Accadde oggi: 22 novembre 1963, John Fitzgerald Kennedy ucciso a Dallas

Una delle più intricate e intriganti ipotesi complottiste del secolo scorso

Dallas, 22 novembre 1963, alle 12:30 (19:30 in Italia). La gente di una certa età rammenta bene dov'era quando fu raggiunta dalla notizia.

John Fitzgerald Kennedy, democratico, il 35º presidente americano, il più giovane mai eletto, eroe di guerra, molto amato dal popolo, salutava la folla acclamante. Un attimo dopo, i proiettili lo centravano in testa. Mentre la limousine accelerava per sottrarsi al tiro, Jacqueline Bouvier Kennedy, tentava di raccogliere frammenti di cervello del marito schizzati sul cofano posteriore. Immagini agghiaccianti.

Fotogrammi ripresi da Abraham Zapruder, un videoamatore provvisto di telecamera 8 mm. Il filmato, accostato a registrazioni sonore, fornì molti indizi ignorati sulla dinamica del delitto, soprattutto sui tempi e sul numero degli spari (3 o 4?).

Dopo 59 anni, la versione ufficiale che attribuì la mano dell'attentato al solo Lee Harvey Oswald continua ad essere oggetto di dubbi e perplessità, e molti motivi sono impressi proprio nel documento audiovisivo, eppure…

Lee Oswald, ex marine di ideologia marxista, fu catturato dopo una breve, cruenta caccia all'uomo. Appena due giorni dopo, mentre stava per essere trasferito in carcere, fu freddato da Jack Ruby, marginale figuro della malavita cittadina, patriottico e antisemita, legato alla mafia locale. Un giustiziere “solitario”, perfetto per chiudere la bocca all'unico indagato.

La sospetta dinamica della morte di Oswald non convince la commissione Warren e l'FBI a modificare la versione ufficiale che, escludendo ogni ipotesi di cospirazione, ribadiva che fu Oswald l'unico a sparare, nonostante le riprese di Kennedy colpito almeno due volte e l'ipotesi dei quattro spari.

Nel 1979 le ripetute contraddizioni portarono la USA House Select Committee on Assassination, alla stesura di un rapporto dove si dichiarava che “molto probabilmente” l'atto di Oswald era legato a una non meglio identificata cospirazione. Gli indizi e le motivazioni avrebbero potuto pretendere di più.

Oswald, pur buon tiratore, non avrebbe potuto sparare “tre-quattro” (!?) colpi in 6,75 secondi su un bersaglio in movimento a causa della ricarica manuale scorrevole del suo fucile. Si trattava di un Carcano 91\38 progettato dalla Fabbrica D'Armi Carcano Di Torino nel 1891 e in servizio nell'Esercito Italiano fino al 1959. L'anziano fucile, sebbene apprezzato per la sua precisione, consentiva una cadenza di fuoco non superiore a 15-16 colpi al minuto.

Nonostante ciò, uno scoop tv della CBS, con 11 tiratori scelti attestava che era possibile sparare… tre volte!?. Non fu considerata la testimonianza di due spari partiti dalla collina di fronte alla limousine. Eppure, quando ancora la commissione Warren non era stata istituita, la precedente commissione medica aveva stabilito che Kennedy era stato colpito da traiettorie radenti e non di 55° come sarebbe stato dal 6° piano del palazzo dov'era appostato Oswald.

Oltre alla presenza di più d'un cecchino, nel corso degli anni le ipotesi di complotto si sono fatte molteplici, poiché JFK, con la sua politica riformista e "flessibile" nei confronti dell'Urss, della guerra fredda e non solo, si era creato non pochi nemici, dando adito a numerosi scenari, ma nessuno mai chiarito.

Gli "attori" potenzialmente coinvolti nella congiura furono: Edgar Hoover & l'FBI, il KGB, la CIA, le lobby petrolifere, la mafia, gli anticastristi, il sindacato petrolieri, i banchieri, i politici più conservatori e l'insieme militare- industriale. Troppi nemici per un uomo solo, molti legati da interessi comuni. Kennedy ne era consapevole.

Infatti, dopo la crisi di Cuba e l'accordo con Nikita Krusciov che aveva sventato una guerra nucleare, i guerrafondai militari, consci della superiorità missilistica USA e impazienti di sparare, erano rimasti delusi da JFK, che aveva anche bloccato l'invasione di Cuba. Inoltre, Kennedy intendeva ritirare i militari americani dal Vietnam, attirandosi l'ira di politici, militari e industriali interessati al conflitto.

Anche il KGB e Fidel Castro avevano questioni personali in sospeso dopo lo smacco rifilato all'Urss durante i 15 giorni della crisi missilistica di Cuba. Inoltre, Kennedy era mal visto dal Ku Klux Klan per la sua politica progressista contraria alla segregazione razziale, e poi, perseguiva Cosa Nostra e il traffico di droga assieme al ministro della Giustizia, il fratello Robert Kennedy, anch'egli assassinato in circostanze non chiarite nel 1968.

Infine, il 4 giugno 1963, Kennedy aveva emesso l'Ordine Esecutivo 11110 che sottraeva il potere di stampare dollari alla Federal Reserve Bank, azzerando così il signoraggio bancario imposto allo Stato, e riprendendo a stampare moneta con sigillo USA per 4,2 miliardi di dollari. Un provvedimento mal digerito dai vertici della FRB, privati ??del loro tasso di interesse. Dopo l'assassinio dei Kennedy, la FRB è tornata a stampare moneta con il proprio logo e le banconote siglate Stati Uniti sono state subito ritirate dal mercato.

Nonostante i tanti indizi sui soggetti intenzionati a levare di mezzo il giovane presidente, in 59 anni non è stata trovata un'alternativa alla tesi primitiva. Malgrado ciò, da un'indagine del 1965, già il 53% degli americani non credeva alla versione ufficiale, nel 2001 ben l'86% sosteneva l'ipotesi di complotto.

L'assassinio di Kennedy è stato oggetto di una ricca narrativa, di almeno 6 film di inchiesta, di numerosi documentari e parti di serie televisive, oltre al videogioco JFK Reloaded. Solo dal 2000 a oggi, ben quattro autorevoli storici americani hanno pubblicato libri sull'omicidio Kennedy che percorrono l'ipotesi del complotto, oltre intellettuali di scuole militari dell'esercito e della marina USA. Tutti convergono sulla tesi che l'operazione fu gestita dalla CIA. Ma per conto di chi e perché? Mistero irrisolto, ma non dimenticato e da più parti, tuttora in cerca della verità.

 

“Per trovare il colpevole segui il denaro” (Giovanni Falcone)

 

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Articolo pubblicato il 22/11/2022