Danilo Selvaggi: “Rachel dei pettirossi. Primavera silenziosa, Rachel Carson e un nuovo inizio per la cultura ecologica”

Dedicato alla leggendaria opera della madre dell’ambientalismo moderno

 

A sessant’anni esatti dalla pubblicazione di Primavera silenziosa, di Rachel Carson, esce per le edizioni Pandion il primo libro in Italia dedicato alla leggendaria opera della madre dell’ambientalismo moderno. A colmare finalmente il vuoto è Danilo Selvaggi con il suo “Rachel dei pettirossi. Primavera silenziosa, Rachel Carson e un nuovo inizio per la cultura ecologica”, che con una scrittura limpida e un intreccio avvincente ci conduce alla scoperta di una donna straordinaria e di un’opera ardita e di bruciante attualità, fondamentale per comprendere la genesi dell'ambientalismo moderno, le drammatiche crisi ambientali che viviamo e l’auspicato processo di transizione ecologica.

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Il 27 settembre 1962 Primavera silenziosa di Rachel Carson irrompeva nel panorama editoriale americano arrivando rapidamente ai vertici delle classifiche di vendita e, soprattutto, cambiando il corso della storia. Il libro puntava il dito contro l’avvelenamento della terra ad opera del DDT e degli altri prodotti chimici, usati massivamente, ma anche contro un’idea più generale di controllo e dominio della natura, che oggi, a distanza di 60 anni esatti dalla pubblicazione, appare più attuale che mai.

La genesi di Primavera silenziosa fu lunga e articolata.

Nel gennaio 1958 Rachel Carson, all’epoca cinquantunenne, biologa e scrittrice già famosa, riceveva una lettera dal Massachusetts. Era firmata da Olga Owens Huckins, proprietaria, con il marito Stuart di un terreno a Duxbury, che avevano trasformato in un’oasi naturalistica per piccoli uccelli. Olga curava l’oasi con amore, ripagata in primavera dal gioioso ritorno degli uccelli canori. Ma nell’estate del 1957 accadde qualcosa. Gli uccelli non cantavano più. Perché?

Nella lettera, Olga Huckins spiegava a Rachel Carson che il terreno era stato sottoposto a un pesante trattamento di disinfestazione delle zanzare a base di DDT, e in brevissimo tempo molti uccelli erano morti o spariti. Fu quello l’episodio scatenante del percorso che porterà Rachel ad indagare il fenomeno della chimica in agricoltura (e non solo) e a raccogliere una vastissima quantità di materiali per giungere, quattro anni dopo, alla pubblicazione di Primavera silenziosa.

Quel 27 settembre di sessanta anni fa, il giorno dell’uscita del libro, una violenta perturbazione atlantica colpì la costa est degli Stati Uniti, con venti forti e precipitazioni copiose. La vera tormenta era però quella mediatica e politica che si stava preparando. In pochi giorni, migliaia e migliaia di copie andarono vendute, dando luogo a un acceso dibattito con un’incredibile partecipazione pubblica e molto sostegno a Rachel Carson, inclusa la Commissione d’inchiesta voluta dal presidente John F. Kennedy in persona, e al tempo stesso un crescendo di polemiche, attacchi e vere e proprie intimidazioni. “Come può una donna interessarsi di scienza?”. “Rachel Carson non è una scienziata ma un’agente segreto del nemico!”.

Primavera silenziosa fu - e continua ad essere - un’opera potente, in grado di attivare in breve tempo un cambiamento epocale, informando il mondo dei rischi che la natura e la stessa salute umana correvano a causa dell’uso massivo di DDT e altri pesticidi e attivando una straordinaria serie di eventi normativi, culturali, sociali.

In pochi anni fu tradotto in almeno 20 lingue e diffuso in gran parte del mondo, per diventare infine un titolo leggendario, così come leggendari divennero il nome e la figura di Rachel Carson, la madre del nuovo ambientalismo, “la donna che ha dato inizio a tutto questo”.

Eppure, nonostante ciò, la storia di Rachel Carson è molto meno nota di quanto non lo sia il nome, così come poco indagato è il complesso del suo lavoro, ricco di temi e spunti di prim’ordine e di grande attualità ben oltre la pur importante questione del DDT.

Ad oggi, nessun libro specificamente dedicato a Rachel Carson era stato edito in Italia. A colmare questa lacuna ci ha pensato Danilo Selvaggi, con il suo Rachel dei pettirossi. Primavera silenziosa, Rachel Carson e un nuovo inizio per la cultura ecologica, che esce per Pandion Edizioni cogliendo l’occasione dei sessant’anni della pubblicazione di Primavera silenziosa.

Nel libro, diviso in quattro sezioni e frutto anche di un intenso lavoro bibliografico, Danilo Selvaggi con una scrittura limpida e un intreccio avvincente, a tratti cinematografico, ricostruisce la genesi del libro della biologa statunitense, ripercorre gli eventi che la spinsero a progettarlo, ne analizza i contenuti, racconta i frenetici eventi che seguirono la pubblicazione del libro e infine ragiona sulla grande attualità dell’opera e i suoi numerosi significati: dalla visione sistemica al nuovo ambientalismo, dalla cittadinanza attiva alla questione femminile, dalla protezione degli uccelli e della natura al tema delle due culture e del senso della meraviglia, evidenziando l’importanza dell’opera anche per le drammatiche crisi ambientali - clima, biodiversità, risorse che stiamo vivendo.

Selvaggi evidenzia altresì come l’opera della Carson sia anche il frutto di una vicenda umana e intellettuale di straordinaria intensità e bellezza. “Una storia di natura, passione, scienza, impegno civile, coraggio, che oggi più che mai merita di essere conosciuta”. L’attenzione alla vita di Rachel Carson, gioiosa e drammatica, intensa e coinvolgente come poche, rappresenta nel libro di Selvaggi una sorta di tema nel tema, rispetto al quale momenti privati si intrecciano alle vicende pubbliche dando ciò al libro un carattere per lunghi tratti quasi romanzesco e rendendone il racconto ancora più avvincente.

Il risultato è un quadro di straordinaria ricchezza e attualità, che dimostra come l’opera di Rachel Carson non appartenga solo alla storia ma sia parte a pieno titolo del presente e del futuro, un punto di riferimento ambientale e culturale, in perfetta sintonia con i grandi movimenti e dibattiti dell’epoca della transizione ecologica e un invito a un nuovo inizio dell’ambientalismo, ancora più convinto e consapevole di prima.

 

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Articolo pubblicato il 28/09/2022