La Figura del Capo dello Stato nel libro di Tito Lucrezio Rizzo

Analisi di un volume che restituisce continuità alla Storia (di Alessandro Mella)

L’autore di questo volume è una figura di rara levatura. Non solo sul piano umano e personale ma anche dal punto di vista accademico, culturale e professionale.

I molti anni passati a stretto contatto con le istituzioni, la profonda preparazione e formazione giuridica, hanno permesso a Tito Lucrezio Rizzo di affrontare argomenti di grande importanza con la consueta chiarezza ed un’invidiabile capacità di sintesi.

Del resto, chi ne conosce l’abilità oratoria od ha letto le relazioni da lui realizzate per convegni ed eventi di studio non poteva avere dubbi circa il volume recentemente pubblicato per Herald Editore e dal titolo: “Il capo dello stato dalla monarchia alla repubblica (1848-2022)”.

Una raccolta di saggi attraverso i quali l’autore permette di effettuare un viaggio ideale che parte dallo Statuto Albertino e dalle traversie di Carlo Alberto per giungere alla rielezione al Quirinale del sen. Sergio Mattarella. Tutto questo attraverso alcuni capitoli introduttivi e ad altri dedicati ai singoli presidenti che si sono succeduti al “Colle” dai fatali giorni seguiti ai fatti del 1946 fino ad oggi.

Apre il volume una serie di profili dei Re d’Italia opera formidabile di Aldo A. Mola la cui conoscenza del tema è indiscussa. Mola parte, tuttavia, in modo inconsueto per la storiografia cui siamo abituati poiché egli inizia dalla figura proprio di Carlo Alberto che non cinse la corona d’Italia ma “visse” quella di Sardegna in modo tale da rendere non peregrino annoverarlo comunque tra i sovrani nazionali.

Per molti, compreso lo scrivente, egli fu il primo sovrano d’Italia “de facto”.

Per lo spirito riformista ed innovatore, per il coraggio dimostrato nel far propri i sentimenti “nazionali” del suo tempo, per la personalità di ampio respiro.

Mola poi prosegue con una rapida analisi dei successivi sovrani Vittorio Emanuele II, Umberto I, Vittorio Emanuele III ed Umberto II permettendo di rimuovere quel taglio netto creato nell’immaginario collettivo e contribuendo a riallacciare le istituzioni del dopoguerra con quelle che unirono l’Italia sotto un’unica bandiera. Ma non solo, egli spiega come quei sovrani avessero agito nell’idea di costruire le istituzioni, lo stato, anche attraverso l’evoluzione del paese, le riforme sociali, l’emancipazione, il consolidamento e progressivo accrescimento dello spirito democratico e della partecipazione della popolazione alla vita politica del paese ed in sostanza attraverso un vero progresso strutturale, politico e sociale. Progressismo e lungimiranza nel senso più elevato delle espressioni.

A questa parte seguono due capitoli con cui Tito Lucrezio Rizzo affronta la complessa fase di transizione che portò dalle istituzioni monarchiche a quelle repubblicane. Momenti spesso difficili cui fecero seguito, tuttavia, mutamenti delle strutture istituzionali ordinati ed in continuità, più di quanto si possa immaginare, con quelle del recente passato che andava sfumandosi.

In questo l’autore entra anche nel merito dei poteri della figura presidenziale, delle sue prerogative, dei suoi limiti reali o teorici, del suo diritto ad intervenire nella vita politica del paese quando l’esercizio del suo “potere arbitrale” diventa necessario se non auspicabile.

E lo fa anche attraverso una serie di profili, uno per capitolo, dedicati ai capi di stato repubblicani che hanno incarnato il loro difficile ruolo da Enrico De Nicola al già citato Sergio Mattarella.

Analisi attente, documentate, frutto di un ventennio di studi, ricerche ed approfondimenti cui Tito Lucrezio Rizzo ha dato tutto se stesso con la consueta passione ed il rigore scientifico e la serietà d’intenti che da sempre ne contraddistinguono l’opera.

Peculiarità di questo volume, come del resto di ogni testo da lui redatto, è sempre l’analisi rigorosa, rispettosa della verità storica, libera da ogni pregiudiziale, limpida nel suo percorrere i fatti senza filtri ideologici. A volte, perfino, con un velo d’emozione tale da permettere al lettore di ripercorrere i fatti e gli eventi con un’inconsueta serenità interiore. Preziosa per studiare, comprendere, capire ed approfondire senza giudicare e senza moti di rancore come oggi, purtroppo, certi revisionismi tendono a generare.

Questo approccio è prezioso ed in Italia non così comune come si potrebbe immaginare. Quello, per intenderci, dello storico che approfondisce, studia, ricerca, esplora archivi e memorie, vie nuove e poi con delicatezza cerca di raccontare, spiegare, divulgare senza la pretesa di indottrinare o condizionare il libero pensiero del lettore.

In quarta di copertina leggiamo:

Attraverso i Discorsi della Corona da Carlo Alberto re di Sardegna al Proclama diretto da Umberto II alla partenza dal suolo patrio (13 giugno 1946), il Mola traccia un panorama del ruolo svolto dai sovrani in dialogo con i governi e le Camere. Essi incitano “politici” e “colti” a “fare lo Stato” per “fare gli italiani” tramite scolarizzazione, coscrizione militare e educazione civica, introdotta nell’insegnamento elementare dal ministro Michele Coppino nel 1877, di concerto con il suo successore Francesco De Sanctis. Ne emerge il ritratto, spesso inedito, dell’“Italia in cammino” poi narrata da Benedetto Croce e da Gioacchino Volpe: un percorso discontinuo, che alternò conquiste civili mirabili e pagine tragiche. L’eredità de i Discorsi della Corona è il richiamo alle radici etiche della “politica”.

La parte relativa all’età repubblicana, curata dal Rizzo, è il frutto di circa vent’anni di studi e di ricerche bibliografiche, archivistiche dottrinali e di stampa, con il rigore metodologico necessario per l’attendibilità scientifica sotto i profili del diritto, della storia e della politica; ma al contempo con il nitore funzionale al Lettore comune.

Vengono descritti i poteri presidenziali, scolpiti nella Costituzione come raccordi moralmente autorevoli e come momento di sintesi unitaria fra i vari Organi dello Stato. Venuta meno la c.d. Prima Repubblica, il Capo dello Stato si è trovato a dover svolgere una delicata funzione di “ricucitura sartoriale” fra elettori ed eletti, onde evitare che la protesta dei cittadini delusi dalla politica, potesse involversi nel qualunquismo anti-politico o, addirittura, in opzioni eversive dell’ordine costituzionale.

Oggi ogni esternazione funzionale alla garanzia di equilibrio fra i Poteri dello Stato, va considerata come la forma più alta ed aggiornata del ruolo che il Presidente della Repubblica è chiamato ad interpretare – sono parole del Calamandrei, – come “viva vox Constitutionis”.

Chiude il volume un testo di Aldo A. Mola, dedicato al Quirinale, di grande valore simbolico.

Un palazzo iconico, custode di secoli di memoria, un simbolo del decoro e delle istituzioni, della storia patria. Con i suoi riti e le sue immagini. Arcaiche e financo anacronistiche per alcuni opinionisti dediti alla devastazione quotidiana, fondamentali e preziose per chi ha ancora quel “senso dello stato”, di giolittiana memoria, che dovrebbe accomunare tutti e tutte a prescindere dalle visioni politiche ed istituzionali di ognuno.

Con questo libro Rizzo e Mola riallacciano un filo spezzato, quello della continuità dello stato unitario che non nacque nel 1946 ma nel 1861.

Con premesse gettate sui campi di battaglia del 1848-1849, 1859, 1860, 1866 e perfino con l’impresa di Crimea del 1855 e soprattutto con il vero compimento sancito dall’ingresso in Roma del mai abbastanza ricordato 20 settembre 1870.

In ultimo una nota significativa. Il ricavato delle vendite del libro, infatti, sarà devoluto ad un progetto formativo finalizzato a prevenire i fenomeni di bullismo e delinquenza giovanile. Un altro valore aggiunto ad un’opera di grande importanza che si spera non sfuggirà ai lettori più attenti e che personalmente mi sento di raccomandare.

Alessandro Mella

 

Il capo dello stato dalla monarchia alla repubblica (1848-2022)

di Tito Lucrezio Rizzo con prefazione e postfazione di Aldo A. Mola

Herald Editore - pagine 468 - ISBN 9788864282916 - € 30,00

 

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Articolo pubblicato il 29/12/2022