
Le riflessioni di un'artista dell'immagine, e non soltanto.....
Una volta c’era la posta pubblica; allora nel diciottesimo secolo era considerato un segno di progresso e civiltà anche se abitavi in un borgo sperduto isolato, comunque avresti ricevuto comunicazioni su carta, che un postino stipendiato con denaro pubblico doveva raggiungerti lassù nel tuo alto eremo per portarti una mia lettera che conteneva solo due parole “Ti amo”: pensa che spreco di denaro pubblico.
Ma da li a poco le poste insieme ai bisogni più essenziali furono privatizzati, il pubblico faceva paura perché foriero di socialismo reale, che iettatura l’abbiamo scampata. Quel progetto socialista che prevedeva che i bisogni essenziali di una società fossero pressoché gratuiti e parlo di Salute, trasporti, istruzione, telecomunicazioni, difesa e ordine pubblico; io allora pensavo che anche difendere i propri diritti potesse essere un diritto sostenuto dalla collettività, che idee strane sul modello sociale.
Anche il Luciano lo pensava e scriveva sui suoi saggi di sociologia, riflessioni dal quale si evinceva che la società liberale capitalista era fallita, che era necessario un nuovo patto sociale per affrontare la deindustrializzazione.
Alcuni industriali illuminati tentarono di sostituirsi al sistema di tutele sociali, ma non furono presi ad esempio dai colleghi molto più coscienti che restituire parte della propria fortuna di vita, non fosse una pratica redditizia, quindi evitata e stigmatizzata.
La pubblicità molto più sul pezzo delle coscienze, sui social ci si indignava a comando, uno stillicidio di provocazioni per radicalizzare le posizioni, una strategia atta a esacerbare il non pensiero politico, con la macchina del fango pronta a comando a colpire quello o l’altro che avrebbe fatto rinsavire i più; alcuni musicisti mettevano nude sulla copertina dei dischi per venderne di più, musica copiata e suonata con arrangiamento popolari, riviste patinate di società, cultura, politica e economia, anche lei copertine sgargianti con donne nude, i calendari senza gli spazi per appuntare eventuali ricorrenze ma le donne e gli uomini discinti erano una garanzia di successo economico, la televisione poi con l’avvento di quella privata fu un vero colpo di reni della economia di scala, con la conquista del telegiornale in diretta, tutto fu alterato.
Venne propagandato il falso come unica verità provata, gli imprenditori della comunicazione privata furono scaltri a portare a proprio favore l’opinione di quel pubblico non in grado di discernere. Venne anche sdoganata la questione livello di autocontrollo e autodisciplina nelle trasmissioni, ammiccamenti, "celodurismo", carriere per meriti porno, trasmissioni sul dolore per renderlo normale, il lavaggio di panni sporchi in pubblico, una volta accadde anche che i deputati votarono senza vergogna, si tapparono il naso e votarono per salvare un pedofilo.
Ricordo che per essere apparenti si ricorreva al bisturi e alle alchimie di maghi della sala operatoria estetica, il genere in una società che regredisce è il primo ad involversi, l’essere donna o uomo, quando a fare le regole sono i secoli precedenti e i contemporanei di allora quando delegati dalla pancia dell’elettorato hanno determinato uno scivolone indietro lungo da recuperare, anni di conquiste sciupate in un ventennio macista, uomini frustrati che per le loro smanie da ansia da prestazione facevano ricorso a molecole, anche con la surroga l'importante era illudersi di essere dominante.
La devastazione intellettuale delle ben pensanti, che si indignavano a comando ed uniche civili, erano quelle del loro salotto virtuale sui social: ma se va a letto con le minori e loro sono consenzienti allora ben per lui, se ha diverse mogli alle spalle e vuole comunque comunicarsi, perché no. Nella comunità ecclesiastica percentuali trentuplicate di pedofili rispetto alla società civile, ma si sarà a fin di bene sono comunque dei riferimenti di bontà oblativa...Lo stupro del Circeo, tutte le preture colme di denunce di stupro, per chi sapeva in punto di morte confessava di aver passato molti giudizi da magistrato dove gli stupratori erano di censo, e le stuprate erano quasi sempre nel cerchio breve della famiglia.
Furono istituite case alloggio per piccole comunità che si occupavano di bimbe minori con bebe, il compito degli assistenti era restaurare la loro condizione psichica e dagli gli strumenti per diventare indipendenti, poi fuori a vivere da adulti a diciotto anni con un pargolo di due o tre anni in braccio. Certo che quando ci fu un’indignazione sui social per una pubblicità, all’alba di un palpeggio di branco, in terra teutonica. Ricordo i discorsi da bar, ma la Cancelliera sederona ha aperto ai clandestini, furba lei ha scelto fior di laureati e persone per bene e gli altri li ha mandati in dietro.
Torniamo alla pubblicità di due modisti di allora, loro coppia non ortodossa per un pensiero da clericali, che male c’è il fine giustifica i mezzi, il dio denaro gli fuse il cervello e a loro quello che più interessava come a tutti i liberisti convinti, è il successo, magari aggiungere prestigio al loro censo, allungare la barca, garantirsi un posto di privilegio lassù quando sarebbero andati in paradiso. Ben vengano le donne nude e ammiccamenti. Un grande poeta musicista (si occupo e canto sempre degli ultimi) in quei secoli scrisse in una sua lirica “...si sa che la gente da buoni consigli non potendo più dare cattivo esempio...”
La ricorrenza dell’8 marzo: ci vollero molti decenni per ridare la dignità di commemorazione luttuosa. Le donne di allora la festeggiavano con abitudini consumistiche e contraddittorie. Ricordo quella sera che andai con Elisabetta e Claudio a cena insieme per la prima volta; non calcolammo la fatalità della data:era proprio l’otto marzo. Nella sala del ristorante dove andammo cerano solo donne, io mi alzai per uscire un’attimo per decomprimere, lo starnazzare era insopportabile per non parlare del lessico, avevano mollato gli ormeggi e passando tra i tavoli per guadagnare l’uscita...(premesso che allora ero di bella presenza)...fui palpeggiato da molte mani fameliche.
Gli uomini di allora si sarebbero sentiti lusingati, io provai un profondo senso di sconfitta nell’aver lottato a favore dell’emancipazione e uguaglianza dei generi; quanti fallimenti: oggi in questa nuova dimensione non ho più saliva per leccarmi le ferite, i fallimenti sono stati maggiori dei traguardi raggiunti, per fortuna oggi mi consolo pensando che nella cenere tutti troveranno risposte alle loro certezze terrene. Ciao palindroma cara, anche so che non risponderai neanche a questa missiva, ma io caparbio continuerò a scriverti: buona prossima biosphera2, passo e chiudo.
Gerry Di Fonzo
Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini
Articolo pubblicato il 19/12/2022