PD: Elly Schlein vince le primarie

Tasse e ambiente ed addio al riformismo, nel suo programma

L’esito del ballottaggio sconvolge le previsioni e determina la spaccatura del PD ed il ritorno trionfale di Occhetto, D’Alema, Bersani, il fabiano Speranza, sino a Laura Boldrini.

Elly Schlein vince di circa 8 punti sul favorito Bonaccini, in una comunità profondamente divisa e disorientata. La novità di queste primarie sta nel confronto tra i voti dei circoli e quelli dei gazebo. Per la prima volta i voti dei circoli degli iscritti sono stati smentiti da quelli dei gazebo, quindi la classe dirigente del Pd ha espresso una preferenza per Bonaccini, ma è stata sconfessata dai voti dei simpatizzanti, andati in maggioranza alla Schlein.

Le correnti, che tutti gli aspiranti leader dem dichiarano di voler sopprimere, in realtà sopravvivono e dividono. Basti pensare che dietro la Schlein, che pure si spacciava per il “nuovo che avanza”, c’erano esponenti storici del Pd come Andrea Orlando e Dario Franceschini.

I numeri sono eloquenti per capire come è mutata la geografia del consenso.

I 5.550 seggi allestiti in tutt’Italia sono rimasti aperti ieri dalle 8 alle 20. Hanno votato fuorisede 12.735 iscritti alla piattaforma, i minori sono stati 1.617 mentre gli stranieri residenti in Italia 1.235. i voti espressi hanno superato il milione.

Nonostante le dichiarazioni entusiaste del segretario uscente, Enrico Letta e dell’ex premier Romano Prodi, che hanno parlato di fermento partecipativo, il bilancio della consultazione popolare è deficitario e conferma l’agonia del Pd, un partito che dopo anni di sconfitte elettorali paradossalmente culminate nell’occupazione di ruoli di governo, oggi sconta la mancanza di un’identità, una sconnessione crescente dal suo elettorato e un’incapacità di fare opposizione sui temi anzichè su questioni ideologiche ormai superate.

 

Negli ultimi giorni di campagna elettorale Bonaccini si era detto favorevole al campo largo, aprendo ai grillini ed all’estrema sinistra.

 

Ricalcando così l’esperienza del PCI di togliattiana memoria che rappresentava l’egemonia della sinistra, sino allo strappo di Magnani e Cucchi nel 1956 contro l’invasione sovietica in Ungheria e, oltre vent’anni dopo, la cacciata degli eretici del Manifesto.

 

Bonaccini però, da amministratore di lungo corso, mostrava un pragmatismo che lo legava alla concretezza. Il PCI del dopoguerra infatti, puntava alla difesa del Lavoro ed all’introduzione di leggi e riforme volte a garantire i miglioramenti salariali, la sicurezza sul lavoro ed i diritti fondamentali del lavoratore.

Univa nel progetto dell’egemonia, intellettuali e operai, Da Carlo Levi a Concetto Marchesi, Renato Guttuso e Pier Paolo Pasolini, fino a Vito D’Amico operaio licenziato per rappresaglia dalla Fiat e poi eletto deputato.

 

Oggi, invece, ci stiamo avviando ad un radicalismo di massa che fa prevalere le gretine rispetto alla difesa dei posti di lavoro falciati dalle multinazionali e dall’ambientalismo becero. Ascensore sociale addio! Questo è il new deal.

 

La Schlein sposta ancora più a sinistra il partito, puntando a coltivare l’asse con i Cinque Stelle, sulla falsariga di quanto fatto da Zingaretti durante il governo giallo-rosso

Quali prospettive?  Forse l’elezione della Schlein avvicina la scissione nel partito, mentre la guida Bonaccini sarebbe stata più unitaria.

 

Ambientalismo spinto e statalismo sono i due pilastri su cui si poggia la ricetta per rilanciare la sinistra italiana.

 

Questo, in pillole è programma della neosegretaria del Pd: patrimoniale, immigrazione libera e stop alla scuola del merito. Come nella miglior tradizione dell'estrema sinistra.

 

L'antipasto di ciò che sarà il Pd del futuro lo si evince della mozione «Parte da Noi» a sostegno di Schlein.

 

Il Fisco targato Elly è il pezzo forte: via la flat tax, definita «veleno» dalla stessa segretaria. Schlein promette una tassa su grandi patrimoni e un allineamento delle imposte sulle donazioni. Rispolvera il grande Fratello fiscale, di prodiana memoria annunciando un rafforzamento delle agenzie fiscali.

 

Tasse e controlli: un binomio micidiale per imprese e commercianti.

Per la scuola il cavallo di battaglia è l'introduzione dell'obbligo scolastico fino al 18esimo anno di vita. Ma nel suo programma Elly Schlein dichiara guerra al merito.

 

Sul tema dell'aborto la proposta è del nuovo leader del Pd è dirompente: la revisione della legge 194. In che modo? Impedendo ai medici di essere obiettori di coscienza.

 

Scrive Schlein nel suo programma «dobbiamo garantire una percentuale di medici non obiettori in tutte le strutture». E poi la gratuità della pillola Ru486 in tutti i consultori.

 

Quella sui diritti civili sarà la battaglia madre. Nessun più limite al matrimonio con il pieno riconoscimento dei diritti delle famiglie omogenitoriali.

Ma anche rendere più semplici e accessibili i percorsi di transizione superando la legge 164 del 1982 e introdurre le carriere alias. Le scuole dovranno essere laboratori gender e di educazione sessuale.

 

L'immigrazione è il tema del momento dopo la tragedia di Crotone. La segretaria del Pd ha la sua ricetta. Si parte dall'introduzione dello Ius soli. Ma anche abolizione della Bossi-Fini e accoglienza diffusa.

 

E dunque l'obiettivo è quello di aprire i porti italiani a tutti. Trafficanti compresi.

 

Gli ultimi due punti, non per importanza, sono la legalizzazione delle droghe leggere e la legge sul fine vita. Secondo Schlein «la regolamentazione legale della cannabis è l'unico strumento efficace di controllo sociale della sostanza. Toglie la sostanza più usata dal mercato criminale e il 40% degli introiti alle narcomafie».

Non importa che magistrati e forze dell'ordine non la pensino allo stesso modo.

 

Sul fine vita la posizione non così radicale. Il succo è l'approvazione di una legge sul fine vita, per garantire il diritto delle persone affette da malattie o condizioni cliniche irreversibili che provochino sofferenze insopportabili di richiedere assistenza medica per porre fine volontariamente e autonomamente alla propria vita, nel rispetto dei princìpi della Costituzione, della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea. Ma dietro l’angolo potrebbe nascondersi l’eutanasia di Stato.

 

Al momento, a esultare per l’esito delle primarie Pd sono i centristi come Matteo Renzi e Carlo Calenda, che potrebbero intercettare i delusi del Pd che non condivideranno certamente la virata a sinistra provocata dall’elezione della Schlein.

A preoccuparsi per l’esito delle primarie Pd sono invece i grillini, perché il Pd a guida Schlein potrebbe pescare nello stesso bacino elettorale del Movimento Cinque Stelle.

 

Sono premature le conclusioni. Il Pd sembra aver esaurito il suo ruolo nella storia politica del nostro Paese, non riuscendo più a interpretare da tempo le istanze della sinistra riformista. Probabilmente continuerà a limitare i danni dei suoi insuccessi sperando nelle solite operazioni di palazzo che nel corso dei decenni l’hanno sistematicamente portato alla guida del Paese senza il consenso popolare. Se, come è probabile, il Pd si spaccherà in due e parte dei dem andrà con i centristi, si aprirà una nuova fase politica e anche gli equilibri nel centrosinistra potranno cambiare e non solo.

 

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Articolo pubblicato il 28/02/2023