L’autunno 2021 si era distinto per temperature elevate e scarsità di precipitazioni, soprattutto nevose. L’estate che ci ha lasciati da poco sarà ricordata per temperature record e insistente siccità. I dati della NASA non confortano: l’estate 2022 sarà ricordata come la più temperata dei prossimi trent’anni.

Nel frattempo, nel weekend al nord sono previste piogge e prime precipitazioni nevose, pur con temperature più elevate delle medie stagionali. In seguito, le previsioni di 3Bmeteo, a media scadenza annunciano il passaggio della perturbazione e un rafforzamento, soprattutto sul centro-sud del Paese, della bolla africana, con temperature praticamente estive.

La situazione è seria per l’arco alpino, oggi praticamente a secco, e per ciò che rappresenta per tutto il Nord del Paese, sia da un punto di vista alimentare che idrogeologico, naturalistico, agricolo, produttivo ed energetico.

Ovviamente la speranza è che la stagione si equilibri con l’avvicinarsi del solstizio d’inverno, poiché nel 2020, quando la pandemia ha chiuso in casa gli italiani, le nevicate alpine, seppur brevi, sono state abbondanti, muovendo le proteste degli operatori turistici costretti da diktat governativi ancor oggi poco chiari, a tener fermi e vuoti gli impianti di risalita.

Strane coincidenze, soggetto di ipotetici intrighi, pane fresco per i complottisti. Per il resto della popolazione, fedele al pensiero comune, e che non si perde le previsioni del tempo dopo il Tg, finito il passaggio di brevi piogge, non resta che aspettare neve a volontà che si spera arriverà almeno per Natale.

Nel frattempo, non tutti i mali vengono per nuocere. Questo autunno caldo è il benvenuto per far fronte al caro energia e alle note vicende del metano russo, arma economica non convenzionale in un panorama di cambiamenti nel quale non è solo Madre Natura a non ritrovarsi più.