Gli LGBT se la prendono con i docenti non allineati al pensiero unico

Professore nell'occhio del ciclone per non aver riconosciuto la "carriera alias" di una studentessa trans.

Da qualche anno a questa parte la Lobby LGBT ha trovato la maniera per entrare nelle scuole ed imporre la sua ideologia gender in modo subdolo, mascherandola come integrazione al programma scolastico.

Sul sito web dell’Associazione “Omphalos LGBTI LIFE Perugia” leggiamo che “la scuola dovrebbe essere un luogo in cui ogni persona possa sentirsi rispettata nelle propria identità, e da sempre siamo convinti che il cambiamento debba partire dai luoghi dell’istruzione: questo provvedimento è già attuato nell’Università di Perugia e in altri atenei e scuole italiane, ed è un primo passo verso una società libera da violenze e discriminazioni”.

Tutto questo a cosa si riferisce? Che cosa è già stato attuato dall’Università di Perugia?

La citata università ha dato vita al riconoscimento della “Carriera alias per persone in transizione di genere” e lo ha fatto con il DR n.777 del 16 maggio 2016. Questa “proceduta amministrativa per le persone in transizione di genere”, si legge sul sito web dell’ateneo, “consiste in una documentazione provvisoria da utilizzare all’interno dell’Ateneo in attesa che il percorso della rettificazione di attribuzione anagrafica del sesso, previsto dalla legge 164/1982, porti al rilascio di una documentazione anagrafica definitiva”.

In pratica l’Università di Perugia si è presa la briga di sostituirsi allo Stato ed ha deciso - in totale autonomia - di riconoscere ciò che ancora la normativa nazionale non ha riconosciuto. Fino a quando la transizione di genere non è completata, infatti, la persona in questione deve continuare ad identificarsi con nome e genere attribuitigli alla nascita. Tutto il resto è errato, erroneo e contro le normative nazionali.

Ma l’ateneo non si arrende e continua: “La documentazione provvisoria prende il nome di doppio libretto o carriera alias: si tratta di espressioni equivalenti che fanno riferimento ad una stessa misura amministrativa adottata dagli Atenei per garantire e tutelare la privacy delle persone in transizione di genere all’interno dell’ambito universitario”.

Insomma, l’università sa bene che la carriera alias non è regolamentata a livello nazionale però la adotta ugualmente usando l’escamotage del libretto regolare unito ad un libretto privo di valore giuridico su cui è apposto il nome ed il sesso dello studente in questione.

Da dove arriva questa stortura giuridica?

La risposta è semplice: arriva dalla comunità LGBT che, sul sito della citata associazione, scrive che la carriera alias è “uno strumento con cui una persona transgender può scegliere di farsi chiamare, nel contesto scolastico, con il proprio nome di elezione (il nome scelto) piuttosto che con il dead name (il nome assegnato alla nascita)”.

Qualcuno potrebbe chiedersi quale sia il problema in tale pratica. Il problema sorge quando un docente si rifiuta di piegarsi ad una siffatta prassi ideologica, preferendo seguire le leggi vigenti nello Stato. Lì inizia, molto spesso, una persecuzione ai suoi danni per non essersi voluto piegare al diktat ideologico della Lobby LGBT.

In questi giorni la vicenda della carriera alias ha creato problemi ad un docente del Liceo “Cavour” di Roma.

Il professore, a quanto scrive il “Corriere della Sera”, “si sarebbe rifiutato di applicare la carriera “alias” come previsto dall’articolo 4 del regolamento d’istituto approvato lo scorso anno. “Davanti a me ho una donna, non posso riferirmi a te diversamente”, è quanto si è sentito rispondere il liceale, maggiorenne e con disturbi dell’apprendimento, alla consegna del compito in classe. Alle proteste del ragazzo l’insegnante avrebbe risposto: Non mi interessa cosa dice il regolamento”.

Se le cose stanno così va riconosciuto al docente il fatto di conoscere il diritto. Le fonti del diritto, infatti, hanno una gerarchia ben istituita e consolidata e, pertanto, in mancanza di una norma nazionale chiara, il docente può rifiutarsi di applicare un semplice regolamento d’istituto.

Sulla questione è intervenuto Jacopo Coghe, portavoce dell’Associazione “Pro Vita & famiglia”, che - in una nota stampa inviataci il 10 novembre scorso – ha scritto: “Il professore si è giustamente rifiutato di riconoscere l’identità di genere maschile dichiarata da una studentessa di sesso femminile dopo l’approvazione nell’istituto della cosiddetta “carriera alias” per studenti transgender.

La scuola non ha alcun potere di alterare i dati anagrafici dei minori nei documenti e negli atti interni sulla base di autodichiarazioni o di percorsi terapeutici che non hanno portato a diagnosi definitive e alla sentenza di riattribuzione del sesso come previsto dalla legge italiana in materia.

La comunità scolastica non può essere obbligata ad adeguarsi acriticamente alla percezione soggettiva di uno studente sulla propria identità, specialmente in un frangente culturale in cui i giovani sono bombardati dalla vera e propria moda dell’identità fluida.

La sola ipotesi che il docente possa subire qualsiasi tipo di conseguenza, disciplinare o legale, per aver rispettato la legge italiana, è inquietante e anzi chiediamo che sia tutelato dalla dirigenza scolastica, dall’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio e dal Ministero dell’Istruzione”.

In un momento storico in cui le famiglie non riescono a mettere il piatto in tavola, in cui le bollette energetiche sono arrivate a prezzi proibitivi, in cui l’Italia è nel pieno di uno tsunami inflazionistico ci chiediamo come si possano perdere tempo, soldi e risorse per inseguire i capricci delle Lobby LGBT che, sconfitte sul Ddl Zan, stanno cercando ogni pretesto per perseguitare chi non la pensa come loro.

Resteremo senz’altro sintonizzati sulla questione e raccoglieremo tutte le informazioni del caso.

In Italia, anche se molti se lo sono dimenticato, “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.

Tutti, compreso il professore del Liceo “Cavour” di Roma.

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Articolo pubblicato il 14/11/2022