Ricordo di Pietro Terzolo, amico del Museo Pietro Micca

La prof. Carla Amoretti ricorda un appassionato studioso delle imprese del Principe Eugenio e della sua epoca

Era il 30 novembre 2022 …. Stavamo correndo per arrivare in tempo al funerale di Piero Terzolo, spentosi pochi giorni prima, il 26 novembre, all’età di 80 anni in ospedale… con accanto una persona che lui considerava come un figlio, che lo assistette sino al suo ultimo respiro: Massimo Zannoni, tassista, che lui chiamava per farsi portare nelle sue ricerche sul territorio.

Un lavoro che pian piano era diventato una amicizia profonda, un affetto che per il giovane era intriso di rispetto e curiosità culturale verso un uomo abbastanza solitario. Nei viaggi assieme, Piero lo affascinava con racconti storici e talvolta si lasciava andare in considerazioni sulla vita, sulle sue scelte che lo avevano portato a non avere una famiglia propria. L’animo talvolta pieno di rimpianti.

Piero aveva scelto di vivere in un paesino con un’atmosfera antica, tra Asti e Chivasso, su una collina costellata di piccole stradine di campagna. Qui portava avanti i suoi studi.

Già nel 1984 aveva iniziato a scrivere i suoi fascicoli dattiloscritti, con una attenzione particolare alla disciplina e rigori della giustizia nell’esercito asburgico e nel 1991 si mise ad analizzare i dipinti dell’Huchtenburg che raffiguravano le campagne del Principe Eugenio di Savoia Soissons (Parigi, 18 ottobre 1663 – Vienna, 21 aprile 1736).

Affascinato da questo importante personaggio, aveva fondato nel 1993 il “Centro Studi Eugeniani” e ne era Presidente e Direttore, collezionando una documentazione incredibile su quell’eroe in cui si identificava.

La bibliografia del Centro Studi Eugeniani riporta, a fine 2020, oltre 900 titoli: libri per la maggior parte di inizio Novecento, incentrata sulla storia, sui luoghi in cui il Principe aveva condotto le armate imperiali o era stato inviato con compiti diplomatici.

Uno studio attento riguardava la marina da guerra sabauda e la città di Venezia nei suoi rapporti con il Principe Eugenio.

Pietro Terzolo aveva lavorato alla Banca d’Italia, collega del papà di Massimo e di Fabrizio. Era rimasto legato alla famiglia Zannoni anche dopo la scomparsa del loro padre. A Natale non era mai lasciato solo: era accolto come una persona di famiglia, nel tepore dell’affetto di un mondo fatto di persone buone, che gli volevano bene.

È uno spaccato di vita emerso durante le sue esequie, mentre una draga ricopriva di terra la bara posta a 3 metri nel sottosuolo, accanto alla sua mamma.

Persone del luogo lo avevano accompagnato in una giornata, in cui la pianura era piena di foschia, e lassù, quasi fuori dal mondo, un sole tiepido gli dava l’ultimo conforto.

Una signora anche lei impiegata alla Banca d’Italia raccontò che Piero si rivolgeva a Lei, come amica e persona fidata, per far rileggere i suoi elaborati…  scritti con una vecchia macchina da scrivere, con molta abilità e velocità. Rifiutava le nuove tecnologie elettroniche ed i cellulari e ciò contribuiva ad isolarlo maggiormente dal resto del mondo. Gli studi che portava a termine venivano impaginati in modo manuale. Sono fascicoli riprodotti in pochissime copie, che aprono una visione particolare sul periodo indagato. Li aveva raccolti in sei contenitori, non in ordine cronologico di produzione, ma con un criterio suo personalissimo.

Poco prima di ammalarsi aveva portato copia di tutti i suoi studi al Museo Pietro Micca, ove sono stati raccolti e catalogati in un Fondo Terzolo nella piccola ma ricca biblioteca tematica, voluta da Guido Amoretti, primo Direttore del Museo sin dal 1961.

Piero avrebbe dovuto fare una presentazione ufficiale di questo Fondo, ma il male gli stava già togliendo forze, e disse che non se la sentiva.

Aveva goduto di molta stima da parte del Gen. Guido Amoretti, che apprezzava i suoi studi. Negli anni Ottanta, Piero era stato anche nel Consiglio Direttivo dell’Associazione Amici del Museo Pietro Micca.

Ricordiamo un episodio di vita vissuta: una sera di molti anni fa, Amoretti organizzò una sua conferenza su un tema di grande interesse: un manoscritto storico inedito risalente ai tempi del Principe Eugenio. Purtroppo, per un ritardo postale, l'invito ai partecipanti giunse in ritardo e solo una decina di soci si presentò alla conferenza. Il Direttore ebbe l'abilità di trasformare la serata in un intimo "salotto letterario" con piena soddisfazione di Terzolo. Successivamente la conferenza fu riproposta e l'oratore ebbe un pubblico numeroso e interessato. I membri dell'Associazione Amici del Museo Pietro Micca lo stimavano per la sua disponibilità a offrire approfondimenti di carattere storico.

Solo pochi suoi lavori erano stati stampati da una casa editrice, tra cui: CORREVA L'ANNO 1704, un romanzo storico ambientato nel castello di Vinovo, in cui si incontrano, dopo anni, due uomini, il padre cappuccino Giovanni da Vinovo e il Conte Carlo Agostino delle Lanze; essi iniziano a ricordare i fatti della loro vita e ad analizzare il periodo storico che stanno vivendo

Così ne scrive Neos Edizioni: “La guerra, la pace, la paura, la solitudine, l’amore sono gli elementi che l’autore indaga in questi racconti, mentre ci accompagna con mano leggera alle sue riflessioni sull’uomo, ieri come oggi compresso fra amor di patria e quiete familiare, fra desiderio di gloria e aspirazione alla pace, fra certezza della ragione e paura dell’ignoto”.

Erano i temi che affrontava in macchina nelle sue peregrinazioni con Massimo.

Era una persona buona e semplice, che si faceva amare.

Per questi valori e per quello che ha prodotto come ricercatore e studioso di storia, lo ricorderemo sempre.

Carla Amoretti

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Articolo pubblicato il 08/12/2022