Le associazioni LGBT sfruttano il vittimismo

Considerazioni del "Popolo della Famiglia" sul "Transgender Day of Remembrance".

Il 20 novembre di ogni anno il mondo LGBT propone una giornata in ricordo delle vittime dell’odio transfobico nel mondo, denominata “Transgender Day of Remembrance”.

In tutta Italia le associazioni che afferiscono ad “Arcigay” hanno organizzato decine di sit-in e manifestazioni di piazza per lamentare la loro presunta invisibilità.

L’Associazione “Arcigay Cuneo – Granda Queer”, sui suoi social network, fa sapere che “la violenza che attraversiamo in quanto persone trans non è cessata: l’Italia è sempre al primo posto in Europa per il numero di crimini d’odio nei confronti di persone trans e numero di suicidi. A livello globale sono 327 gli omicidi di matrice transfobica registrati dal 1 ottobre 2021 al 30 settembre 2022, sono soprattutto donne che hanno pagato a caro prezzo con la propria vita il fatto di aver tradito il patriarcato attraverso i generi approdando verso la femminilità”.

Salta subito agli occhi lo stile allarmistico e vittimistico proprio delle Lobby LGBT che si sentono sempre come le grandi perseguitate.

Margherita Ruffino, esponente del “Popolo della Famiglia” della provincia Granda, ha voluto sottolineare che “mentre queste associazioni sfruttano il vittimismo, la loro azione è sempre più prepotente e la loro influenza sulla società più subdola e pervasiva. Lamentano un incremento della violenza nei loro confronti. Se andiamo però a consultare, per esempio, dati piuttosto recenti, risalenti al settembre 2021, quelli forniti da una loro fonte, “Transgender Europe”, scopriamo che in Italia in quell’anno sono state solo 2 le vittime a fronte di 375 nel mondo, e che nell’arco di 13 anni, dal 2008 al 2021, nel nostro Paese sono 44, vale a dire una media di circa 3 all’anno. Sempre nel 2021 il totale degli omicidi è stato di 277. Ne concludiamo che la percentuale che colpisce il mondo transgender è dello 0,7%. Questi i dati nudi e crudi”.

Dinanzi ad un’analisi così documentata e dettagliata c’è da chiedersi se sia il caso che l’Italia spenda dei soldi e del tempo in Parlamento per fare delle leggi “ad hoc” per un fenomeno perlopiù impercettibile.

Il ‘Popolo della Famiglia’ contesta decisamente il tentativo di istituire categorie privilegiate a vantaggio di una minoranza che pretende ‘orgogliosamente’ riconoscimenti e ottiene, di conseguenza, lauti finanziamenti. Non dimentichiamo che la condizione di queste persone, con il relativo percorso di transizione di genere è già regolamentata da una legge del 1982. Vittime di violenza, loro come chiunque altro, sono tutelate dal Codice Penale, in particolare dall’articolo 604bis, che prevede le aggravanti”.

In un momento storico in cui i cittadini italiani faticano ad arrivare alla metà del mese per colpa di una guerra alle porte dell’Europa, che sta facendo schizzare alle stelle i prezzi dei beni di prima necessità, crediamo sia necessario spendere i soldi in modo più serio, ponderato ed oculato.

Sicuramente la priorità dei cittadini non è quella di finanziare il “Festival Transgender” di Torino che, da tre anni, è presieduto da Vladimir Luxuria. Prima vi sono la sicurezza, l’energia e la lotta all’inflazione. Il resto è un di più di cui si può senz’altro fare a meno.

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Articolo pubblicato il 22/11/2022