
Violenti scontri dinanzi alla Questura di Brasilia.
Nelle scorse settimane abbiamo parlato del clima di tensione che si è creato in Brasile a seguito delle elezioni politiche che hanno riportato la vittoria del Presidente Lula.
Oggi torniamo sul tema partendo da un tweet scritto da Flavio Dino, Ministro della Giustizia entrante del Governo Lula, che ha scritto: “Abbiamo dialogato con la GDF, che è responsabile di garantire l’ordine pubblico a Brasilia, che è stata colpita da litigi politici. La sicurezza del Presidente Lula è garantita. Le misure di responsabilità legale continueranno, secondo i termini di legge”.
Ma come mai questo tweet?
Nei giorni scorsi – come riporta “Rai News” – “un gruppo di sostenitori del presidente brasiliano uscente, Jair Bolsonaro, si è scontrato con la polizia a Brasilia. I disordini sono scoppiati davanti alla questura dopo l’arresto, su ordine del giudice della Corte Suprema Federale, Alexandre de Moraes, del cacicco José Acacio Serere Xavante per minacce e atti intimidatori contro lo Stato di diritto democratico”.
Come spesso accade nel panorama giornalistico italiano, non si guarda ai retroscena ma si parla solo del fatto singolo, fine a se stesso.
I sostenitori del Presidente Bolsonaro non volevano assolutamente minacciare lo stato di diritto ma desideravano democraticamente manifestare per chiedere la scarcerazione di Serere Xavante.
La Polizia di Brasilia, senza tentare alcuna azione di dialogo con i manifestanti, ha lanciato i lacrimogeni per disperdere la folla e, in contemporanea, ha iniziato a sparare proiettili di gomma ad altezza d’uomo.
I manifestanti sono perciò diventati aggressivi ed hanno reagito con bastoni e lancio di sassi ad indirizzo della polizia. Il clima si è fatto rovente e la cronaca ci dice che “diversi autobus e auto sono stati attaccati e dati alle fiamme”.
Secondo la Procura Federale di Brasilia, Serere Xavante sarebbe reo “di aver organizzato diverse manifestazioni di “carattere antidemocratico” nella capitale, anche davanti all’albergo dove alloggia il presidente eletto di sinistra, Luiz Inacio Lula da Silva”.
“Rai News” scrive che “i sostenitori di Bolsonaro, con indosso le loro tipiche magliette gialle della nazionale di calcio, sono stati visti mentre cercano di spingere un autobus giù da un ponte a Brasilia”. Bisogna vedere che cosa è successo prima. Perché non si mostra la Polizia di Brasilia che massacra dei manifestanti – fra cui donne e bambini – senza dar loro la possibilità di difendersi?
Il 1 gennaio prossimo Lula Da Silva, dopo una sontuosa e sfarzosa cerimonia a Brasilia, entrerà in pompa magna all’interno del Palazzo del Governo, dove inizierà a governare il Brasile.
I cronisti internazionali esprimono preoccupazione per quel giorno, lasciando intendere che i sostenitori di Jair Bolsonaro attenteranno alla vita del neoeletto presidente.
Il Ministro della Giustizia entrante, Flavio Dino, invece, sostiene che “la sicurezza di Lula è garantita”.
Ciò che fa riflettere è che la Sinistra, in ogni parte del mondo, gioca sempre il ruolo della vittima.
Perché il mainstream dell’informazione non mostra i video integrali in cui si vede che i primi attacchi violenti ai danni della popolazione disarmata sono stati mossi dalla Polizia di Brasilia?
Perché non si racconta la violenza con cui i sostenitori di Lula da Silva trattano i compatrioti che hanno la sola colpa di essere allineati con Jair Bolsonaro?
Certamente torneremo a trattare il tema della politica brasiliana perché non si può mai permettere che qualcuno metta il bavaglio a chi democraticamente e legittimamente manifesta il suo pensiero.
Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini
Articolo pubblicato il 21/12/2022