A Novara, la mostra “Milano. Da romantica a scapigliata” (prima parte)
Hayez, Imelda de' Lambertazzi

Al Castello di Novara, fino al 10 aprile 2023

Attraverso una settantina di capolavori eseguiti dai maggiori protagonisti della pittura ottocentesca attivi a Milano, la rassegna che il Comune di Novara, Fondazione Castello e Mets Percorsi d’Arte hanno proposto a partire dall’autunno 2022 vuole illustrare i mutamenti avvenuti nella capitale lombarda tra gli Anni Dieci e gli Anni Ottanta di quel secolo. Sono stati decenni di movimento e cambiamento, nei quali Milano ha visto susseguirsi l’avvento e la caduta del Regno d’Italia napoleonico (1), la costituzione del Regno Lombardo Veneto (2) con la seconda dominazione austriaca, le prime rivolte popolari del Quarantotto e le guerre d’indipendenza che hanno portato alla liberazione e al nuovo Regno d’Italia, sotto l’egemonia di Casa Savoia.

Le trasformazioni che già in epoca teresiana (3) avevano iniziato a modificare sensibilmente l’aspetto monumentale ed urbanistico di Milano sono proseguite durante gli anni della Repubblica Cisalpina, del Regno d’Italia, della Restaurazione e del Risorgimento e ne hanno fatto una città moderna e un crocevia di genti, di culture e di arte. Come risultato, Milano diventa una città elegante, che continua a rinnovarsi anche nei decenni post-unitari: tre esempi sono la demolizione del Coperto dei Figini (4) in Piazza Duomo (1864); la costruzione della Galleria Vittorio Emanuele II e l’ideazione di Piazza del Teatro (1865), battezzata Piazza della Scala; l’abbattimento del Rebecchino (5), nel 1875. Una città vivace, dunque, frequentata da viaggiatori stranieri e abitata da un facoltoso ceto borghese, ma anche un luogo in cui le differenze sociali cominciano a farsi più marcate e nel quale gran parte della popolazione vive in povertà.

Il percorso espositivo novarese è articolato in sezioni che seguono l’andamento delle sale del Castello Visconteo Sforzesco e ripercorre l’evoluzione della pittura lombarda dal Romanticismo alla Scapigliatura, fenomeno culturale nato a Milano negli Anni Sessanta dell’Ottocento, che vede il coinvolgimento di poeti, letterati, musicisti e artisti uniti da una profonda insofferenza nei confronti delle convenzioni della società e della cultura borghese.

Il prologo della mostra racconta della nuova sensibilità romantica.

Il visitatore è accolto da un capolavoro ispirato al romanzo storico I Lambertazzi e i Geremei, di Defendente Sacchi (6). L’opera, come specifica l’autore nel dedicarla alla moglie Erminia, già completata nel 1825, sarà pubblicata solo nel 1830. Il quadro di Francesco Hayez (1791-1882) Imelda de Lambertazzi (7) viene eseguito nel 1853 per il collezionista monzese Giovanni Masciaga. Nella Bologna al tempo delle lotte tra Guelfi e Ghibellini, si inscrive la tragica vicenda d’amore e di morte di Imelda e del suo Bonifacio, che ha ispirato anche altre opere. Siamo nel pieno del clima romantico ottocentesco, che vedrà poi nella successiva Scapigliatura (8) uno sbocco artistico di diversa ispirazione.

La mostra si divide, quindi, in otto sezioni:

Sezione I – “Pittura urbana” nella Milano romantica

Sezione II – I protagonisti

Sezione III – Milano, da austriaca a liberata

Sezione IV – La Storia narrata dalla parte del popolo

Sezione V – Verso il rinnovamento del linguaggio: dal disegno al colore

Sezione VI – “Il sistema di Filippo Carcano. La pittura scombicchierata e impiastricciata”

Sezione VII – Verso la Scapigliatura

Sezione VIII – L’affermazione e il trionfo del linguaggio scapigliato

Nella seconda parte di questa narrazione entreremo nel merito delle opere esposte nelle varie sezioni.

Note

(1) Il Regno d'Italia napoleonico (o Regno Italico), viene fondato da Napoleone Bonaparte nel 1805, quando il generale francese si fa incoronare sovrano della previgente Repubblica Cisalpina. Il nuovo Regno comprendeva l'Italia centro-orientale e buona parte del Settentrione, aveva come capitale Milano; non sopravviverà alla caduta del suo monarca, sciogliendosi nel 1814.

(2) Il Regno Lombardo-Veneto era uno Stato vassallo, dipendente dall'Impero Austro - Ungarico, concepito dal cancelliere Klemens von Metternich all'inizio della Restaurazione seguita al crollo dell'impero napoleonico, la cui nascita viene sancita nel 1815 dal Congresso di Vienna. Il Lombardo -Veneto perderà quasi tutta la Lombardia (ad eccezione di Mantova e della riva sinistra del Mincio) nel 1859, quando questa sarà annessa al Regno di Sardegna al termine della Seconda Guerra d'Indipendenza; il Regno cesserà di esistere solo nel 1866 con l'annessione del Veneto, della provincia di Mantova e del Friuli al Regno d'Italia sancita dal Trattato di Vienna.

(3) Maria Teresa d'Asburgo (Vienna, 13 maggio 1717 – Vienna, 29 novembre 1780) è stata arciduchessa regnante d'Austria, regina apostolica d'Ungheria, regina regnante di Boemia e di Croazia e Slavonia, duchessa regnante di Parma e Piacenza, duchessa regnante di Milano e Mantova e inoltre granduchessa consorte di Toscana e imperatrice consorte del Sacro Romano Impero in quanto moglie di Francesco I, già duca di Lorena col nome di Francesco III Stefano. In virtù della Prammatica Sanzione del 1713, emanata dal padre, l'imperatore Carlo VI, nel 1740 è la prima (nonché unica) donna della Casa d'Austria a ereditare il governo dei vasti possedimenti della monarchia asburgica. Le sue riforme trasformano l’Impero in uno Stato moderno. La modernizzazione delle istituzioni e il suo regno è considerato l'inizio dell'era dell'"assolutismo illuminato" in Austria con un nuovo modo di concepire il governo.

(4) Il Coperto dei Figini era un palazzo rinascimentale costruito tra il 1467 e il 1472 da Guiniforte Solari, ingegnere della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, su commissione di Pietro Figino, in piazza del Duomo. Il complesso è abbattuto nel 1864, quando l'area viene ristrutturata per l'ampliamento della piazza e la costruzione della Galleria Vittorio Emanuele II. Sotto i suoi portici era presente il Caffè Campari.

(5) Il Rebecchino era un isolato della vecchia Milano, sito nell'attuale perimetro di Piazza del Duomo. La denominazione potrebbe derivare da un'antica osteria nata nel XVI secolo, la cui insegna raffigurava una donna intenta a suonare la ribeca. Lo scrittore Francesco Cherubini obietterà a tale ipotesi, sostenendo che il nome Rebecchino era utilizzato già nel Cinquecento, attribuendo la sua origine al tradizionale vino della zona Robecco, o più semplicemente al fatto che il proprietario fosse di Robecco sul Naviglio.

(6) Defendente Sacchi (Casa Matta di Siziano, 22 ottobre 1796 – Milano, 20 ottobre 1840). La sua produzione è molto abbondante e abbraccia diversi campi, dalla filosofia agli studi storici, alla letteratura, alla storia e critica d'arte, senza trascurare la scrittura di romanzi e novelle. A differenza di altri poligrafi del tempo la sua scrittura era basata su una solida formazione e un sapere enciclopedico, per cui i suoi scritti, pur influenzati dalle mode culturali del tempo, mantengono ancora oggi un indubbio valore.

(7) Imelda de’ Lambertazzi è anche un'opera lirica in due atti di Gaetano Donizetti, su libretto di Andrea Leone Tottola. La trama dell'opera ha elementi in comune con la vicenda di Romeo e Giulietta. Per una singolare coincidenza, il 1830 vede il debutto dell’opera I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani.

(8) La scapigliatura è un gruppo artistico e letterario sviluppatosi nell'Italia del Nord a partire dagli anni Sessanta dell'Ottocento, con baricentro a Milano. Il termine è proposto per la prima volta da Cletto Arrighi (anagramma di Carlo Righetti) nel suo romanzo La scapigliatura e il 6 febbraio, pubblicato nel 1862, ed è la libera traduzione del termine francese “bohème” (vita da zingari), che si riferiva alla vita disordinata e anticonformista degli artisti parigini, riconosciuti per la loro capigliatura anarchica, descritta nel romanzo di Henri Murger dal titolo Scènes de la vie de Bohème (1847-1849).

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Articolo pubblicato il 27/02/2023