Corenno: Un borgo medievale lacustre

Di Alessandro Mella

Percorrendo il lungolago orientale di Como, nei pressi di Dervio dalla cui amministrazione comunale dipende, si incontra la frazione di Corenno Plinio.

Il luogo è incantevole e curioso ma merita una visita attenta dopo aver lasciato l’auto nei parcheggi che, seppur in numero limitato ma proporzionato, si trovano a ridosso della strada provinciale 72.

È opportuno predisporsi con il giusto spirito, ci si deve andare senza pretendere di trovare locali e bar, negozi di souvenir, empori e così via. A Corenno, fatto salvo un grazioso ristorantino ai piedi del castello, nulla di tutto ciò si trova e forse è perfino un bene. Dai piedi del Monte Legnone il gruppo di case scende giù fino al lago, fino a ridosso delle acque, disposto come gettato sulla riva scoscesa.

L’odierna frazione fu a lungo comune autonomo ma gli accorpamenti forzati, voluti dal fascismo, condussero il luogo sotto il controllo del comune di Dervio nel 1927.

L’indipendenza di Corenno fu sempre altalenante poiché divenne comune autonomo nel ‘400, dagli austriaci la località fu assegnata alla provincia di Como nel 1786 e fino al 1791 quando passò a Milano, in epoca napoleonica e dopo la Restaurazione fu assegnata a Dervio come frazione, nel 1859 tornò sotto la provincia di Como per poi acquisire, nel 1864, il nome di Corenno Plinio.

Domina il luogo il “castello” che, in verità, fu più che altro un castrum, una fortificazione di vigilanza, munita di torri e cinta muraria, posta a guardia del lago e sorta in epoca medievale su siti militari preesistenti. Probabilmente già in epoca celtica e poi romana. La struttura è oggi di proprietà privata ma la benevolenza dei proprietari permette visite guidate periodiche organizzate da appassionati e volontari del posto.

Questa struttura pare risalga al XIV secolo quando la sua edificazione fu disposta dagli Andreani, i feudatari del territorio nonché famiglia che acquisì la benevolenza della popolazione con le sue previdenze ed attività benefiche.

Di particolare importanza è la Chiesa di San Tommaso di Canterbury nella quale, negli anni ’60, furono scoperti interessanti cicli di affreschi coperti con la calce dopo le epidemie seicentesche di peste.

Affreschi che, al netto dei danni prodotti dalle modifiche della struttura, coprono vari periodi oscillando tra XIV e XVI secolo con magnifiche rappresentazioni dei santi ed un’adorazione dei magi di grande bellezza.

All’esterno, sulla piazzola, le arche funebri degli Andreani decorati con immagini sacre, con gli emblemi degli apostoli e con lo stemma araldico della dinastia ripetuto in varie fogge secondo il periodo.

Tutto il borgo, poi, è interessante per via delle molte costruzioni realizzate nei secoli e tali da mostrare l’evoluzione dell’architettura locale secondo i periodi. Con molte reminiscenze del passato che talvolta potrebbero sfuggire all’occhio meno attento.

Corenno non viene a caso definito “il borgo dai mille scalini” poiché, purtroppo, occorrono gambe buone per poterlo visitare od almeno il tempo necessario per salire e scendere nelle sue viottole e nel suo incrocio di vicoli caratterizzato e spezzato da lunghe scalinate intagliate nella roccia viva.

Dall’alto è possibile scorgere meravigliosi panorami sul Lago di Como e sui paesi circostanti e tali da aggiungere un ulteriore valore a questa frazione la cui visita raccomando a chi dovesse trovarsi in zona.

Unica nota non scordate il ticket previsto per la visita e da qualche tempo disposto dall’amministrazione comunale per tutelare il borgo.

Alessandro Mella

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 15/02/2023