Cosa c’è prima della vita?

Qualcuno dice che non c’è niente, altri dicono che c’è tutto, altri ancora affermano che c’è qualcosa che ancora non conoscono, mentre ad alcuni la cosa non interessa; tutti però, ad un dato momento, si troveranno a doverselo chiedere.

Quanto segue si riferisce all’incontro n° 66 del 07.12.2021 che è stato suddiviso in 9 articoli.

Questo è il n°2.

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Stiamo sempre più prendendo atto della estrema complessità del sistema ideato per il funzionamento e lo scopo dell’esistenza di quella entità denominata essere umano. Andando oltre schemi preconcetti e dogmi imposti per ignoranza delle leggi fondamentali, o meschino tornaconto, abbiamo tutti la necessità e responsabilità di indagare personalmente ciò di cui siamo formati per agire di conseguenza. Infatti solo quando attraverso tale esperienze ci saremo resi perfettamente conto di essere prigionieri di un mondo artificialmente creato da noi stessi a causa della nostra ignoranza e velleità creativa potremo cercare in che modo liberarcene. Solo dopo essercene almeno in parte liberati potremo cominciare a respirare l’aria nuova della vera vita.

 

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Quando l’entità essere umano completo che deve fare l’esperienza di vita entra in quello spicchio in cui ha necessità di avere un corpo fisico, e gli altri suoi corpi annessi, ecco che vi nasce attraverso l’apporto dei suoi genitori, ovvero all’interno del globo si materializza un corpo. Appena nasce cominciano a materializzarsi anche gli altri corpi. Tutto avviene durante il transito del globo in quel settore. Terminato il tempo di percorrenza di quel settore e terminata la possibilità di utilizzare quel corpo fisico, giunto il momento che noi chiamiamo morte, quel globo comicia a perdere il corpo fisico e successivamente tutti gli altri corpi.

 

 

Il primo corpo che si è formato, quello fisico, è anche il primo a disgregarsi insieme ad una parte di quello energetico; gli altri, quelli dei desideri e dei pensieri, seguiranno dopo un certo tempo. La sintesi delle esperienze di tutti i corpi viene incorporata in quella banca dati che li metterà a disposizione, insieme a quanto già contenutovi in precedenza, di chi nascerà in seguito all’interno di quel globo che prosegue la sua vita nei successivi giri di ruota. Capisco che non sia semplice farsene un’idea ed elaborarla nel breve tempo di questa esposizione, ma se osservate gli schemi precedenti forse potranno aiutarvi. Per il momento questo non è importante; basterà ascoltare (o leggere o prendere visione) e al momento opportuno saranno le esperienze a riportarvi alla mente parole e concetti resi comprensibili attraverso l’osservazione dei fatti. Non bastano cinque minuti per destrutturare preconcetti e abitudini, per lasciare spazio e possibilità di comprensione di nuove informazioni. A giungere ad avere un’idea chiara che ad altri si è formata dopo un lungo lavoro nel tempo, errori (altri se ne commettono e commetteranno) e lacune compresi. Un’idea che peraltro non sarà mai definitiva, ma dovrà adeguarsi di pari passo alla conoscenza e coscienza relativa che si svilupperanno continuamente, anche in chi si è completamente dedicato a questo lavoro da molto tempo. L’importante è aver chiaro che esiste una spiegazione con aspetti razionali anche in ciò che sembra tutto fuorché tale. Infatti non è del tutto tale in quanto coinvolge dimensioni differenti da quella entro la quale funzionano i nostri normali sensi, dimensioni che pur integrando anche le leggi fondamentali valide per il nostro mondo, vanno ben al di là di esse. Ricordiamo per esempio che nessuna scienza finora ha potuto indagare cosa esiste prima della vita, che può essere oggetto di ricerca solo a partire da quando essa si manifesta (anche se non vista o visibile) e non prima (del concepimento). Cosa esiste prima dell’apparire di una forma, anche un fossile o un minerale, nessuno scienziato ancora lo sa, al massimo può farsi un’idea anche lui ed esprimerla come ipotesi, senza poterla provare.

 

Quanto hai detto che finisce in una banca dati, si riferisce ad una banca collettiva o personale? Ad una banca collettiva alla quale altre essenze come la mia possono attingere o resterà una banca dati, per le future incarnazioni, principalmente legata alla mia essenza e a quelle che seguiranno il percorso sul quale essa si è trovata?

 

Semplicemente è sempre disponibile per tutti, anche quando lo è in maniera più evidente per chi nascerà proseguendo lo stesso cammino, e anche se comunque filtrata da aspetti predominanti come l’ereditarietà del sangue. Ovvero la persona che nasce successivamente ad un’altra può attingere a quelle informazioni quanto più sono coerenti con il suo piano di vita e specialmente quelle più affini a quelle che eredita come informazioni generali contenute nel sangue della famiglia dove nasce. Non solo dei due genitori, ma anche quale loro discendenza attraverso tutti i legami famigliari dei rami genealogici coinvolti, risalenti fino almeno alla settima generazione. Che siano sette o di più o di meno non ha grande importanza. Mette solo in evidenza che esistono legami molto oltre quelli normalmente considerati. Fondamentalmente ci sono legami preferenziali con le informazione e i dati presenti nel sangue famigliare, mentre ciò che proviene dalla collettività lo sono meno all’inizio, mentre diventano sempre più evidenti man mano che il tempo passa e quella persona farà “delle scelte” di appartenenza preferenziale, o esclusiva, a gruppi o situazioni o attività più o meno in linea con i dati e le informazioni di partenza. Considerate per esempio che su queste basi i lama tibetani costruiscono la possibilità di spostare alcune esperienze, fatte direttamente, in persone che nasceranno, quindi stabiliscono tutti i legami per poter fare in modo che un lama successivo possa riconoscere di chi egli sia la continuità. Sono tutte tecniche possibili ma altamente sconsigliabili perché forzano un equilibrio tra condizioni non solo limitate a quelle richiamate coscientemente, volontariamente, o desiderate, con tali tecniche, ma perché esse si portano appresso forzatamente anche una altra serie di dati di cui non si conoscono, provenienza, contenuti e finalità. Perciò, fortunatamente per gran parte dell’umanità, quando un nuovo nato nasce queste informazioni di base permangono in lui per un tempo relativamente breve e poi su di esse scende l’oblio, non si ricorda più niente e comincia una vita in cui tutti questi ricordi ed informazioni agiranno solo attraverso dei filtri non più in suo disponibilità corrente.

 

Allo scopo puramente esemplificativo di come alcuni esseri umani percepiscono tale processo potete guardare questo breve filmato facendo attenzione a non considerarlo come una proposta di verità alternativa, ma solo quello che è: una rappresentazione personale del suo autore tra le tante (ed infatti contiene inesattezze e mancanze che scoprirete nel corso degli incontri).

https://www.youtube.com/whttps://www.youtube.com/watch?v=QNqEkL26JKwatch?v=QNqEkL26JKw

 

Occorre ricordare una cosa che qualcuno ancora adesso prova a fare mediante l’ipnosi regressiva, andando a cercare i legami con le vite precedenti (che non sono vite precedenti sue, ma di quel globo, quel microuniverso in cui si trova a vivere ora): sarebbe meglio evitare queste pratiche proprio perché, contrariamente a certe assicurazioni in merito, nessuno sa veramente quali forze attirano e cosa mettono in movimento. Non si tratta di averne paura o di essere troppo logici o conservatori, ma di comprendere bene quali rischi si corrono e si fanno correre troppo alla leggera. Vedremo più avanti perché le varie pratiche che l’essere umano usa, come un apprendista stregone, possano risultare più dannose che utili, proprio a causa della inconsapevole ignoranza delle leggi fondamentali a cui queste obbediscono totalmente, anche se attivate incidentalmente, come in parte abbiamo già accennato. Le leggi di attrazione e polarità sono già da sole filtri efficaci verso ciò che non ci spetta, a meno che siamo proprio noi a forzarne la protezione, attirandoci tutte le conseguenze del caso. Queste leggi normalmente impediscono che ad una persona giungano cose e situazioni che ella non possa gestire, o non le servano, o possano essere dannose.

 

 

Oggi però noi siamo già un po’ in queste condizioni; la grande massa degli umani ha attirato, come una grande calamita, tutta una serie di informazioni non coerenti che ora si stanno affollando nel loro sistema, specialmente alle porte del sistema nervoso, scardinandole il più delle volte ed entrandovi, scombussolandolo. E ne possiamo vedere i risultati sul comportamento. Si perde la capacità di mantenere un qualsiasi equilibrio. Si diventa squilibrati al punto di non essere più recuperabili. Non spaventatevi: siamo tutti matti, ma chiamiamo questo stato normalità quotidiana e non ce ne preoccupiamo neanche un po’. Non possiamo cambiare questo stato di cose nella loro interezza, ma possiamo osservare quali sono le cause e le conseguenze in noi stessi. E possiamo fare qualcosa solo su di noi per evitarne gli effetti più devastanti. Facendo diventare la nostra esperienza più costruttiva e facendo in modo che diventi lievito per condizioni migliori nel perseguimento del vero scopo della nostra esistenza. Torniamo per un momento a questa ruota e al suo giro continuo. In oriente la chiamano “samsara” o ruota delle incarnazioni o ruota della vita e della morte. E per gli orientali molto si ferma lì, su questa ruota. Ma se noi siamo su un ruota simile, dentro una di quelle cabine, osservando dalle varie posizioni l’intorno man mano che giriamo anche noi insieme alla ruota, ci rendiamo conto che fuori c’è altro. Quindi la vita non è su quella ruota, ma tutto intorno ad essa. Di conseguenza il nostro compito, disponendo di una personalità e corpi vari, una coscienza relativa al nostro stato di vita ed un principio originale che ci dà la vita e grazie ai quali possiamo agire in questo mondo, dovremmo riuscire a comprendere come liberare quella cabina dalla ruota e lasciarla andare nella vita che c’è tutto intorno. Il senso di girare su questa ruota esiste, non è solo un girare inutile. Ma permanervi all’infinito non è lo scopo finale e non è di alcuna utilità continuare a girare oltre quanto necessario. E quindi se anche la maggioranza preferisce continuare a girare sulla ruota, altri stanno cominciando a farsi delle domande, altri hanno intuita la diversa finalità dell’esistenza, altri si stanno chiedendo come fare o stanno provando a sganciare la cabina dalla ruota.

 

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prosegue nei prossimi articoli …

 

foto, schemi e testo

pietro cartella

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Articolo pubblicato il 08/11/2022