Il San Giovanni Battista ritrovato
D. Ferrari, San Giovanni Battista, Collezione Gian Enzo Sperone

Al Museo Accorsi – Ometto di Torino, fino al 26 gennaio 2023

Grazie alle ricerche e agli studi intrapresi per la mostra "RINASCIMENTO PRIVATO. DA SPANZOTTI A DEFENDENTE FERRARI NELLE COLLEZIONI PIEMONTESI" (presso il Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto, Torino, fino al 26 gennaio 2023), la Fondazione Accorsi-Ometto sta cercando di “ricomporre” parte di un monumentale polittico, realizzato da Defendente Ferrari tra il 1525 e il 1535 e nel tempo smembrato in diversi pannelli.

IL SAN GIOVANNI BATTISTA RITROVATO

È un nuovo tassello che va ad aggiungersi a questa avvincente ricostruzione storico - artistica: il “ritrovamento” del San Giovanni Battista, acquistato recentemente dal gallerista torinese d’arte contemporanea Gian Enzo Sperone e riporta il collezionismo subalpino sotto i riflettori, per il suo valore.

Ad oggi, del polittico di Defendente Ferrari, si conosce l’esistenza di dieci tavole, ognuna delle quali rappresenta un santo a figura intera, collocato su un pavimento di marmo a losanghe: queste  tavole, secondo quanto dimostrato da Giovanni Romano nel 1970, facevano parte di un  “mastodontico polittico” di cui non conosciamo la collocazione e la pala centrale. La loro disposizione, verosimilmente, era la seguente: Margherita, Stefano, Caterina, Giovanni Battista, Pietro, tavola centrale ancora mancante, probabilmente una Madonna in trono, Paolo, Giovanni  Evangelista, Agata, Lorenzo, Lucia.

Nell’ottobre 1920 una Santa Caterina passa in vendita Von Hessel a Francoforte, mentre una  Santa Margherita, attribuita a Defendente Ferrari, viene venduta all’Asta Vieweg-Brauschweig di Berlino il 18 marzo 1930. Nel 1951 otto tavole compaiono nella vendita Burton del 4 maggio presso Christie's, con attribuzione a Macrino d'Alba. Nel 1966 è Pietro Accorsi ad acquistare da Giovanni Agnelli otto tavole con santi a figura intera. Nello stesso anno, di queste otto, l’antiquario torinese riesce a venderne due, per la cifra di 9 milioni di lire, a un collezionista privato, mentre nel 1967 ne vende altre tre (San Pietro, San Lorenzo e Santa Lucia) al Museo Civico di Torino. I restanti santi, ancora oggi, risultano in collezioni private.

Proprio uno di questi, il San Giovanni Battista, acquistato da Gian Enzo Sperone e aggiunto di recente alla sua imponente collezione, potrà essere ammirato, accanto ai santi Giovanni Evangelista, Stefano e Agata, già esposti in mostra presso il Museo Accorsi-Ometto, fino al 26 gennaio 2023.

Gian Enzo Sperone, uno dei più importanti galleristi di arte contemporanea dalla seconda metà del Novecento a oggi, ha fatto conoscere la Pop Art americana in Italia e la Transavanguardia italiana negli Stati Uniti, si può definire un collezionista appassionato a diverse forme d’arte. Nella sua collezione privata ha raccolto più di seicento opere di oltre trecento artisti, accostando l'archeologia ai fondi oro; nella pittura, la sua collezione spazia dal Seicento all'Ottocento alle avanguardie storiche del Novecento. Il lavoro di ricerca di Sperone dimostra che non esistono cesure, ma solo continuità nella storia dell’arte e della cultura.

«L’arte antica – afferma Sperone – ha molti punti di contatto col contemporaneo. È ancora in grado di rivelare qualcosa. Tutti gli artisti hanno avuto il problema di esprimersi in modo autonomo e originale, magari contraddicendo chi veniva prima, il loro padre culturale o spirituale. Devi tentare di distruggere il linguaggio precedente per imporre il tuo. Ed è anche legittimo inglobare il lavoro di un altro, ma io sono sempre dell’idea che, se ti esprimi in un centimetro quadrato, puoi andare da lì al centro della Terra: basta bucare in verticale. Ma se ti vuoi esprimere in un chilometro quadrato, non vai da nessuna parte. È quasi naturale che gli stessi problemi che aveva Guido Reni ai primi del Seicento, che aveva Caravaggio, che aveva Poussin, siano gli stessi che hanno i ragazzi d’oggi. Solo che l’estetica è cambiata maledettamente».

Ricordiamo che la tavola potrà essere ammirata, accanto ai santi Giovanni Evangelista, Stefano e Agata, già esposti in mostra presso il Museo Accorsi-Ometto, fino al 26 gennaio 2023.

ORARI

Martedì, mercoledì e venerdì 10.00-18.00 ? Giovedì 10.00-20.00 ? Sabato, domenica e festivi 10.00-19.00 ? La biglietteria chiude mezz’ora prima.

Lunedì chiuso

TARIFFE

BIGLIETTO UNICO (comprensivo di ingresso alla collezione permanente): intero € 12,00; ridotto € 10,00

RIDOTTO SPECIALE SINGOLI € 3,00: da martedì a venerdì 13 - 14; giovedì 18 – 20

RIDOTTO SPECIALE € 6,00: insegnanti

RIDOTTO: fino a 26 anni; over 65; convenzioni; insegnanti

GRATUITO: fino a 12 anni; possessori Abbonamento Musei, Torino + Piemonte Card e tessera ICOM; diversamente abili; giornalisti

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Articolo pubblicato il 04/01/2023