Cornelio Sonza: Cuore d’alpinista e d’alpino

Di Alessandro Mella

L’amore per la montagna fu sempre vivo nel cuore delle genti italiane e maggiormente, ovvio, in chi le aveva vicino fisicamente.

Così fu per un giovane piemontese, Cornelio Sonza, nato a Lessolo nel Canavese. Uno di quei piccoli comuni che nelle vicende del Novecento si trovò a cavallo tra Aosta e Torino passando dall’una all’altra.

Cornelio si era arruolato, già nel 1883, nel Regio Esercito entrando all’Accademia Militare e poi, orgogliosamente, prima nell’86° reggimento fanteria e poi nel giovane corpo degli Alpini. (1) Ed era, quella specialità, il posto migliore per lui che amava la montagna e militava nella sezione d’Aosta del Club Alpino Italiano. E, da bravo ufficiale, egli era anche cultore del tiro a segno al punto da giungere a ricoprire la carica di direttore di tiro della sezione eporediese della relativa società sportiva. (2)

Il nostro, tra l’altro, dimostrò più volte di non essere certo privo di coraggio e spirito di iniziativa tant’è che nel 1906, a quel tempo capitano del 4° alpini, trovandosi in Ivrea si guadagnò in circostanze curiose la prima medaglia, di bronzo, al valor militare:

SONZA Cornelio, da Lessolo, capitano 4 id. Animosamente affrontò un malfattore armato di rivoltella e, quantunque fatto segno ai costui colpi, inseguì, insieme ad altre persone, il ribelle che venne tratto in arresto da altri militari. – Ivrea (Torino), 27 maggio 1906. (3)

La sua vita, dunque, si divideva tra gli impegni sociali e quelli militari con grande determinazione e spirito. Ma la storia, si sa, a volte gioca brutti scherzi e quando il Regno d’Italia si lasciò travolgere dalla follia collettiva anche lui, era il 1915, si ritrovò nelle trincee e nei campi di battaglia montani della Grande Guerra.

Aveva da qualche tempo ottenuto la promozione a maggiore ed il suo ruolo di ufficiale superiore gli procurò l’enorme responsabilità di condurre i propri soldati, in gran numero, nei peggiori assalti.

Così furono i tentativi di conquistare le posizioni sul Monte Nero ove si immolarono in tanti e dove la morte divenne la sola vera vincitrice di quei giorni terribili nei quali gli uomini si massacravano follemente su quelle montagne ove pace e quiete avrebbero, invece, dovuto regnare solenni. Ed essa, ingenerosa, falciò anche quel valoroso comandante mentre questi tentava disperatamente di incoraggiare i soldati esposti al fuoco violentissimo che proveniva dalle postazioni delle truppe austroungariche:

Ivrea, 25, E'- giunta qui ieri la notizia della morte al fronte, colpito da mitraglia, del maggiore degli Alpini Cornelio Sonza, di Lessolo. (4)

Il 20 luglio avvenne un assalto. Il maggiore che guidava il plotone Cornelio Sonza da Lessolo Canavese, valoroso soldato e poeta, cadde tosto colpito al fronte. Assume il comando il capitano, ma ben presto anche questi, colpito all’addome, cadde. (5)

Tra i combattenti testimoni del sacrificio del maggiore Sonza da Lessolo ci fu anche Leonida Bissolati, il parlamentare socialista, all’epoca al fronte dopo essersi schierato dalla parte degli interventisti:

Il combattimento in cui fu ferito l'on. Bissolati. Roma, 1, mattino. Il Messaggero dice che l'on. Bissolati venne colpito in un combattimento avvenuto a duemila metri d'altezza al passo di Lusnica. Ora l'on. Bissolati è in buone condizioni di spirito; parla con grande ammirazione della tempra italiana e ricorda con speciale affetto il suo maggiore Cornelio Sonza, morto da eroe nell'impresa eroica. (Stefani) (6)

La notizia corse, giunse al suo paesello lontano, lasciò sconcerto e dolore uniti anche ad un senso d’orgoglio in specie quando dal Quirinale gli venne concessa la medaglia d’argento al valor militare alla memoria:

SONZA cav. Cornelio, da Lessolo (Torino) maggiore reggimento alpini. Comandante di una colonna d’attacco contro una posizione nemica, fortemente trincerata, con saggia ed avveduta predisposizione, lanciava la truppa all’assalto, è, mercé l’opportuno concorso del battaglione direttamente ai suoi ordini, cooperava efficacemente alla riuscita dell’azione generale, cadendo poi gloriosamente mentre incitava i soldati ad accorrere sulla località contesa. Monte Nero, 21 luglio 1915. (7)

I combattimenti sul Monte Nero, voluti per consolidare e proteggere i territori conquistati nelle prime settimane di guerra, furono davvero terribili ma ritenuti indispensabili per solidificare la linea sull’Isonzo. Furono molti gli uomini che persero la vita in quei giorni e tra loro innumerevoli alpini.

Ancora oggi l’eroismo di Cornelio Sonza potrebbe rappresentarli tutti, ogni loro storia, ogni loro sacrificio. Ecco perché la memoria di queste figure merita di sopravvivere al passaggio impietoso del tempo.

Alessandro Mella

NOTE

1) Giornale Militare Ufficiale, Dispensa 37, Parte II, 21 settembre 1883, p. 774 e Bollettino delle Nomine, Ministero della Guerra, Dispensa 35, 31 agosto 1885, p. 504.

2) Il Tiro a Segno Nazionale, Giornale settimanale ufficiale dell’istituzione, 41, Anno XXIV, 20 ottobre 1906, p. 322.

3) Archivio dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Decorati al Valor Militare.

4) La Stampa, 205, Anno XLIX, 26 luglio 1915, p. 4.

5) La Tribuna Biellese, 63, Anno XXV, 8 agosto 1915, p. 1.

6) La Stampa, 212, Anno XLIX, 2 agosto 1915, p. 1.

7) Bollettino Ufficiale, Ministero della Guerra, Dispensa 47, 2 giugno 1916, p. 2179.

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Articolo pubblicato il 21/11/2022