Nei giorni scorsi il nostro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stato a colloquio con il generale Abdel Fattah Al-Sisi, Presidente della Repubblica Araba d’Egitto.

I due si sono confrontati su diverse tematiche, prima fra tutte la crisi bellica che sta coinvolgendo la Federazione Russa e l’Ucraina, la crisi energetica e l’immigrazione.

Non poteva mancare il solito appello strappalacrime di Patrick Zaki che, intervistato dal “Corriere della Sera” ha dichiarato: “So che c’è stata la richiesta di una risoluzione positiva. E la mia speranza, ovviamente, è che ci sia stata la richiesta da parte del Governo Italiano di porre fine al mio “travel ban” (il divieto per l’espatrio). Per me ma anche per gli attivisti della mia ONG, la Eipr, tra cui Hossam Bahgat, il direttore, anche lui accusato di diffusione di notizie false”.

Sinceramente in molti si chiedono per quale motivo il Governo Italiano dovrebbe inimicarsi l’Egitto per un giovane che non è neppure italiano. Per quale motivo l’Italia dovrebbe creare frizioni con il governo di Al-Sisi quando le ONG che operano in quel territorio non hanno nulla a che fare con il nostro Paese?

Ciò nonostante Zaki sostiene di essere sostenuto da tutto il nostro Paese e lo fa dicendo: “Mi pare un ottimo segno che diversi governi a Roma mi abbiano sostenuto. Significa che tutti gli italiani sono con me”.

Affermazione senz’altro temeraria dal momento che sono davvero tanti gli italiani che vorrebbero una posizione neutrale da parte del Governo Italiano senza parteggiamenti nei confronti di Zaki.

Giorgia Meloni, che non è una neofita della politica, saprà senz’altro come comportarsi e riuscirà a portare avanti, coadiuvata dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, un’azione difensiva dei diritti umani senza però mettere in difficoltà le relazioni diplomatiche Italia-Egitto.

Seguiremo con estrema attenzione questa vicenda sperando di portarvi a breve nuove notizie.