Torino – L’arte degli stati italiani dall’età delle riforme all’Unità d’Italia, di Sandra Pinto

A quarant’anni della prima edizione, il prezioso saggio della storica dell’arte ripresentato dalla casa editrice Einaudi, curato da Giovanna Capitelli

Con il libro di  Sandra Pinto “La promozione delle arti negli Stati italiani, dall’età delle riforme all’Unità”, Piccola Biblioteca Einaudi , curato da Giovanna Capitelli (foto copertina), si da agli appassionati  d’arte, agli studenti, ai cultori che non conoscono ancora il panorama artistico italiano del Settecento e Ottocento uno strumento importante approfondito  sull’arte italiana del periodo.

Questo saggio è considerato ancora oggi, a quarant’anni dalla sua originaria pubblicazione, una delle sintesi più intelligenti, dense e attendibili sull’arte italiana del XIX secolo; oggi un testo di riferimento, allora il punto di partenza per un nuovo modo di affrontare la lettura della cultura artistica del Settecento e dell’Ottocento in Italia.

Nella prefazione scrive Giovanna CapitelliPer la storia dell’arte il nome di Sandra Pinto è strettamente connesso allo studio e alla rivalutazione dell’Ottocento, secolo che quando cominciò a occuparsene era considerato la Cenerentola dell’arte italiana”.

Se lo si ridà alle stampe qui, a quarant’anni - continua Giovanna Capitelli -  dalla prima pubblicazione e a quasi due anni dalla scomparsa dell’autrice, è perché lo si ritiene  un testo ancora oggi capace di dire molto a chi vi si accosti per conoscere l’arte italiana de Settecento  e dell’Ottocento, ancora così trascurata nella preparazione degli studenti, ancora così poco nota fra i non specialisti”.  

Al centro della riflessione di Sandra Pinto  vi  è il rapporto fra creazione artistica e potere: concentrando l’attenzione sulla storia delle istituzioni e su tutte le figure che promossero lo sviluppo della scena artistica degli Stati preunitari, l’autrice passa in rassegna criticamente la produzione di pittura, scultura e arti decorative nell’età dei Lumi, di Napoleone e della Restaurazione, da Pompeo Batoni a Giovanni Fattori.

“Nella seconda edizione,  ci sono centoventuno illustrazioni nel testo,  per facilitarne  la consultazione, ma si è dovuto dimezzarne il numero e scegliere di riprodurre  soprattutto quelle opere  da lei specificamente  discusse – si legge sempre nella prefazione di Giovanna Capitelli ( cercando di mantenere un equilibrio fra i generi prescelti, i formati, le tecniche,utilizzando quello stesso metodo statistico che Pinto spesso metteva in pratica montando una mostra o la sala di in museo).  

Dopo la  prefazione di Giovanna  Capitelli , il volume  si presenta strutturato in tre parti. La prima parte, “L’età delle riforme”, contempla cinque capitoli, dagli stati borbonici , allo Stato pontificio. La seconda parte, L’epoca napoleonica dal 1796 al 1814, infine al terza parte dalla “Restaurazione al Risorgimento”, la nota bibliografica, l’indice dei nomi e dei luoghi completano il libro.

Sandra Pinto nata a  Roma  nel 1939   è stata una delle museologhe più autorevoli, e al contempo visionarie, del Novecento. Come funzionaria e soprintendente ha svolto un ruolo chiave in diverse istituzioni museali italiane a Firenze, Torino e Roma.

Tra le sue pubblicazioni, ricordiamo, “Una Storia dell’Arte in Italia nel XX secolo(Skira 2003), Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Il XX secolo (Electa 2005) e (con Matteo Lanfranconi) “Gli storici dell’arte e la peste(Electa 2006).

Sandra Pinto all’anagrafe Bianca Alessandra Pinto è scomparsa a 81 anni  nel 2020.

Descrizione immagini:

Foto copertina volume, Pompeo Batoni, “Il Tempo ordina alla Vecchiaia di distruggere la bellezza”, olio su tela, 1746, particolare Londra, National Gallery(© 2022 Foto The National Gallery, London /Scala, Firenze

Foto 1 Antonio Cavova, “Venere e Adone”, 1789-94, marmo Ginevra, Musée d’Art et d’Histoire(Foto © Sergio Anelli/Electa/Mondadori Portfolio

Foto 2 Gianbattista Cignaroli, “Fuga in Egitto”, 1766, olio su tela (Parma, Sannt Antonio Abate

Foto 3 Ignazio Hugford, “Matilde di Canossa, dona il suo patrimonio alla Chiesa”, 1754 circa, olio su tela, Pistoia san Bartolomeo in Pantano

Foto 4 Antonio Visentini, “Prospettiva”, ante 1777, olio su tela. Venezia Gallerie dell’Accademia (Foto©CameraFoto /Akg Images/ Mondadori Porfolio per gentile concessione del Ministero della Cultura

Foto 5 Mauro Gandolfi, “San Domenico brucia i libri degli eretici”, 1791, olio su tela. Ferrara, san Domenico(Foto della Fototeca  Fondazione Zeri, Bologna)

Foto 6 Lorenzo Bartolini, “Elisa Bonaparte Baciocchi con la figlia Elisa Napoleone”, 1811 marmo (©2022. Foto RMN Gran Palais/Dist.Scala, Firenze)

Foto 7 Giovanni Fattori, “Autoritratto”, 1854, olio su tela, Firenze, Galleria d’Arte Moderna(© 2022 Foto Scala, Firenze, per gentile concessione del Ministero della Cultura)

Le immagini per documentare il testo sono tratte dal libro:”

“Sandra Pinto”La promozione delle arti negli Stati italiani, dall’età delle riforme  all’Unità”, a cura di Giovanna Cappelli, pp. 476, 121 ill. b/n, Piccola Biblioteca Einaudi,Torino2022,€34.00
 

 

    

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Articolo pubblicato il 25/10/2022