I raggruppamenti religiosi nel Nuovo Testamento

Conoscere Sadducei, Farisei e Zeloti per capire meglio il Vangelo.

Nel mondo biblico spesso si sente parlare di gruppi etnici e religiosi di cui poco o nulla si sa.

Un tempo, quando il Sacerdote spiegava il Vangelo durante la Santa Messa, venivano spiegate certe cose ma oggi pare esser tutto superato e tutto obsoleto.

In questi giorni alcuni studenti liceali hanno chiesto al loro Insegnante di Religione Cattolica di parlar loro delle sette religiose e dei movimenti politici nati in seno al Giudaismo.

Il professore ha risposto loro che sono cose senza rilevanza e che la Bibbia va interpretata nel suo insieme e non necessita di essere analizzata nel particolare.

Affermazione temeraria, soprattutto se si considera che nel mondo cattolico, specialmente nel monachesimo, esiste da secoli la Lectio Divina che è una forma di studio, preghiera e meditazione delle Sacre Scritture.

Se fosse come insegnano certi docenti che senso avrebbe oggi praticare con assiduità e devozione la Lectio Divina?

Proviamo ad analizzare le diverse sette politico-religiose presenti e citate dagli evangelisti e a rispondere a chi si pone interrogativi più che legittimi.

Nel Nuovo Testamento spesso vengono citate cinque categorie di cui il cattolico medio non sa nulla o comunque sa molto poco. Tra queste analizzeremo brevemente quelle dei Sadducei, dei Farisei, e degli Zeloti.

I Sadducei si chiamano così per via del Sommo Sacerdote Sadoq, che questo gruppo etnico religioso considera come suo lontano “progenitore”. Assumiamo questa informazione dall’Antico Testamento dove si dice: “Al suo posto il re fece capo dell’esercito Benaia, figlio di Ieoiada, e mise sacerdote Sadoc al posto di Abiatar” (1 Re 2:35).

I Sadoqiti (nome iniziale dei Sadducei) hanno avuto un ruolo fondamentale nel ricostruire la comunità sopravvissuta all’esilio pur perdendo fedeltà, sin dai tempi dei Maccabei, assumendo un atteggiamento poco biblico.

Questo lo sappiamo perché nel Secondo Libro dei Maccabei, al capitolo 4, ci viene narrato il comportamento tenuto da Giasone al tempo di Antioco. Questo episodio di antica corruzione viene notato anche dal sommo poeta Dante che inserisce Giasone fra i simoniaci.

Ciò che li ha resi antipatici al Popolo Giudaico è stata la loro propensione a sostenere il potente di turno: prima i Seleucidi, poi gli Asmonei e poi i Romani. Queste posizioni borderline hanno portato i Sadducei ad eclissarsi con la distruzione di Gerusalemme del 70 d.C.

I Farisei sono nati quando Antioco IV cercava di ellenizzare il Popolo Giudaico. In quell’occasione, e durante tutta la durata della loro setta, questi uomini contrastavano chiunque non osservasse fedelmente la Torah. L’elemento distintivo dei Farisei era quello di osservare sino al fondamentalismo la Torah, ritenuta quale unica via per fare la Volontà di Dio.

Il prof. Massimo Grilli, docente emerito di Esegesi e Teologia del Nuovo Testamento presso la Pontificia Università Gregoriana, parlando dei Farisei sostiene che per loro “la Torah è ‘vangelo’” ed aggiunge che “l’osservanza zelante non ammetteva compromessi di sorta e la purità rituale era scrupolosamente rispettata. Per cui rifiutavano ogni contatto con i Pagani che non avesse come scopo la conversione e sostenevano con decisione la chiamata alla “santità” di tutto il popolo”.

A differenza dei Sadducei loro sopravvissero ben oltre il 70 d.C. divenendo per molti Giudei un esempio da seguire per il loro rigore e la loro osservanza scrupolosa della tradizione giudaica.

Sempre secondo il professor Grilli “E’ grazie ai Dottori della Legge Farisei che il Giudaismo riuscì a sopravvivere e a ricostruire a Jamnia una scuola sotto la direzione di Rabbì Johanan ben Zakkai e riuscì a darsi il canone della Bibbia ebraica insieme alla vasta collezione di norme e tradizioni utili all’interpretazione”.

Sugli Zeloti, invece, c’è molto meno da dire in quanto essi condividevano in tutto o in parte il pensiero farisaico che, però, non vivevano in modo quieto e pacifico. Il loro modo di estremizzare la dottrina li ha portati spesso ad urlare nelle piazze il “diritto alla libertà” dai popoli oppressori e la necessità di autodeterminarsi secondo le leggi bibliche.

Gli Zeloti divennero famosi per la loro ferma convinzione di non riconoscere l’imperatore romano come Signore, al contempo invitavano il Popolo Giudaico a non pagare i tributi e, soprattutto, aizzavano il popolo alla ribellione e alla rivolta contro gli occupanti romani.

Il popolo aveva una gran stima di questa setta mentre invece l’impero romano considerava gli Zeloti quali ladri, banditi e briganti.

Probabilmente queste cose sembrano di poco conto ma non si può capire la predicazione di Gesù Cristo se non si tiene conto del contesto nel quale Egli si trovò ad operare, vivere ed insegnare.

Torneremo senz’altro sul tema per conoscere altri due gruppi neotestamentari meglio conosciuti e ampiamente trattati dopo il ritrovamento dei documenti del Mar Morto.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 12/02/2023