L'Arcivescovo di Chieti-Vasto contro la massoneria

L'Arcivescovo Bruno Forte ha chiarito che non si può essere Cattolici e Massoni allo stesso tempo.

In questi giorni il mondo cattolico d’Abruzzo è in fermento per via di alcune iniziative pubbliche poste in essere da parte della Sovrana Loggia Araba Fenice, un’associazione massonica presente da alcuni anni nel territorio di Chieti.

Fino a poco tempo fa era sconosciuta ai più. La sua fama è balzata all’onore delle cronache quando Ginevra Di Nicola, Gran Maestro Venerabile della Loggia, ha organizzato, alla fine di gennaio, un convegno dal titolo “Francesco d’Assisi: misticismo o esoterismo?”.

All’esterno dell’Hotel Iacone, sede del convegno, si sono presentati alcuni militanti del movimento politico “Forza Nuova”, da sempre vicini alle posizioni tradizionali della Dottrina Cattolica e distanti dalle novità volute e poste in essere da Jorge Mario Bergoglio, per contestare apertamente il tema della giornata.

La signora Di Nicola, intervistata da “Chieti Today”, aveva dichiarato: “Gli attivisti di “Forza Nuova” ci hanno definiti “il male assoluto” aggiungendo che l’Arcivescovo di Chieti fosse d’accordo con loro. Questo è odio sociale, noi, al contrario inviteremo Bruno Forte al nostro prossimo incontro”.

Dalle parole del Gran Maestro della loggia teatina parrebbe dubbia la posizione dell’Arcivescovo Bruno Forte, Ordinario della Diocesi di Chieti-Vasto. I fedeli hanno voluto saperne di più e, rivolgendosi ai propri parroci, hanno chiesto quale posizione la Chiesa teatina intendesse prendere nei confronti della Massoneria.

La risposta non si è fatta attendere molto.

L’Arcivescovo Forte, già docente di Teologia Dogmatica, parlando con “Chieti Today” ha detto: “Poiché sono state prese iniziative pubbliche da parte di circoli massonici nel territorio dell’Arcidiocesi è opportuno ricordare la posizione della Chiesa nei riguardi della massoneria”.

Monsignor Bruno Forte non si è inventato nulla e non ha dovuto elucubrare nessun pensiero ma ha citato semplicemente l’articolo 1374 del Codice di Diritto Canonico (la Legge della Chiesa) che recita: “Chi dà il nome a una associazione che complotta contro la Chiesa sia punito con la giusta pena; chi poi tale associazione promuove o dirige sia punito con l’interdetto”.

L’Arcivescovo, con chiarezza e sintesi, ha spiegato che “i fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione. Non compete alle Autorità Ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra”.

I fedeli del territorio teatino possono stare tranquilli. Le associazioni massoniche presenti in loco possono svolgere convegni e conferenze sui temi più svariati – rispettando i dettami legislativi italiani – ma la Chiesa Cattolica non ne avvalla le iniziative in alcun modo.

Monsignor Forte, infatti, per escludere ogni possibile dubbio ha concluso il suo intervento dicendo che “rimane immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la Dottrina della Chiesa e perciò l’iscrizione ad esse rimane proibita”.

In altre località italiane, anche nel recente passato, alcuni vescovi si sono recati ad iniziative poste in essere da associazioni massoniche. I fedeli, anche in quelle occasioni espressero perplessità, dubbi e sentimenti di disapprovazione.

In molti, dopo il caso di Chieti e la presa di posizione del suo arcivescovo, sperano che la Santa Sede, per mezzo della Congregazione per la Dottrina della Fede (ex-Sant’Uffizio), promulghi qualche documento atto a chiarire bene le posizioni della Chiesa Cattolica nei confronti della massoneria.

Quale posizione prenderà in merito Bergoglio? Attendiamo e lo sapremo.

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Articolo pubblicato il 15/02/2023