Dove si dimostra che la scuola pubblica italiana non funziona poi così male
La sera del primo dicembre di quest’anno, alle 18 e 30, nell’Aula Magna del Liceo Agnesi di Merate, nel lecchese di manzoniana memoria, si è svolta una piacevole manifestazione. La scuola, con il patrocinio della Provincia di Lecco, pubblica dal 2004 la rivista Episteme, un laboratorio dei saperi e delle pratiche educative, un volumetto mediamente di duecento, duecentocinquanta pagine di saggistica, proposte e approfondimenti didattici e recensioni che ha l’obiettivo di essere uno strumento di lavoro per docenti e discenti, e di costituire un ponte tra liceo ed università.
Non a caso apre infatti la serata una giovane professoressa di lettere, simpatica e vivace nei suoi jeans con maglioncino in tinta, molto bon ton, che, come dice lei, tiene il piede in due scarpe; insegna al liceo, ma ha le carte in regola per la carriera accademica. Le due strade ad un certo punto diventano incompatibili. Deciderà il da farsi.
Presenta, insieme ad un’altra giovane collega, un gradevolissimo power point dove illustra la rivista e ricorda che è edita da Mimesis, una nota e prestigiosa casa editrice milanese, da tempo attiva anche sul mercato internazionale e con un catalogo di più di quattromila titoli. La professoressa racconta al pubblico di docenti, studenti e genitori che riempie l’Aula Magna come è costituita la rivista: definisce la sezione Ricerca, cioè la raccolta dei saggi, un “ponte” tra passato e presente, tra liceo ed università, passa poi alla sezione Maieutica, dedicata alla didattica, definendola come una “chiave” attraverso cui insegnare ed apprendere sulla base di diverse prospettive di interpretazione e conclude definendo la terza sezione, Recensire, come uno “scrigno” da cui attingere nuovi suggerimenti di lettura.
Chiara è disinvolta nella sua esposizione, la docente passa poi la parola all’altra collega, che con altrettanta precisione e savoir faire esamina più da vicino le parti della rivista e gli autori. Ci sono docenti liceali, studiosi che collaborano con prestigiose università italiane e straniere, come Princeton e la Columbia Universitiy di New York o quella di Reading in Gran Bretagna; non mancano articoli di importanti accademici, cattedratici ordinari.
Sottolinea poi la presenza all’interno di Episteme di una rubrica di scrittura creativa, Lezioni sottintese, da cui l’autrice, la professoressa Patrizia Lotti, dopo un lavoro di rimaneggiamento, ha tratto un libro pubblicato nel 2018, Lezioni sottintese (editore Scatole Parlanti), appunto, di cui è prevista una nuova edizione rivista ed ampliata. Anche il professor Ambrogio Cazzaniga, autore di diversi saggi filosofici, ha tratto un libro, sempre con i dovuti ampliamenti e rimaneggiamenti, dagli articoli pubblicati su Episteme: Lo stile filosofico del pensare, uscito quest’anno per i tipi di Mimesis.
Si passa poi agli interventi del pubblico: alcuni ragazzi pongono domande agli autori che dal loro tavolo rispondono a questioni che vanno dal senso che assume la filosofia oggi, a consigli agli appassionati di scrittura su come migliorare i propri lavori, alle ragioni che hanno spinto un docente, da ragazzo, verso una disciplina o un’altra. Le risposte sembrano soddisfare tutti e ci si avvia all’intermezzo musicale. Tre ragazzi suonano gli Oasis scatenandosi durante la performance, ma poi tornano subito composti e rispettosi verso il loro prof di inglese, ottimo musicista che ha avuto anche l’onore di suonare per Papa Francesco e che li aiuta a coltivare la loro passione.
Due studenti, che seguono il corso di scrittura creativa offerto dalla scuola, leggono i loro racconti, selezionati dai docenti che lo tengono. La serata si conclude con la consegna dei premi attribuiti ai vincitori della borsa di studio istituita in onore di un docente del liceo mancato da qualche anno, autore di magnifiche acqueforti che hanno meritato diversi premi.
Una serata davvero piacevole, che fa pensare. In quell’aula l’altra sera erano riuniti docenti, quindi laureati, nelle più diverse discipline che hanno evidentemente svolto il loro lavoro con passione, tanto che molti continuano a studiare anche ora che sono in pensione; gratuitamente, in ogni senso. Non ci sono diritti d’autore per Episteme. E non dimentichiamo, nel panorama della serata, l’incisore di acqueforti e il musicista, jazzista per la precisione.
Per non parlare dei ragazzi, bravi ed impegnati a seguire le proprie aspirazioni. Senza bisogno di essere stati umiliati da nessuno. Al contrario sono stati tutti incoraggiati a perseguire i loro obiettivi. Conclusione? Direi che quella serata ha dimostrato che nella nostra scuola pubblica, tanto ingiustamente oltraggiata da chi spesso parla solo per slogan da bar sport e fa della banalizzazione che semplifica ciò che è complesso la cifra delle sue opinioni, contiene al contrario entusiasmo, talento e impegno.
Tutte cose che andrebbero difese e curate, invece che dimenticate, come spesso avviene. Ma non importa: la cultura comunque sopravviverà, nonostante gli ostacoli che l’ignoranza, il cattivo gusto, l’incapacità di gestire la complessità, tutte cose oggi molto di moda, tenteranno di mettere sulla sua strada.
Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini
Articolo pubblicato il 11/12/2022