Il Municipio di Susa: Uno scrigno di memoria

Di Alessandro Mella

La città di Susa, posta ai piedi dei monti, del Rocciamelone, terra alpestre e di frontiera, è davvero ricca di tesori millenari come l’area archeologica romana e le molte reminiscenze d’ogni secolo.

Ma la grande bellezza, la ricchezza culturale, è ovunque e si può scoprirne anche solo varcando il portone d’ingresso del municipio poiché, oltre la soglia, sono raccolte una serie di lapidi e targhe di grande interesse storico e financo nel cortile a seguire.

Una delle più interessanti è, in verità, un frammento di roccia con incisioni del 1806, di epoca napoleonica, con tanto di aquila imperiale coronata incisa. Opera realizzata manualmente, probabilmente dal personale della linea telegrafica ottica installata quell’anno e che collegava Parigi fino a Milano.

La targa più antica dopo quella del 1750 cioè risalente a due anni dopo la collocazione del municipio nel palazzo odierno.

Un’altra grande lapide marmorea celebra il ricordo di Vittorio Emanuele II, re di Sardegna e poi d’Italia, protagonista di primaria importanza del Risorgimento nazionale. Risale al 1878 quando il sovrano sabaudo spirò prematuramente.

Poco distante si nota un rilievo con il volto di Giuseppe Garibaldi, realizzato nel 1910, ricordo del grande condottiero. Un altro rilievo, con Vittorio Emanuele II nuovamente, fu posto accanto nel 1911. Entrambi furono voluti dalla Società Militare probabilmente per celebrare i cinquant’anni del regno.

Non meno interessanti sono le testimonianze relative all’alleanza franco-sabauda del 1859, al tempo della seconda guerra d’indipendenza italiana, celebrata con una targa di produzione francese del 1909, tipica nell’aspetto e nella fattura con metalli e smalti, da una del 1919 e da un’altra posta nel 1959 a ricordo del centenario.

Un’altra grande lapide in marmo, posata nel 1901, celebra invece Umberto I, il re buono, assassinato l’anno prima dalla mano ostile e meschina del Bresci.

Non meno affascinante, nella sua semplicità, la targa con il logo tricolorato di “Italia 150” posta nel 2011 in occasione delle celebrazioni del centocinquantenario dell’unità nazionale.

Altra magnificenza è senz’altro una grande lapide con i nomi dei caduti del Risorgimento segusini e delle comunità circostanti risalente al 1902.

A queste si aggiungono, ovviamente, quelle delle due guerre mondiali con i molti caduti che purtroppo il territorio dovette soffrire in quei conflitti disastrosi.

Del 1968 è invece la lapide celebrante il centenario della Ferrovia Fell, collegamento ferroviario tra Francia ed Italia. Un simbolo del grande progresso postunitario.

Altre due lapidi celebrano le glorie e le imprese della Resistenza ed in particolare dei celeberrimi partigiani della “Stellina” al tempo dei rastrellamenti dell’agosto 1944.

Quello del comune di Susa, dunque, è un piccolo lapidario di grande importanza e vale davvero la pena sporgersi qualche minuto verso l’interno per poterlo apprezzare.

Incisioni come quella napoleonica, ad esempio, sono una vera rarità da non perdere se si decide di dedicare un po’ di tempo all’antica Segusium!

Alessandro Mella

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Articolo pubblicato il 21/12/2022