Arte e cultura alpestri: Il Museo Tazzetti in Usseglio (Torino)

Di Alessandro Mella

Molti anni addietro, in una giornata con qualcosa di speciale, Alberto Tazzetti ed Aldo Fantozzi, allora sindaco di Usseglio, si trovarono a riflettere sull’area dell’antico complesso parrocchiale. Sbarrata da transenne e nastri per evitare che qualche curioso s’esponesse a pericoli avvicinandosi troppo alle mura pericolanti ed ormai da decenni in stato di melanconico abbandono.

Possibile che l’antico cortile, ove sorgeva ancora la palazzina in cui gli uffici del municipio ebbero sede dal 1786 al 1958, restasse lì aspettando di veder cedere, pietra su pietra, le sue piccole meraviglie?

Iniziò, quel giorno, un percorso che coinvolse molte persone sia della Valle di Viù che della città, al fine di dare nuove speranze a quel luogo incantevole circondato di mura alpestri, verdi prati d’altipiano e dalle punte aguzze dei monti.

Nell’anno 2000 iniziò l’opera prodigiosa che condusse, il 3 luglio 2004, all’inaugurazione della sede museale civica ed alpina affidata alle cure dell’Associazione Amici del Museo Civico di Usseglio:

Un tempo era la sede del Municipio, poi diventò la scuola elementare del paese, dal luglio scorso l'antico complesso parrocchiale di Usseglio ospita il Museo civico alpino Arnaldo Tazzetti che sino a maggio sarà visitabile solo su prenotazione (…). Documenti storici, immagini fotografiche, ritrovamenti antichi, reperti archeologici, strumenti da lavoro, opere d'arte, animali imbalsamati fanno parte della collezione che si suddivide per tipologia in sei sezioni: due di archeologia (rupestre e mineraria), una dedicata all'antropologia e demologia, un'altra alle scienze naturali e ambientali, una parte storico-artistica e infine una riservata alla didattica (…). (1)

Fu quella la prima di una serie di siti organizzati, passo passo, anno dopo anno, nel circuito del Museo Diffuso della Val di Viù. Dopo circa vent’anni di vita il museo si diede un rinnovato allestimento che fu inaugurato nel 2021.

Con spazi dedicati all’arte ed alla pittura, in specie con tele dipinte nelle nostre valli o da artisti che vi hanno operato, aree dedicate alle mostre temporanee che si rinnovano ogni stagione estiva, collezioni archeologiche, faunistiche, mineralogiche e con reperti del territorio e relativi alla vita alpina. Frammenti di memoria di tempi lontani, delle fatiche dei nostri padri e dei nostri antenati.

Particolarmente suggestivo il dipinto seicentesco “Fuga in Egitto” dedicato al mito biblico omonimo e recentemente restaurato a cura dell’associazione. Notevoli sono poi le are di epoca romana dedicate a Giove ed Ercole e le asce preistoriche rinvenute al Castello di Viù negli anni ‘20 nonché una delle due lame dell’età del bronzo rinvenute a Malciaussia. (2)

Non meno interessante la celeberrima rappresentazione cinquecentesca di san Bernardo, un tempo custodita nella cappella di Malciaussia, che negli anni diede vita a tanti dibattiti sull’origine e datazione della stessa. (3)

Altro cimelio degno di nota è il bozzetto, acquisito nel 2017 in seguito a sottoscrizione, realizzato da Cesare Biscarra per il busto di Vittorio Emanuele III successivamente collocato in cima al Monte Rocciamelone.

Impressionante la ricca collezione di animali imbalsamati a fine di studio scientifico e preziosissima l’esposizione di abiti, strumenti ed oggetti di vita quotidiana. Perfino alcuni “fochi d’alleggrezza” del Settecento con i quali i nostri montanari improvvisavano antenati dei nostri fuochi d’artificio.

Oggi il Museo è il principale centro di aggregazione e richiamo culturale di Usseglio e della valle in specie grazie alle mostre, di altissima qualità e levatura, periodicamente allestite dal gruppo di volontari (e dalla direttrice Emanuela Lavezzo) che anima questa preziosa realtà.

Un luogo da scoprire, visitare, amare ed in cui tornare spesso per scoprirne ed apprezzarne l’eccezionale capacità d’autorinnovarsi con orgogliosa costanza e lungimiranza.

Alessandro Mella

 

Museo Civico Alpino "Arnaldo Tazzetti".

Piazza Cibrario, 1

10070 Usseglio (To)

Tel: +39 0123 756421

museocivicousseglio@vallediviu.it

www.vallediviu.it

Facebook: @vallediviu

Instagram: @MuseoTazzetti

Twitter: MuseoTazzetti

 

NOTE

1) Torino Sette - La Stampa, 89, 12 novembre 2004, p. 90.

2) Una di queste fu scoperta, a vista, nel 1876 e si trova al Museo delle Antichità di Torino. Nel 2013 un’altra simile fu rinvenuta, sempre a vista, nella stessa zona: USSEGLIO (rrt). Sul recente ritrovamento del pugnale risalente, presumibilmente, al 1300 a. C. a Malciaussia in Val di Viù, interviene il direttore del Museo Civico Alpino di Usseglio, Maurizio Rossi: «Pur nella sua straordinarietà, il ritrovamento del pugnale preistorico in bronzo, avvenuto in estate sopra Malciaussìa nel comune di Usseglio, costituisce un classico “déjà vu”. Un oggetto analogo era già venuto in luce prima del 1876 in un campo presso l’abitato allora esistente nella medesima località, ora sommerso nel lago, ed era stato segnalato dal geologo Bartolomeo Gastaldi in una pubblicazione di quell’anno. Il reperto ottocentesco risale anch’esso alla media età del bronzo, fase II o III, circa 15°-14° secolo a.C., ed è oggi conservato al Museo di Antichità di Torino. Oltre che dalla cronologia e dal luogo di ritrovamento, i due oggetti sono accomunati dalla costolatura mediana e dal numero di rivetti, due, utilizzati per collegare la lama al manico, non conservatosi perché realizzato in materiali organici quali legno e cuoio; essi si differenziano invece per la forma dell’estremità dove si trovano i rivetti, per il profilo della lama e per le dimensioni: il nuovo ritrovamento è lungo 13 centimetri, mentre il pugnale rinvenuto nel 19° secolo ne misura più di 17». Sulla classificazione degli oggetti preistorici prosegue poi Maurizio Rossi: «Gli archeologi classificano gli oggetti preistorici in metallo con grande attenzione ai dettagli, così da raggrupparli in tipi omogenei per forma, funzione e tecnica di fabbricazione. Un tipo è sovente caratteristico di un’area geografica circoscritta. Per il primo pugnale di Malciaussìa si verifica però un fatto singolare: in Italia esso è compreso in un tipo che, se si esclude l’esemplare in questione, è presente solo lungo l’asse fluviale padano, province di Cremona, Brescia, Verona, Mantova e Parma. È difficile immaginare una località topograficamente più diversa dalla pianura Padana di quanto lo sia Malciaussìa. Il discorso si fa ancora più interessante se si pensa che in Francia esiste un secondo gruppo di pugnali molto simili: questo gruppo “francese” ha una distribuzione ampia, che giunge sino alla Manica e all’Atlantico, ma pare anche in questo caso seguire gli assi fluviali, con una maggiore concentrazione in Savoia, Borgogna e Franca-Contea, quindi in un’area meno distante da Usseglio di quella basso-padana». (Il Canavese, 40, 2 ottobre 2013, p. 38).

3) Il prof. Mario Catalano fu lungamente sostenitore dell’origine celtica del manufatto. La maggior parte degli studiosi, tuttavia, propende da tempo per la collocazione in epoca ampiamente successiva. 

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Articolo pubblicato il 18/01/2023