La crisi di governo inglese e la sovranità perduta
La premier inglese Liz Truss

Il Regno Unito, a differenza nostra, ha ancora un Impero e una propria moneta. Nonostante ciò non è pienamente sovrano di se stesso. Scopriamo insieme perché.

C’era una volta l’Impero britannico. Dal dopoguerra alla crisi del canale di Suez decise di reinventarsi. Complice, l’ascesa di un nuovo dominatore internazionale, gli Stati Uniti d’America.

Fu così che l’Inghilterra iniziò a mutare, da impero coloniale a impero finanziario.

La city di Londra prese il posto di Buckingham Palace e di Downing Street. Ed è da questa ‘translatio imperii’ che dobbiamo ripartire se vogliamo comprendere quanto accaduto negli ultimi giorni in Gran Bretagna.

Mary Elizabeth Truss, detta Liz, è una politica britannica, leader del Partito Conservatore dopo Boris Johnson e Primo ministro del Regno Unito a partire dal 6 settembre 2022. È stata il quindicesimo e ultimo primo ministro sotto il regno di Elisabetta II ed il primo sotto quello di Carlo III.

Tuttavia, queste corrispondenze storiche non sono state sufficienti a mantenere il suo esecutivo in una posizione stabile. Per far oscillare il suo governo è bastato che proponesse meno tasse e una politica monetaria più espansiva. Il valore della sterlina si è schiantato verso il basso. Gli investitori scappati e le banche allarmate. Subito i media britannici hanno parlato di un possibile aumento del debito pubblico. Ciò ha portato alle dimissioni del Cancelliere dello scacchiere (nome dato al ministro britannico delle finanze, di origine medievale, derivato da un tipo di abaco dove il calcolo dei tributi dovuti al re veniva fatto su un tavolo a scacchiera).

Le critiche contro tali provvedimenti sono arrivate anche dal presidente Usa Joe Biden, il quale ha attaccato la premier britannica definendo “sbagliato il suo piano economico”.

Sulla crisi del governo Truss ha poi infierito anche l'Economist, il quale si è domandato sarcasticamente se la sua sopravvivenza sia destinata a essere più breve di quella effimera d'un cappuccio “di lattuga”. Ricordiamo come questi organi di informazione siano controllati dal Gruppo Agnelli e da altre realtà legate al mondo finanziario. Le stesse che hanno tutto l’interesse a contenere il debito pubblico e il tasso d’inflazione ridotto. Dunque, è giusto che il lettore sia al corrente dell’enorme conflitto d’interessi presente quanto si interfaccia con simili mass media.

Ed è così che il dogma monetarista dei mercati finanziari prende il posto della politica. I media, uniti ai loro finanziatori, incidono sulla politica e sul governo. Se a questo aggiungiamo l'enorme impotenza che avrebbe un comune cittadino contro i candidati finanziati dai grandi gruppi industriali e bancari, si rischia davvero di trovarsi di fronte a un “nano contro un gigante”.

Questo status di cose rende l’attuale situazione in Inghilterra, così come in molti Paesi occidentali, assolutamente antidemocratica. Con uno squilibrio fra i cittadini che rispondono positivamente a certi diktat finanziari rispetto alle menti che intendono opporsi.

A questa enorme disparità in termini di potenzialità elettorale si aggiunge un altro problema, altrettanto spinoso e presente in diversi Paesi occidentali. Mi riferisco alla separazione fra il governo con la propria Banca di Stato. E l’Inghilterra non fu esente da questa terribile separazione. Infatti, storicamente, fra i vari ruoli del Cancelliere dello Scacchiere vi era quello che includeva la politica monetaria insieme a quella fiscale, ma tale unione terminò quando la Banca d'Inghilterra ottenne l'indipendenza dal governo nel 1997.

Questo determinò la fine della propria sovranità monetaria e fiscale, esattamente come nei Paesi dell’Unione Europea. Questo ci spinge a riflettere sul fatto che un’ipotetica uscita dall’UE e dalla moneta unica non garantirebbe comunque una sovranità ripristinata. Per farlo occorrerebbe rendere nuovamente pubbliche le rispettive banche di Stato. Se una Nazione si priva dei suoi migliori strumenti economici come può portare avanti una qualunque politica monetaria e fiscale? Come può reggere l’urto di una stampa sempre più corrotta e collusa con i poteri finanziari? La risposta a queste domande la ritroviamo tragicamente nel caso del governo della Truss, la quale appunto non può!

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Articolo pubblicato il 19/10/2022