
Conservata alla Biblioteca Nazionale di Stoccolma
Nelle mie ricerche, fra misteri e libri proibiti, ho scoperto l’esistenza di un libro “impossibile”: la cosiddetta Bibbia del diavolo. Il suo vero nome è Codex Gigas, il più grande manoscritto medievale esistente. Si ipotizza sia stato scritto nel monastero benedettino di Podlazice, in Boemia (ora Repubblica Ceca), nel primo trentennio del XIII secolo. Durante la Guerra dei Trent'anni (1618 – 1648) il libro viene preso dall'esercito svedese quale bottino di guerra ed è ora conservato presso la Biblioteca Nazionale di Stoccolma.
È chiamato Bibbia del diavolo per due motivi: la grande illustrazione del demonio che contiene e una leggenda sull'autore che, per scriverlo, avrebbe richiesto l'aiuto del demonio, producendo in una notte sola un'opera che glorificasse il suo monastero.
Il Codex Gigas si presenta con copertina in legno ricoperta di pelle ed alcuni ornamenti in metallo; misura 92 centimetri di lunghezza, 50 di larghezza e 22 di spessore, per un peso di 75 kg. In origine conteneva 320 pagine di “vellum”(1), otto di queste non ci sono pervenute, alimentando ulteriori sospetti sulla sua origine. La numerazione dei fogli sul recto è una probabile aggiunta del XVII secolo. Nonostante la grandezza del libro, che ne rende difficile la consultazione, esso è stato utilizzato da monaci e studiosi, come dimostrano le note scritte su molte pagine da persone diverse.
Autore del Codex sarebbe Herman il Recluso, nel citato monastero benedettino di Podlažice, poi distrutto nel XV secolo. Nel Codex, il 1229 viene registrato come l'anno di completamento dell'opera. Il nome del monaco ha ispirato anche una seconda tradizione, per la quale egli era un monaco che aveva infranto i voti ed era stato condannato ad essere murato vivo. Per evitare questa orribile punizione, il monaco promette di creare in una sola notte un'opera monumentale che potesse contenere al suo interno tutto lo scibile umano. Verso mezzanotte, resosi conto dell'impossibilità dell'impresa, evoca il diavolo e implora il suo aiuto. Lo ottiene, in cambio della sua anima, come in tutte le storie in cui appare il demonio. Il monaco acconsente e vuole aggiungere un'immagine di Satana in segno di gratitudine.
Il libro compare poi nel monastero cistercense di Sedlec e successivamente viene acquistato da quello benedettino di Brevnov. Dal 1477 al 1593 è custodito nella biblioteca del monastero di Broumov, fino a quando nel 1594 viene trasferito a Praga per entrare a far parte della collezione di Rodolfo II d'Asburgo. Alla fine della Guerra dei Trent'anni, nel 1648, la collezione di Rodolfo II passa in mano all'esercito svedese, dal 1649 si trova nella Biblioteca Reale di Svezia, a Stoccolma. In seguito, il Codex Gigas attira la curiosità della regina Cristina I di Svezia, che ha raccolto una vasta biblioteca oggi in parte perduta. Il 7 maggio 1697 scoppia un incendio nel castello reale: partendo dall'ala nord, colpisce anche la Biblioteca Reale, dove molti libri vengono messi in salvo. Il Codex Gigas, date le sue dimensioni e il peso, per essere salvato dalle fiamme deve essere lanciato da una finestra del palazzo (è in questa occasione che se ne smarriscono alcune pagine?). Nel settembre 2007 il Codex Gigas è stato riportato a Praga, dove è rimasto in prestito fino a gennaio 2008, nella Biblioteca Nazionale Ceca.
Il Codex include una trascrizione completa della Bibbia, tratta quasi interamente dalla Vulgata (2), ad eccezione degli Atti degli Apostoli e dell'Apocalisse di San Giovanni, che sono tratti dalla Vetus Latina (3). Il testo include anche altri testi: la Etymologiae di Isidoro di Siviglia (4), due testi di natura storica di Giuseppe Flavio (Antichità giudaiche e Guerra giudaica), una storia della Boemia (Chronica Boëmorum) di Cosma Praghese (5), alcuni trattati di storia, etimologia e fisiologia, un calendario con la lista dei santi, l'elenco dei monaci del monastero di Podlazicama, formule magiche e altri documenti (tra cui gli alfabeti greco, cirillico ed ebraico). L'intero testo è scritto in latino e la parte di maggior rilievo storico è la cronaca di Cosma, di cui la copia presente nel Codex è considerata la più fedele e più antica.
Il manoscritto include miniature in rosso, blu, giallo, verde ed oro. Le maiuscole iniziali sono minuziosamente miniate e quasi sempre occupano l'intera pagina. L'aspetto del manoscritto resta fondamentalmente invariato dall'inizio alla fine, così come la calligrafia dello scrivano che non mostra segni di invecchiamento, di malattia o mutazioni del tratto; ciò ha alimentato la credenza che il manoscritto sia stato scritto in un periodo di tempo incredibilmente breve. Alcuni studiosi hanno invece stimato che l'opera sua frutto del lavoro di un solo uomo che vi ha lavorato per oltre 20 anni. L’immagine del diavolo vi campeggia a tutta pagina; alcune pagine precedenti l'immagine sono scritte su fogli anneriti di pergamena, che le conferiscono un aspetto inquietante, non in sintonia con il resto dell’opera. Un mistero nel mistero, per questo libro raro e unico nel suo genere, che pochi fortunati hanno la possibilità di vedere, nel suo luogo di conservazione a Stoccolma.
Note
(1) Il vellum è un tipo di pergamena particolarmente fine. Si ottiene utilizzando pelle, generalmente di vitelli, ricavata da esemplari nati morti (è anche chiamata "pergamena uterina"). Per le piccole dimensioni e l'ovvia scarsità del materiale di base era, oltre che la migliore, anche la più rara e costosa. Vellum deriva dalla parola in lingua latina vitulinum ("fatto con vitello") e dall'antico francese Vélin ("vitello" o "pelle di vitello"). Si tratta della pelle di mammiferi preparata per la scrittura o la stampa, per la produzione di singole pagine, pergamene, codici o libri. È generalmente liscia e resistente, anche se ci sono grandi variazioni a seconda della preparazione, la qualità della pelle e il tipo di animale utilizzato. La fabbricazione comporta la pulizia e sbiancatura; la si estende su un telaio (a 'cavallo') e si raschia la pelle con un coltello emisferico (lunarium o lunellum). Per tenerla in tensione, si alterna la raschiatura con bagnatura ed essiccazione. Un'ultima finitura può essere ottenuta con l'abrasione della superficie con pietra pomice e trattamento con una preparazione di calce o gesso per renderla in grado di conservare la scrittura o inchiostri da stampa.
(2) La Vulgata è una traduzione in latino della Bibbia dall'antica versione greca ed ebraica, realizzata alla fine del IV secolo da Sofronio Eusebio Girolamo. Il nome è dovuto alla dicitura latina vulgata editio, cioè "edizione per il popolo", che richiama sia l'ampia diffusione ottenuta (in precedenza con Vulgata si indicava la traduzione della versione dei Settanta, che ebbe anch'essa notevole diffusione), sia lo stile non eccessivamente raffinato e retorico, più alla portata del popolo (volgo). Dalla proclamazione di ufficialità durante il Concilio di Trento (1545-1563) fino al Concilio Vaticano II (1962-1965), quando verrà ulteriormente revisionata, la Vulgata ha rappresentato la traduzione canonica della Bibbia per l'intera Chiesa cattolica.
(3) Vetus latina è la denominazione convenzionale utilizzata per indicare le diverse traduzioni della Bibbia in lingua latina fatte da vari autori di vari ambiti, dal II al IV secolo, precedenti la Vulgata di cui alla nota 2).
(4) Le Etymologiae sono un'opera in latino del teologo e arcivescovo Isidoro di Siviglia (560 – 636 circa); redatte all’inizio del VII secolo, pubblicate nella loro forma definitiva poco dopo la morte dell'autore. Il lavoro, una sorta di enciclopedia ante litteram, è una rassegna dei saperi e della cultura del mondo antico.
(5) Cosma Praghese (Praga, 1045 – Praga, 1125) è stato uno scrittore, presbitero e storico, il più antico cronista boemo e precursore della storiografia ceca. Il suo capolavoro, in lingua latina, è la Chronica Boëmorum, suddiviso in tre libri, nel quale l'autore descrive l'intera storia boema, dalle origini fino alla salita al trono di Sobeslav. L'opera si caratterizza per la capacità di Cosma Praghese di determinare, tra la «favolosa narrazione degli anziani», quali siano le fonti dubbie e quelle fondate e sicure. Il primo libro, completato nel 1119, inizia con la creazione mitica del mondo e con la fondazione della Boemia avvenuta intorno all'anno 600. La nascita della dinastia premyslide, l'introduzione del Cristianesimo e le guerre sanguinarie svolte intorno all'Anno Mille completano il libro. Il secondo libro tratta le vicende storiche dell'XI secolo, a partire dalla morte eroica del duca di Bratislavia, noto come "Achille di Boemia", mentre il terzo arriva a descrivere i fatti accaduti fino all'anno della morte dell'autore, il 1125.
La foto di copertina è tratta da Kungl. biblioteket
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Articolo pubblicato il 15/01/2023