Centinaia di Cristiani messi in mezzo alla strada a ridosso del Natale. L'ONU non stia a guardare.
L’Italia è un Paese spesso criticato per le sue politiche migratorie e di accoglienza. Chi avanza queste critiche, però, dimentica di dire che nel resto del mondo vi è davvero un clima d’intolleranza e di disprezzo delle diversità.
Ad Islamabad, in Pakistan, la Capital Development Authority ha deciso e compiuto la demolizione di tutte le case presenti a Nawaz Sharif Colony solo perché appartenenti a famiglie di Fede Cristiana.
I malcapitati non hanno ricevuto nessun preavviso. Il governo pakistano non ha dato ai Cristiani, residenti nella zona, la possibilità di prendere gli effetti personali, i ricordi e gli oggetti cari.
I colleghi di “The Christian Post” fanno sapere che l’agenzia governativa ha demolito anche la chiesa del luogo “per fortuna senza fare feriti o vittime”.
Nasir Saeed, direttore di CLAAS, parlando con gli organi di stampa ha dichiarato che “questi Cristiani hanno perso tutto: le loro case e tutti i loro beni. Molti di loro hanno vissuto nella colonia per anni, con le loro famiglie e investendo i risparmi di una vita nella costruzione e manutenzione delle loro case”.
Quello avvenuto a Nawaz Sharif Colony è un vero e proprio sopruso perpetrato dal governo di Islamabad a ridosso del Natale del Signore.
Saeed insiste nel dire che “il governo pakistano deve risarcire finanziariamente i cristiani che hanno perso la casa e deve fornire loro un altro posto dove vivere. Questa ingiustizia è avvenuta mentre i cristiani in Pakistan e in tutto il mondo si preparano a celebrare il Natale tra poche settimane”.
Mentre la Sinistra europea vede persecuzione e discriminazione dove non c’è, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America – come riportano i colleghi di “Riforma” - “ha inserito il Pakistan nella sua lista di “paesi di particolare preoccupazione” che tollerano o commettono gravi violazioni della libertà religiosa”.
Auspichiamo che l’Organizzazione delle Nazioni Unite non stia a guardare, ma intervenga prontamente per difendere e tutelare la popolazione cristiana presente in Pakistan, e in tutti i paesi islamici.
Seguiremo senz’altro l’evolversi della questione e vi terremo informati.
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Articolo pubblicato il 03/12/2022