il monumento, inaugurato nel 1922 (1923 nda), fu realizzato da Stefano Borelli, scultore piemontese vissuto tra il 1894 e il 1962, autore peraltro di molti monumenti ai caduti della grande guerra.

Si tratta di un bel bronzo che ha preso a modello il giocatore della Juventus Giampiero Combi, campione del mondo e capitano della nazionale nel 1934. (articolo di Manuel Giacometto). (4)

Presto, quindi, il bel monumento viucese tornerà al suo splendore ed a ricordare coloro i quali diedero la vita per valori e speranze oggi troppo spesso dimenticati e dati per scontati.

Alessandro Mella

NOTE

1) Allo scoppio della guerra, il Cargnino vestiva la divisa dell'alpino e partiva per la fronte prendendo parte a parecchi gloriosi fatti d'arme, in uno dei quali, l'assalto al Monte Nero, rimaneva gravemente ferito. Ritornato a Viù, mutilato di guerra, egli assumeva la gestione dell'Esattoria per tre dei più importanti Comuni delle Valli di Lanzo. (La Stampa, 159, Anno IX, 5 luglio 1931, p. 7).

2) La Valle di Viù e la Prima Guerra Mondiale, Museo Civico Arnaldo Tazzetti, 2015, p. 11.

3) La Stampa, 249, Anno LVII, 12 ottobre 1923, p. 2

4) La Voce, 11, Anno XV, 16 marzo 2021, p. 36.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 28/09/2022