I nostri giudizi non cambiano la realtà, …

… ma ci illudono di poterlo fare solo perché li abbiamo emessi!

Quanto segue si riferisce all’incontro n° 65 del 30.11.2021 che è stato suddiviso in 11 articoli. Questo è il n°11.

-------------------------------

 

Inutile negarlo: spariamo sentenze in ogni direzione ad ogni istante e in relazione a qualsiasi cosa con la presunzione di sapere cosa stiamo dicendo e credendo così di modificare sostanzialmente l’oggetto del nostro giudizio.

 

Certo! Possiamo affermare tutto ciò che vogliamo, ma ciò non cambierà la realtà dei fatti, sarà solo come parlare al vento e vedere tali parole disperdersi nei vortici di altre parole uguali o contrarie in una sarabanda cacofonica. Ma non saranno mai verità.

 

Nel migliore dei casi esse saranno state alcune tra le infinite componenti che hanno compartecipato agli eventi, senza modificarne struttura e finalità. Un bruscoletto osservabile al microscopio tra una massa di altri, infinita come l’universo, anche se relativa a questo o quell’essere umano.

 

 - Io non sono novax, ma sono comunque arrabbiato perché ci sono persone che sono state costrette a fare una scelta, come è stato detto prima, per esigenze primarie di sopravvivenza, non sono neanche una persona che dice che bisogna discriminare chi ha scelto di vaccinarsi o no, poiché prima l’ho detto sotto forma di battuta e non vorrei che fosse travisato, perché adesso mia mamma è vaccinata e faccio fatica a porgerle un saluto non perché è vaccinata ma per via del suo carattere …

 

- Tranquillo! Mio marito è vaccinato ed io ero contraria, ma ognuno deve fare le sue scelte.

 

- No, secondo me l’interrogativo è un altro. Per me c’è stata una prima fase nella quale ho potuto posticipare la scelta. Poi io lavoro con i cani e mi ha morso un randagio. Quindi ad un certo punto mi è stato chiesto di scegliere tra una profilassi antitetanica, rischiando anche un’antirabbica, oppure facevo il vaccino anticovid e questo è stato il mio grande cambiamento nell’approccio al vaccino. Ma il mio scetticismo di fronte a tutto questo è ulteriormente cresciuto quando si è detto che per la sua distribuzione occorreva mantenere una catena del freddo a – 60 gradi, quando per mantenere una catena del freddo a 3 gradi, quella dei gelati dei supermercati, occorre addizionarli direttamente di anticongelanti. Però faccio ancora un’altra osservazione. Quando io ho iniziato con l’antitetanica per via di questo morso mi è stato dato un foglio dove c’è scritto “profilassi vaccinale antitetano”. Quando mia madre è andata a fare il vaccino anticovid “vaccino” non c’è scritto da nessuna parte. C’è scritto terapia genica o sierogenica, se ricordo bene, o qualcosa del genere. Questa era l’unica osservazione che volevo fare qua. Oltretutto per fare l’antitetanica non ho dovuto dare un consenso a nessuno.

 

- Ma non è un vaccino difatti. Nessuno parla di vaccino. Se tu leggi il protocollo Moderna o Pfizer come ho fatto io, 250 pagine, non c’è scritto, non si parla di vaccino. Da nessuna parte, cioè quello che ci stanno raccontando per via del consenso informato è veramente … in mala fede, cioè non informa nessuno. Secondo me oggi non è una questione di vaccino o no … uno è libero di fare cosa vuole. Sono altre le cose che ci stanno imponendo. Forse.

 

Ricordate comunque che le cose che ci stanno imponendo sono in stretta relazione con quello che noi abbiamo chiamato. È giusto che poi ognuno prenda la sua decisione ma, torno a dire attenzione, non c’è nessuno che sta facendo coscientemente quello che noi crediamo. Il ragionamento che ne deriva è sempre e solo giustificativo, non è mai esplicativo del processo che ha portato lì. Quando qualcuno diceva: “chi è senza peccato scagli la prima pietra”, affermava una legge fondamentale. Quello che noi imputiamo ad altri è dentro di noi. Solo che noi lo teniamo ben nascosto nel nostro comportamento quotidiano, e da persone che non contano niente diciamo che non conta niente, ma una massa di persone che non contano niente arriva a contare molto di più del più potente dei potenti e lo costringe a fare esattamente quello che necessita a quella massa. Quando noi vogliamo essere assicurati, nascono le assicurazioni, quando noi vogliamo che esista uno scambio monetario, nascono le banche; sono solo e sempre conseguenze e mai cause. Infatti non sono nati prima i banchieri della banche e neppure gli assicuratori prima della assicurazioni. In ogni caso noi porteremo le conseguenze di ciò che abbiamo desiderato. O che anche solo alberga dentro di noi a nostra insaputa. O di cui non siamo minimamente coscienti. Quindi se non riusciamo a scoprire le vere cause e lo scopo di tutto questo, limitandoci a ciò che osserviamo e credendo di risolvere la questione entro quei limiti osservati, è come se noi dicessimo che tutto si risolve all’interno della nostra casa e dicessimo che quello che c’è fuori non esiste. Quindi è giusto e di grande valore “sentire” tutto ciò e che enunciamo tale sentire. Tuttavia, di fronte a quello che la nostra coscienza ci dirà e/o di cui siamo responsabili comunque, non dobbiamo temere nulla. Qualunque cosa ci accada. Anche la più distruttiva. Perché non finisce lì. Finisce lì una parte. Che sarebbe comunque finita lì. Un po’ di tempo fa scrissi un articolo di giornale chiedendo ai lettori perché si erano indignati per le vittime del crollo del ponte Morandi. E non ci si indigna allo stesso modo per quelli, oltre 1800 in Italia, che tutti i giorni muoiono in altro modo, ma che non entrano nella visuale della nostra coscienza. Non sappiamo che esistono, quindi non è un problema. Non ci disturbano, non sentiamo niente. Allora per cosa ci indigniamo: perché sono morti o perché sono morti in quel modo?

 

- Perché avevamo paura di poter essere noi su quel ponte!

 

Ma allora potremo anche morire tra un istante alzandoci da questa sedia e perdendo i sensi andare a sbattere contro lo spigolo del tavolo a cui siamo appoggiati.

 

- Faccio quello che ha portato mia nonna ad arrivare ad oltre 90 anni: tiè!

 

Rituale scaramantico accettato e condiviso insieme alle risate generali.

 

- Condivido profondamente quello che è stato detto anche perché ad esempio, quando abbiamo avuto notizia dei vari attentati terroristici accaduti nel mondo, ci ha molto più toccato quando una singola persona è stata inquadrata rispetto a quanto di ben più grave è toccato ad altri, a donne e bambini, uomini, anziani, perché noi, come si diceva prima, ci immedesimiamo esattamente come è avvenuto per il fatto del ponte Morandi. Avremmo potuto essere noi. Degli altri 1800 non sappiamo niente, niente ci accumuna in qualche modo e quindi diciamo che è semplicemente normale che accada. Si muore, è normale, basta! È più facile immedesimarsi in uno e non nella massa.

 

Ed è infatti questo che mi tocca direttamente, perché quel numero di morti giornalieri è circa pari al numero di abitanti del paese dove vivo. Allora se lo faccio notare da questo punto di vista e dico che ogni giorno sparisce un paese come quello dove vivo, non gliene frega niente a nessuno. Non ha peso. Non ha dimensione comparabile con l’interlocutore.

 

- Un secolo fa c’era un signore di nome Lenin che diceva che quando muore una persona è una tragedia, se ne muoiono un milione è statistica.

 

Ok! Grazie! Sì, è proprio così! Noi giustifichiamo tutto, qualsiasi cosa come meglio ci fa comodo. Però le circostanze stanno avvicinando sempre più a noi gli effetti in esse contenuti. E quindi le solite giustificazioni non bastano più. Ecco perché dicevo: se non capiamo che il senso della vita è un vero e proprio senso capace di entrare in relazione con le cose e le situazioni per leggerle e comprenderle, siamo fregati, qualsiasi cosa si tenti di fare diversamente. Qualsiasi cosa buona o cattiva, non sarà mai quella che ci serviva, quella che volevamo. Sarà però sempre capace di attivare aspetti che per noi saranno sempre e solo negativi e mai positivi anche se lo saranno realmente. Anche se sappiamo che non possono solo essere negativi.

 

Ovvero ogni cosa è quello che è, indipendentemente dal nostro giudizio!

 

--------------------------

Fine dell’incontro.

 

foto e testo

pietro cartella

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 30/09/2022