A guardia dell’impero: Il castrum di San Siro di Como

Di Alessandro Mella

Nel periodo tardoimperiale, quando già si intravedeva il medioevo all’orizzonte, Roma dovette consolidare i propri confini per far fronte ai perenni attacchi subiti dai popoli che premevano alle frontiere per affacciarsi sulle residue ricchezze di un mondo ormai decadente.

Persi l’intraprendenza e lo spirito delle origini, i romani avevano ormai mutato l’approccio alla guerra passando sempre più ad un atteggiamento difensivo al limite del passivo ed affidando l’esercito ai germani ed ai volontari di altri popoli desiderosi di affrancarsi sotto le insegne romane servendo nelle relative legioni.

In questo quadro furono molti gli avamposti difensivi edificati nei luoghi considerati strategici ma molte di queste strutture mutarono ruolo o furono reimpiegate nelle prime fasi dell’epoca medievale lasciando così limitate tracce di questo tipo d’architettura militare. Non che non esistano, intendiamoci, ma ovviamente nessun esempio completo è giunto a noi.

Un caso assai interessante si può scoprire a San Siro, provincia di Como, ove sorgono i resti di una struttura eretta a sorveglianza del lago nel V-VI secolo circa.

Lo stesso, infatti, si trova proprio davanti ai ruderi millenari dal momento che il sito sorge sulla celeberrima via Regina che storicamente costeggia lo specchio d’acqua. Chiaramente, nel quadro del sistema difensivo del lungolago, la fortezza contribuì a vigilare sull’importante via di comunicazione.

Fu nel 2012 che si completarono gli scavi in frazione Santa Maria Rezzonico di San Siro, una campagna finanziata da diversi enti quali la Regione Lombardia, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il comune e la comunità montana ed altri.

L’avamposto, una struttura quadrilatera di forma trapezoidale, aveva in origine più piani e locali atti ad ospitare i soldati che lo presidiavano e si estendeva per 58 e 45 metri sui lati per una superficie complessiva di circa 2600 metri quadrati tanto da estendersi fin sugli spazi ove oggi sorge l’antica chiesa di Santa Maria Assunta.

Nel 1970/1972 alcuni interventi sul sagrato della stessa permisero di rinvenire vestigia della fortezza il cui ingresso si ritiene sorgesse proprio in quella collocazione.

Il recupero del sito del 2012 permise scoprire la cinta perimetrale poiché i materiali degli allestimenti interni risultarono già saccheggiati nel medioevo più recente per un probabile reimpiego in altri edifici. Com’era, del resto, uso tipico al tempo.

Tuttavia, interventi conservativi, più o meno invasivi, furono compiuti anche negli anni ‘60/’70 ed ‘80 e nei primi anni duemila.

Alcune nicchie, ad uso di latrina, sono state identificate durante i lavori unitamente ad uno scarico per i rifiuti, all’area di un focolare ed ai resti dei sostegni per gli scomparsi piani superiori.

L’edificio ebbe ancora uso militare nelle prime fase del medioevo prima di subire l’abbandono ed il parziale saccheggio dei materiali. Gli interventi più recenti hanno permesso di scoprirne alcune parti, consolidarne altre e rendere parzialmente visitabile la porzione ancora oggi visibile.

Tra le tante bellezze del Lago di Como questo piccolo sito archeologico merita senz’altro una breve tappa.

Alessandro Mella

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Articolo pubblicato il 22/02/2023